Il moderno trionfa. Ma poi arriva il Raffles - Lettere dalla Malesia
Pubblicato il 18 agosto 2005 su La Voce di Romagna a pagina 10

di Simone Mariotti


SINGAPORE. - Non poteva andare tutto liscio. Sono le 18 del pomeriggio e dopo aver acquistato una specie di panino in stile Singapore, cioè con un po' di tutto quanto basta, scendo nella metro e mi posiziono in fila per il biglietto, masticando la mia merenda. Mi si avvicina un poliziotto che mi guarda molto seccato. "Non si può mangiare o bere né sul treno né in stazione. E' un reato!".
Aiuto! Già mi vedo di fronte al giudice implorando il perdono. Avevo letto che la giustizia da queste parti non va tanto per il sottile. La polizia è gentile ma inflessibile, tanto che il nostro simpaticone del "Sara ti Amo" qui si beccherebbe una decina di frustate, ma di quelle che lasciano il segno indelebile.
Temevo che la frase seguente del poliziotto sarebbe stata un drammatico "Mi segua", invece il buon uomo, anche se visibilmente incazzato, mi ha semplicemente detto di non farlo più. Un mito che per fortuna non era così vero. Ho chiesto cosa prevede la legge in questi casi: c'è "solo" una multa che arriva sino a 500 dollari di Singapore (circa 250 euro).
Così come un mito è quello della pulizia maniacale della città: Singapore non è né più né meno di una qualsiasi città nordica, e le cicche per terra si sprecano! Ad ogni modo ci sono decisamente molti ma molti più bancomat che poliziotti!
Iniziare un viaggio in Asia partendo da Singapore è un po' come provare a capire la cucina italiana iniziando da un Mc Donald di Milano.
Singapore è soprattutto la città dei più: l'aeroporto più efficiente del mondo, la metropolitana più precisa (e pulita), la più spaventosa concentrazione di centri commerciali del mondo, con la mitica Orchard Road che ne mette in fila una trentina ognuno di dimensioni tali da far sembrare uno sgabuzzino il Romagna Center di Savignano sul Rubicone.
E tutto sa poco d tradizione, di cultura, di Asia. Poi però c'è lui, il Raffles Hotel, il mero mito che non delude, anche se ristrutturato, anche se circondato da grattacieli alti cinque volte di più, anche se appesantito pure lui dall'immancabile shopping center. Lui li mette tutti in ginocchio.
Bianco come quando Conrad o Kipling sorseggiavano il the nelle sue sale. I facchini in livrea, l'usciere con il turbante, il cortile rinfrescato da favolose piante tropicali, ed anche se ordini un semplice succo di mango ti sembra di assaporare il cocktail più inebriante del mondo. Sono entrato nella hall proprio mentre il pianista intratteneva gli ospiti cantando "As time goes by" (il tema di Casablanca); mancava solo Bogart che scendeva dalle scale in smoking bianco e l'atmosfera esotica avrebbe raggiunto un culmine irripetibile.








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