Meno numeri per l'anno nuovo
Pubblicato il 28 dicembre 2005 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Per Matt, Jack e Leroy questo Natale è stato più malinconico che spensierato. I tre eroi di "Un mercoledì da leoni" dovranno d'ora in poi rinunciare al loro mito. L'anno si chiude, tra le altre cose, anche con questa notizia ferale: Clark Foam, rivoluzionario produttore di tavole da surf, simbolo di un paio di generazioni, non solo americane, ha appena annunciato la chiusura della sua attività e soprattutto della leggendaria fabbrica di Laguna Niguel.
Parlando troppo seriamente di surf si fa presto a passare per dei bischeri, ma sarà che quel film, nella sua celebrazione quasi spirituale di questo sport e dell'attesa per il mistico "Big Wednesday" che avrebbe cambiato un'era, fu veramente epico, sarà che scrivo sempre di mercoledì, ma la notizia è un'altra di quelle che colpiscono un po' e che ci aiutano a capire che da qualche anno siamo entrati in un altra epoca, tutta da costruire, che non sarà necessariamente peggiore, ma che imporrà a tutti dei cambiamenti.
Alcune cose però non cambieranno mai, come l'abitudine di spararle grosse a fine anno. In realtà molti praticano senza problemi questa disciplina per tutti i dodici mesi, tuttavia l'arrivo dell'aria natalizia aiuta i più.
Ci siamo così svegliati una bella mattina di qualche settimana fa scoprendo esterrefatti un Valentini che lanciava appelli per il bello e contro la viabilità e la cementificazione selvaggia. E già questo ci mette di buon umore perché dimostra che la realtà supera sempre la fantasia nel creare situazioni paradossali. Lo stesso però, incontenibile, doveva "suo malgrado" constatare che le case servono e che tutte quelle che si fanno si vendono. Va bèh, l'invenduto a Rimini ha raggiungento livelli di assoluto rilevo, ma siamo a Natale e non possiamo che ringraziare per questa dose di (auto)ironia travolgente.
Poi pochi giorni fa sono arrivati gli scoppiettanti dati delle presenze a Le Befane. Secondo il direttore del centro nel primo mese ci sono stati più di 1 milione e 300 mila visitatori. WOW.
Facciamo un momento due conti. In tutta la provincia di Rimini abitano 260.000 persone. Aggiungiamo 120.000 del comune di Pesaro e dintorni, ed altre 30.000 dalle parti di Cesenatico, che sono ben oltre l'Iper di Savignano, e 26.000 da San Marino. Totale più o meno 420mila abitanti, comprendendo poppanti, persone molto anziane, malati, tutti insomma. Mettiamo nel conto anche la tanto sbandierata manciata di clienti arrivati da Senigallia o da Firenze (!), che però sono un numero marginale, ininfluente sul totale.
Se i numeri dichiarati sono veri, significa che ogni abitante di questa porzione di Romagna, ma proprio tutti, ha fatto visita al centro non meno di tre volte (senza contare il cinema). Se eliminiamo dal conto un 15% della popolazione, tutti i restanti dovrebbero aver fatto una visita al centro alla settimana. Se consideriamo che c'è ancora parecchia gente che o non c'è andata o lo ha visto solo una volta per curiosità, i frequentatori attivi, per giustificare quei dati, devono essere entrati a Le Befane praticamente un giorno sì e l'altro pure! Complimenti, ma visto che gli svizzeri se lo erano appena comperato bisognava pure fare un po' di fuochi artificiali!
Non mancano ovviamente i governanti, democratici e non, dal nostro Ravaioli a Omar Bongo, da Berlusconi a Chavez per i quali l'anno che si va a chiudere è sempre stato grandioso e ricco di successi e risultati e, se ci sono pure le elezioni alle porte, anche i programmi sono stati pienamente realizzati. Destra o sinistra, Africa, America o Asia, il lessico è più o meno lo stesso.
Questi ultimi sono anche comprensibili, visto che il loro lavoro è conquistare voti in ogni modo.
Un po' meno comprensibili sono i cittadini che si ostinano a votarli, rifiutando per principio, dove la democrazia invece lo permetterebbe (e noi non siamo né il Gabon né il Venezuela), di votare dall'altra parte, qualunque essa sia.
Un po' nauseabondi sono invece tutti gli altri, che in un mondo cha sta lentamente perdendo di competitività e umanità fanno a gara solo a chi la spara più grossa.
Come disse il vecchio Federico chiudendo la sua ultima opera, "...se tutti facessero un po' più di silenzio, forse si capirebbe meglio".







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