di Simone Mariotti
Pubblicato il 4 settembre 2014 su La Voce di Romagna
E’ uno dei più noti gestori globali oggi in forza a Fidelity Worldwide Investment, storica e blasonata società di gestione indipendente, tra le maggiori a livello globale, premiata da Morningstar nel 2014 come Miglior Società Multi Asset, proprio il suo campo d’azione attuale. MBA, laurea in ingegneria presso l‘Imperial College di Londra, membro del team Fidelity Solutions, specializzato in asset allocation e gestione del rischio. Stiamo parlando di Eugene Philalithis, principale gestore del grande fondo bilanciato flessibile globale FF Global Multi Asset Income Fund di Fidelity, uno dei prodotti di punta della società internazionale, e che oggi in un’intervista esclusiva per La Voce di Romagna, ci parlerà di un settore di investimento molto particolare, ma molto interessante nel complesso contesto attuale che stiamo attraversando, quello delle infrastrutture.
Com’è strutturato a livello globale il mercato delle infrastrutture?
Il concetto di infrastrutture comprende un'ampia gamma di opere, servizi e installazioni che sono necessari affinché un paese o una regione possa funzionare a pieno regime ed essere economicamente produttiva. Sono di natura economica o sociale. Per infrastrutture economiche si intendono i servizi che prevedono un pagamento da parte dell’utente, ad esempio i trasporti (strade a pedaggio, porti, aeroporti e ferrovie), l’energia (gasdotti e oleodotti, impianti di stoccaggio) e le comunicazioni (torri per telecomunicazioni mobili e satelliti). Quelle sociali comprendono invece asset come scuole, ospedali e carceri.
Quali sono i principali vantaggi dell’ investimento in infrastrutture?
Innanzitutto flussi di dividendi interessanti, prevedibili e stabili. Gli asset legati alle infrastrutture tendono ad avere alla base contratti pubblici e accordi di concessione o di partnership a lungo termine, mentre alcune società del settore operano come monopoli regolamentati. Poi la tenuta dei profitti attraverso i vari cicli economici, grazie alle caratteristiche difensive di questo segmento di mercato, che tende a muoversi in maniera differente rispetto alle azioni e alle obbligazioni in quanto sono poco correlati fra loro. E di norma le infrastrutture offrono protezione contro l’inflazione.
Quali sono le aree più interessanti in questo momento?
Attualmente si possono identificare le migliori opportunità nelle infrastrutture sociali dei mercati sviluppati. Sono inoltre interessanti alcune infrastrutture economiche, quali gli asset del comparto dei trasporti sostenuti da leasing a lungo termine e i progetti basati su accordi di concessione. Oltretutto nei Paesi sviluppati la domanda di modernizzazione delle infrastrutture continua a crescere e vi è dunque la possibilità di beneficiare di rendimenti stabili anche in contesti economici mutevoli. In Australia, Stati Uniti ed Europa occidentale esiste infatti un ampio margine di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato per quanto riguarda il finanziamento e la gestione di una vasta gamma di asset infrastrutturali. Anche se il comparto pubblico ha tradizionalmente assunto il ruolo di committente naturale per questo opere, i privati stanno giocando un ruolo sempre più attivo in questo campo, aprendo quindi interessanti opportunità di investimento.
Che opinioni avete sull’Asia e sui paesi emergenti? Il loro mercato sembra rimasto più indietro rispetto a quello dei paesi sviluppati, ci sono delle opportunità, o prevalgono i rischi?
Considerando la fase economica in cui ci troviamo e le valutazioni attuali, gli investimenti nei mercati emergenti possono essere particolarmente interessanti sia in ambito azionario che obbligazionario, sia nel breve che nel lungo periodo. Tuttavia per quanto riguarda specificamente le infrastrutture, le ricerche di Fidelity mettono in evidenza che i mercati sviluppati offrono migliori prospettive d’investimento. Ciò è dovuto, oltre che alla grande domanda di modernizzazione delle infrastrutture nei Paesi sviluppati, anche al maggior grado di trasparenza che questi ultimi garantiscono. In particolare le società infrastrutturali quotate sono favorite per i loro standard di trasparenza, che consentono di condurre ricerche e analisi maggiormente approfondite ed affidabili.
Che porzione di portafoglio dedichereste alle infrastrutture globali?
La giusta quota da allocare a ciascuna tipologia di investimenti all’interno di un portafoglio dipende da numerosi fattori, fra cui in primo luogo il profilo di rischio di ciascun investitore e la fase economica e di mercato in cui ci si trova. Nel caso specifico del FF Global Multi Asset Income Fund di Fidelityda me gestito, gli investimenti in infrastrutture costituiscono oggi circa il 10% del totale, ma questa percentuale potrà in futuro salire o scendere a seconda dei contesti di mercato. Aggiungo che se per gli investitori privati può essere difficile investire direttamente in infrastrutture, queste strategie di investimento risultano particolarmente interessanti all’interno di portafogli più ampi e ben diversificati, come quelli di un grande fondo bilanciato flessibile (o più precisamente multi-asset dinamico) come il GMAI.
