Ok le case. Ma prima le fogne e le strade

Pubblicato il 2 aprile 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Da quando la settimana scorsa è uscito il mio articolo sulla speculazione immobiliare a Rimini, ho avuto continuamente manifestazioni di stima ed inviti ad andare avanti in questa direzione. Tra i tanti, uno dei commenti più incisivi mi è arrivato dalla Svizzera. Da quasi otto anni, dividendosi tra Losanna, Ginevra e la tedesca Heidelberg, un viserbese Doc, Claudio Zamagni, si aggira per le prestigiose università di quelle città, insegnando, scrivendo, studiando. E' uno dei tanti cervelli italiani all'estero, che "ovviamente" l'Università italiana è riuscita a trattenere: recente "orfano" del grande professor Serra Zanetti di Bologna (uno di quelli capaci di segnare con la sua statura un ateneo, e ben conosciuto anche ad un infedele economista come me), è un esperto di storia del cristianesimo, con un saggio su Eusebio da Cesarea in corso di pubblicazione nella prestigiosa collana delle Sources Chrétiennes parigine e mio caro amico da vent'anni. Lascio allora a lui il compito di riempire lo spazio di oggi, facendo quattro chiacchiere tra Rimini e Losanna su ciò che sta succedendo alla sua natia Viserba.
Mi ha fatto molto piacere ricevere la tua mail di commento al mio articolo di una settimana fa. In particolare mi facevi notare che la questione fogne è molto sentita da anni nella zona di casa tua.
Proprio così. Come ti ho detto altre volte, a Viserba sappiamo bene del problema fognario/pioggia, e sfruttiamo anche noi, come tutti, il "mitico" scarico per le acque piovane della "fossa dei mulini", che come sai passa a 300 metri da casa mia, in via Amati. A proposito, ti segnalo che il mulino di via Amati è la seconda più antica costruzione di Viserba, attestata a inizio '800; la più antica è la casa Pozzi, la villazza all'incrocio via Sacramora/via Amati con via Marconi, già attestata nel più antico catasto esistente, del '700.
Nel mio articolo precedente riportavo i dati dell'Economist sulla bolla immobiliare incombente un po' ovunque nel mondo. Ti sembra che a Viserba si possa parlare di bolla speculativa?
Mah, non sono un esperto, ma devi sapere che da qualche anno mio babbo sta cercando un appartamento più piccolo rispetto a quello attuale, oppure una casetta tipica viserbese a un piano, di quelle vecchie residenze estive che erano il cuore di Viserba, prima che il boom ne trasformasse una su due in pensione a due, tre, o più piani... Così, alla ricerca del suo buen retiro, ha assistito con orrore alla scalata dei prezzi, e si è sempre rifiutato di comprare a cifre che gli sono sempre parse folli. Tipo: casetta-catapecchia anni '20 (35 mq. + 60 mq. di scoperto - senza riscaldamento, muffe, tetto rotto, ecc.: inabitabile) a lire 250 milioni (nel 2001); altra casetta di 55 mq., stesse condizioni di abitabilità, ma con 10-15 metri di scoperto a 220 mila euro (nel 2003); per non parlare degli appartamenti in zona stazione, che a lui piace tanto: anche 3.000/3.500 euro al mq.! Lui ha sempre declinato: "loro sono matti, io la casa per abitare ce l'ho!". Insomma, meglio dell'Economist, sempre se avrà avuto ragione di aspettare... E se vieni a vedere dietro casa mia, negli ultimi 3-4 anni hanno fatto (o stanno facendo) forse un'altra cinquantina di appartamenti. Non sto scherzando, ci sono mi pare 7 condomini nuovi e altre case plurifamiliari, tutte in via Amati o in via Donati (che è la via in fondo a destra). Non so se sono stati tutti venduti, ma quello che so bene è che strade e infrastrutture sono state fatte "naturalmente" per tempo!
Naturalmente! Proprio come hanno fatto per la Fiera e tutto il resto! Ma da questo punto di vista siete in buona compagnia. Aspetta solo di mettere piede dalle parti del nuovo Palasport o nell'incrocio di via Coriano e via Montescudo e te ne accorgerai. Tornando a Viserba, vedi altre "minaccie" incombere su quella zona?
Il più preoccupante credo sia il progetto, da anni puramente teorico, di costruire nell'area della ex-corderia, ormai l'unica zona verde rimasta, escluso il parco Sacramora. Ci sono migliaia di metri cubi di fabbricati già esistenti che si potrebbero convertire in altrettanti appartamenti, ma io temo piuttosto lo sblocco incondizionato del terreno, come è accaduto in altre zone, e una cementificazione totale. E' un'area gigantesca, in proporzione alla parte più vecchia di Viserba. Tra l'altro, si tratta di un luogo carico di storia, non solo personale della nostra famiglia (mio nonno ci lavorò prima della guerra e mio babbo, con altri soci, affittò proprio uno di quei capannoni per avviare la sua attività molti anni dopo), ma proprio della storia tragica della Rimini dell'epoca della linea gotica... Bisognerebbe farci su una tesi sopra, se qualcuno non l'ha già fatta: un capannone ha le pareti coperte da giganteschi dipinti che rappresentano un romantico soldatino tedesco pronto a partire che saluta la sua fidanzatina dalle trecce bionde e poi si ritrova, tutto solo, a pensare a lei e al momento di ritrovarla... tre scene mute a mo' di fumetto o di Bibbia dei poveri, se si vuole, di un combattente che certo ci rende la Wermacht un po' più umana, e, sulla parete opposta, un gatto nero con un immancabile motto da caserma, in gotico tedesco: "bere è un vizio, ma bello!". E poi, in un altro edificio, a testimonianza di quando la struttura passò in mano alleata, un deposito di serbatoi da aeroplano americani, bellissimi, di alluminio, e tutti, almeno una volta, nuovi fiammanti e imballati in scatoloni di legno. Ma queste son cose che tutti i viserbesi sanno. Quello che mi preoccupa è semmai che tutto questo vada perso per sempre, che non resti più traccia di queste pitture, che dovettero commuovere perfino gli alleati, che si guardarono dall'intaccarle, forse perchè si riconobbero in quelle scene... Certo, non sono capolavori, ma è la storia di Rimini... Poi ci sarebbe altro da dire, dal punto di vista architettonico (lo splendido edificio-portale razionalista, ad esempio, è in condizioni avvilenti, e che ne è del suo portone di legno?), ma è inutile andare troppo lontano: temo che di tutti quegli alberi e di tutti quegli edifici non resterebbe più nulla se solo chi li possiede trovasse i soldi per bonificare e costruire: ogni tanto salta fuori una bomba inesplosa perfino quando non le si cerca, figuriamoci se ci si volesse costruire!
Dopo otto anni all'estero cosa ricordi della Viserba che fu?
Meglio non pensarci, ogni volta che ci torno, Viserba mi pare sempre un po' peggio, solo fino a dieci anni fa esistevano ancora i campi dove da bambino potevo giocare a calcio con gli amici o le colline da cui scivolare con lo slittino quando nevicava, mentre ora è quasi tutto sparito: non c'è quasi più fazzoletto di terra che non sia costruito, recintato o coltivato: una volta non era così, c'era tanto spazio libero a Viserba... E' ovvio che non si possono più avere le dune di sabbia, che una volta arrivavano ben sopra la linea dell'attuale ferrovia! E' anche un peccato che la falda acquifera si sia un po' sia abbassata e che non basti più fare un buco di un metro per trovare l'acqua minerale, come voleva la mitologia viserbese di una volta... Ma tra l'Arcadia e la Viserba di oggi c'era, fino a pochissimi anni fa, una via di mezzo dove vivere non era tanto male... Cioè, intendiamoci, non ho niente contro l'urbanizzazione, ma prima si facciano le strade, le zone verdi... Lo stesso vale per la Fiera, come dici tu: una bella struttura, non c'è che dire, a Viserba ne sono contenti credo, ma... e la strada??? Pare incredibile, ma ora il traffico è più intasato d'inverno che d'estate, pare di essere sempre sulla tangenziale di Bologna!
Tra l'altro mi pare che il turismo non sia più così interessante per i viserbesi, o mi sbaglio?
Chiedilo ai bagnini; d'estate viene ormai molta meno gente rispetto anche a dieci anni fa, e sempre meno stranieri (quelli che hanno più soldi). Forse è anche perché gli albergatori, stanchi di lavorare, invece di ristrutturare con servizi qualificati e più adatti alle esigenze del turismo attuale, chiudono bottega e fanno un bel condominio: non ho una statistica, ma tra alberghi e pensioni sono sicuramente decine le strutture che sono state chiuse per fare appartamenti negli ultimi anni. I viserbesi le conoscono una per una meglio di me, che ormai sono quasi sempre via, chiedi in giro... Certo, è chiaro che con questi prezzi degli appartamenti, gli ex albergatori hanno il loro bel guadagno, ma sono comunque centinaia di posti letto in meno, tutti con debita autorizzazione del comune: il che fa parte di una politica molto lungimirante, mi pare...
Grazie Claudio, e buon lavoro.

Nubi oscure si stanno addensando all'orizzonte. E nuove gru presto sorgeranno prima che le scavatrici abbiano fatto spazio per adeguare fogne e strade. Tengo a precisare una cosa. Chi scrive non è contrario all'urbanizzazione in sé. Se, dopo aver operato una corretta analisi urbanistica, economica e culturale, l'amministrazione - e con lei i cittadini che la eleggono - avesse deciso che è opportuna la trasformandone di Rimini da cittadina di mare di con 130 mila abitanti a piccola metropoli di 200/250 mila, non ci sarebbe nulla da ridire. Ma tale trasformazione deve essere messa in atto con criteri di sostenibilità ambientale ed umana. Bisogna riconoscere i limiti del nostro territorio e una volta che siano state fornite le dovute infrastrutture (fogne, strade, parcheggi e parchi prima di tutto) ben vengano i cantieri. Ahimè, per ora le cose non stanno così. Tra le tante per esempio, girano notizie abbastanza inquietanti su ciò che sta per accadere nell'area del nuovo e controverso iper Le Befane. Chi volesse fare commenti o segnalazioni sulla cementificazione della nostra città, può inviare dei messaggi al mio indirizzo mail, simomariotti@libero.it








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