COLUMBIA
Il 10 marzo 1880, una femmina asiatica nacque da due elefanti in cattività
che appartenevano al Cooper & Bailey Circus di Philadelphia. Fu il primo
elefante nato negli stati uniti ed il primo nato in un circo. James A. Bailey
usò la nascita per farsi pubblicità suscitando l'invidia del più
celebre Circo Barnum che cercò di acquistare l'elefantino. Alla fine
l'accordo si trovò e nacque il Barnum&Bailey Circus.
JUMBO
Il più famoso elefante in cattività della storia è stato
senza dubbio Jumbo. Era un maschio africano catturato cucciolo nel 1861 probabilmente
nel Sudan francese a sud del lago Ciad e trasferito al Jardin des Plantes di
Parigi. Nel 1865 fu scambiato con un rinoceronte indiano e fu spedito al London
Zoological Gardens, dove gli fu dato il nome di Jumbo (da una parola africana,
onjamba, che significa "un elefante"). Per 15 anni Jumbo fu cavalcato
dai bambini che frequentavano lo zoo di Regents Park di Londra. Nel 1882 la
London Zoological Society lo vendette al circo Barnum causando forti proteste
dell'opinione pubblica che vedeva oramai in Jumbo una piccola gloria nazionale.
Per tre anni deliziò gli americani e fu la più grande, e grossa,
attrazione del circo. Benché Jumbo fosse già molto grosso per
la sua età, Barnum ne creò un'immagine leggendaria descrivendolo
come "Bigger than life", e da allora la parola Jumbo è diventata
sinonimo di grande grosso, enorme. Purtroppo la carriera di Jumbo terminò
tragicamente il 15 settembre 1885 quando fu investito da una locomotiva a St.
Thomasin, Ontario, Canada, dove nel 1985 è stato eretto un monumento
per ricordarlo. Lo scheletro di Jumbo è ancora in mostra all'American
Museum of Natural History di New York. Nel 1907 il naturalista inglese Richard
Lydekker utilizzò Jumbo come modello, per descrivere una sottospecie
ora ritenuta essere l'elefante africano della macchia.
AHMED
Pochi elefanti hanno raggiunto da vivi lo status di leggenda. Ahmed fu uno di
questi e probabilmente fu il più celebre, anche per quello che ancora
rappresenta per la salvaguardia della specie. Nacque verso il 1919 e fu un grande
elefante africano. Divenne celebre per le sue enormi, bellissime e perfette
zanne, che curvavano gentilmente verso il terreno in perfetta simmetria. Misuravano
circa tre metri ed ognuna pesava circa 68 kg. Con gli anni queste magnifiche
zanne stimolarono l'appetito dei bracconieri e la vita di Ahmed iniziò
ad essere in grave pericolo. Le zanne di un elefante medio pesano infatti circa
30 chili. L'avorio contenuto in quelle di Ahmed avrebbe rappresentato quindi
un bottino straordinario per i cacciatori. Nei primi anni settanta ci fu una
grande mobilitazione internazionale per la sua salvezza, e tra il 1972 e il
1973 più di 5000 lettere furono inviate East African Wildlife Society.
Il governo del Kenya emise allora un decreto con il quale assicurò ad
Ahmed una protezione armata per 24 ore al giorno. Il 17 gennaio 1974 Ahmed morì
per cause naturali all'età di 55 anni. Era alto tre metri alla spalla
e pesava 5000 kg. Il suo scheletro è in mostra al National Museum del
Kenya a Nairobi. Ahmed è ancora il più celebrato elefante keniano
(e forse della storia) ed è considerato una gloria nazionale e un simbolo
della conservazione della specie. Nel 1977 la sua immagine fu scelta per il
logo dell'Elephant Interest Group di Detroit (USA).
MOTTY
Fu la prima elefantina nata dall'unione in cattività di una femmina asiatica
(Sheba) e un maschio africano (Jumbolino) al Chester Zoo, Inghilterra, nel 1978.
Morì ancora giovane a 10 anni. Oggi riposa al British Museum di Londra.
RAJA
Raja fu un elefante tra i più sacri della storia. Dagli anni '30 al 1988,
a Kandy, nello Sri Lanka, fu sempre alla testa di una processione (la Perahera)
in onore del Buddah, portando su di se una teca con una reliquia. Era considerato
il "più venerato monumento semovente del paese", e nel 1985,
fu dichiarato "tesoro nazionale". Alla sua morte nel 1988, all'età
di 65 anni, gli furono resi grandi tributi da tutta la comunità buddista.
I monaci, con l'aiuto del museo nazionale, mantennero intatta la pelle di Raja
e la utilizzarono per ricoprire il modello che oggi lo ricorda nel museo vicino
al tempio della reliquia.
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