Pubblicato su La Voce di Romagna, il 6 febbraio 2013
di Simone Mariotti
Ma che c’entrano le Casalinghe con Monte Paschi? Sembrerebbe nulla. In realtà il legame risale a lustri e lustri orsono. Poi nel 2008 Marco Liera, giornalista finanziario di lungo corso al Sole 24 Ore, scrisse un articolo per il giornale di Confindustria che si intitolava Le casalinghe scoprono l’upper Tier II e narrava le curiose vicende che ruotavano attorno al collocamento presso il grande pubblico da parte di MPS di alcune sue curiose obbligazioni.
Ma quel legame domestico richiamava antichi “splendori”, quelli di un’epoca spesso rievocata in questi anni di crisi, i ruggenti anni venti e la successiva depressione, quando il finanziere J.J. Raskob, in un articolo rimasto celebre (Everybody Ought to Be Rich apparso nell’agosto del 1929 sul Ladies’ Home Journal (una diffusissima rivista per casalinghe), suggerì di seguire una tattica finanziaria micidiale: indebitarsi, investire tutto in azioni, e restituire il prestito mentre il mercato “tranquillamente” saliva. Non andò proprio così. MPS, grazie alla sua controllata Banca 121, recuperò quella genialata finanziaria e la rifilò ai suoi clienti tramite i famigerati (e oramai dai più dimenticati) prodotti MyWay e 4You. Ma torniamo a quello che Liera scriveva nel 2008:
«Come fa una banca che mi finanzia l'azienda all'Euribor + 1%, e che alla richiesta di un mutuo a 15 anni per uno dei miei figli mi ha proposto di pagare l'Euribor + 0,9%, a offrirmi su una sua obbligazione un rendimento pari all'Euribor + 2,5%?». La domanda posta da un imprenditore della provincia di Firenze al quale la Banca Toscana ha proposto la sottoscrizione del bond Mps subordinato in collocamento fino al 13 maggio non è banale. La risposta sta scritta nel prospetto di 52 pagine che accompagna l'offerta, dove si legge che «le somme derivanti dalla vendita delle obbligazioni saranno esclusivamente utilizzate dall'emittente per il finanziamento dell'acquisizione di Banca Antonveneta». (…) È la prima volta che un'emissione subordinata di queste dimensioni (due miliardi) viene piazzata ai risparmiatori anziché agli istituzionali. Ciò comporta che i potenziali sottoscrittori (casalinghe, pensionati e così via) attirati dall'alta cedola acquisiscano familiarità con concetti come «upper tier II» e «credit default swap». E dedichino qualche ora alla lettura del prospetto e alle alternative di impiego, se vogliono agire con consapevolezza. In realtà, non accade nulla di tutto questo. I risparmiatori si affidano alle raccomandazioni delle filiali bancarie, certamente in conflitto di interessi, più o meno argomentate. Tornando al caso dell'imprenditore toscano, non è noto quale sia stata la risposta ai suoi dubbi data dal suo referente bancario, ma non deve essere stata particolarmente rassicurante. «La proposta - conclude nell'e-mail - non mi è piaciuta e intanto ho aperto i conti presso un'altra banca».
Bravo! Lui non si è fatto ingolosire da tassi da pifferaio magico. Lui no, ma quanti altri sì? MPS di recente da tempo pubblicizza un conto di deposito che offre fino a oltre il 4%, ma si è scoperto che i suoi attivi, a causa di coperture sbagliate, rendono assai meno, lo 0.26%. Una perdita secca, portata avanti per arrabattarsi un po’ in attesa di un qualche salvataggio, se ci sarà, e se sarà indolore per i creditori. L’emersione dello scandalo attuale non migliora certo le cose. Ma tutti continuano a pensare che le banche tanto non falliranno mai. La settimana prossima racconteremo una storia curiosa al riguardo.
In rete intanto si fanno i conti su chi pagherà per il rimborso del prestito statale di salvataggio, dato che MPS non avrà certamente denaro a sufficienza. Che tocchi di nuovo ai clienti con qualche nuova spesuccia inserita qua e là? Maligni!