Cronaca di una morte annunciata

Pubblicato il 24 marzo 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

"Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei Bastioni di Orione; e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannoiser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E' tempo di morire".
(dal film Balde Runner, 1982)

Quello citato è senza dubbio uno dei finali più straordinari della storia del cinema. Il dramma della morte di un replicante non-uomo che ama la vita più degli uomini, che ha visto cose che andranno perdute per sempre. E' la storia che si chiude su se stessa senza insegnare, che si eclissa dalla vita di oggi, in cui si commentano i drammi della violenza tra i popoli senza sforzarsi di guardare indietro alla ricerca degli errori commessi, di rinunciare ad un po' di quello che si ha, di comprendere la rabbia di chi è felice solo per un bicchiere di acqua pulita. Ma di questo né parlerò tra qualche giorno in un prossimo mio intervento.
Ma, quella famosa frase del film di Ridley Scott si cita spesso, meno drammaticamente, anche per scherzare su situazioni in cui ci si trova di fronte qualcosa che colpisce in modo violento la nostra immaginazione. Personalmente non ho visto i "Bastioni di Orione", ma il mio spirito ha avuto un sussulto probabilmente simile, tempo fa, alla vista spaventosa di quello che sta succedendo dalle parti di Viserba, da mare al monte.
Lo spettacolo che si presenta agli occhi dello sventurato passante è quasi apocalittico. Sembra di essere stati proiettati all'improvviso in uno di quei documentari/film catastrofisti di qualche decennio fa (consiglio a tutti l'affascinante "2022: i sopravissuti" del 1972 con Charlton Heston e Edward G. Robinson), in cui inni alla natura perduta si mescolano a litanie contro il cemento incombente, col sottofondo di Celentano che canta "L'albero di trenta piani".
Ed in effetti gli "alberi" del molleggiato piantati nell'area vicino la zona artigianale di Viserba stanno crescendo molto velocemente. E' ovvio che i costruttori non vogliono farsi scappare l'ultimo treno per l'immortalità: essere riusciti a piazzare non so quante centinaia di appartamenti (paiono 4/500, ma c'è chi dice 800) a prezzi così alti (escluso il Peep) che si fa fatica a stabilire se si tratti di sogno o realtà. In effetti bisogna fare presto prima che qualcuno si accorga del misfatto in corso. I colleghi del britannico ed autorevolissimo Economist lo hanno fatto da un pezzo. Nel numero della scorsa settimana, un articolo sul mercato immobiliare mondiale iniziava con un grido di battaglia: vendere, vendere, vendere. America, Inghilterra, Europa, Australia; ovunque il livello delle quotazioni immobiliari è altissimo. In molti paesi il rapporto tra reddito medio e prezzo del mattone è ai massimi da trenta anni a questa parte, con una sopravvalutazione del 20/30% rispetto alla media storica (il che vuol dire che un appartamento da 300 milioni di lire ne dovrebbe costare 210/240). Il perdurare dei bassi tassi di interesse ha stimolato le richieste di mutui in molte parti del mondo, ma secondo non pochi osservatori, alla precedente bolla finanziaria si è sostituita quella immobiliare e i prezzi medi, dato confermato dai ricercatori del giornale inglese, precipiteranno nella stessa misura in cui sono saliti.
Torniamo allora alla nostra realtà locale. Un pensiero ancora più sconvolgente dei crolli di mercato, viene alla mente di un osservatore un po' più smaliziato, che ha ben presenti le poco poetiche immagini dei fiumi di liquame che si riversano nel nostro mare dopo ogni pioggia.
La zona di Viserba infatti, già da molti anni non brillava per l'efficienza del suo apparato fognario, come d'altra parte accade per tutto il resto della città. Qualche anno fa, infatti, era stato predisposto il piano regionale PRUSST (Piano per la Ristrutturazione Urbana e lo Sviluppo Sostenibile del Territorio) che prevedeva interventi sulla rete fognaria nella zona di Rimini nord, che tra l'altro vedeva l'imminente arrivo di tre megastrutture invasive: la darsena; il centro agro alimentare, ed ovviamente la nuova fiera con tutta l'area circostante. Ahimè, del piano PRUSST non se ne fece più nulla; poco difeso dalle nostre amministrazioni, fu sostituito a livello regionale con un intervento, se non ricordo male, nel forlivese. Chissà se una regione Romagna avrebbe prodotto risultato migliore rispetto ad un dannoso cannibalismo provinciale? Fatto stà che oggi non solo ci troviamo con tutti i problemi irrisolti, ma si è pure sbloccata un'enorme area residenziale i cui devastanti effetti saranno presto sotto gli occhi di tutti.
In breve tempo le centinaia di appartamenti che abbiamo ricordato saranno consegnati. Il che vorrà dire almeno altre 1500 persone ed altrettante automobili (in effetti l'area attigua alla fiera aveva bisogno di qualche centinaio di auto in più!), ed altrettanti gabinetti che dovranno sfogarsi da qualche parte. Ma dove?
Tutta la faccenda però, può essere vista sotto da altro punto di osservazione. Lo sfracelo di abitazioni in costruzione potrebbe essere notevolmente superiore alla capacità ricettiva di questa città (a questi prezzi), soprattutto se si considera che le decine di cantieri aperti in provincia stanno cementificando talmente tanta parte del territorio che pare ci siano in arrivo oltre 2000 appartamenti nella sola area di Rimini nei prossimi 18 mesi. In tal caso l'effetto sul mercato del mostro viserbese potrebbe essere salutare per l'economia di molte future famiglie in cerca di casa: la sovrabbondanza dell'offerta potrebbe portare l'annunciata fine della crescita drogata dei prezzi, con grande dispiacere di chi ha comperato negli ultimi 12 mesi, ma con grande sollievo dei nuovi acquirenti. Ed allora bel vengano le costruzioni.
In tal caso sarebbero meno assillanti sia il problema fognario, sia quello della viabilità visto che per qualche tempo le case resterebbero invendute, quindi vuote. Ma dopo? Cosa accadrà quando si raggiungerà la piena occupazione? Che accadrà al valore di quegli immobili e di tutta l'aera di Viserba monte? Ci hanno pensato gli amministratori? Vista la lungimiranza con la quale hanno rilasciato le concessioni, visto come si sono preoccupati di costruire prima strade e fognature poi il resto, mi sa tanto che sotto molti punti di vista, assisteremo in un prossimo futuro alla solita cronaca di una morte annunciata.








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