Pubblicato il 1 febbraio 2006 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
La prima reazione che ho avuto alla notizia del "ritorno
al presente" del decreto Fini sulle droghe, inserito con insolita originalità
nel provvedimento per le Olimpiadi, è stata di semplice rabbia, unita
alla derisione che credevo si meritasse chi aveva scritto un tal numero di fesserie.
Poi è sopraggiunto lo sconforto pensando alle intelligenze che ci governano,
cui è seguito un realismo più obiettivo e meno ingeneroso con
chi non credo assolutamente essere un idiota, cioè Fini, e la constatazione
che questo è un Paese che farà molta fatica a crescere visto che
non riesce ancora a fare a meno di massicce dosi di demagogia somministrate
continuamente.
Non si tratta neanche delle tante idiozie che sorreggono questa nuova ondata
repressiva. E' il motivo per cui sono state pensate ad essere realmente imbarazzante.
Cito solo uno dei punti critici, forse il più devastante.
Perché certe persone, non moltissime, ma ancora troppe, non hanno nessun
problema a distinguere tra alcolici e superalcolici, tra aspirina e psicofarmaci,
tra una sigaretta di tabacco ed una di cioccolato, ma faticano a comprendere
la profonda diversità di sostanze tra loro estranee loro come marijuana
ed eroina?
Uno dei messaggi più violenti che arriverà alle centinaia di migliaia
di ragazzini che usano cannabis sarà il sentirsi dire che lo spinello
che fumano ogni tanto, e che a loro fa molto meno male della ben più
dannosa "gatta del sabato sera", è uguale all'eroina. Così
non solo i mercati delle due sostanze non saranno separati, come un sistema
di legalizzazione, perlomeno di quelle leggere, consentirebbe, ma lo spacciatore,
da oggi molto più ricco, avrà un'arma in più per convincere
i suoi clienti a fare un bel salto nel delirio provando qualcosa dal "sapore
diverso". Basterà avere in tasca una copia del decreto Fini: "Non
ti preoccupare per gli effetti. Vedi, sono la stessa cosa, cambia solo il gusto,
te lo dice il ministro, c'è scritto qui, e lui è uno di destra,
uno cattivo con noi, non direbbe cose per fregarti".
Poi c'è il problema delle carceri e della giustizia paralizzata da montagne
di procedimenti miseri che non aspettano altro che una nuova ondata di giustizialismo
grasso per collassare del tutto.
E mi volete dire che Fini e i suoi non si rendono conto di tutto ciò?
Lo stesso Fini del viaggio in Israele, dell'apertura sul voto agli immigrati,
del si alla procreazione assistita?
Veramente credono che l'Italia necessiti di una legge molto più severa
di quella Americana, che anche lei quanto a stolta follia repressiva non scherza?
No. Fini sa tutto ciò, ma doveva da tempo fare qualcosa di destra. Questo
decreto giaceva da anni nelle cantine del Parlamento come una garanzia, a dimostrare
che il suo babbo aveva ancora nel sangue un po' di fascio duro. Potevano approvarlo
prima, direbbe uno sprovveduto, in uno dei tanti momenti di "alto governo"
degli ultimi anni, magari con la stessa leggerezza olimpica di oggi. Ma sarebbe
stato scomodo. Come si sarebbero smarcati davanti al disastro che avrebbe prodotto?
Oggi invece tutto filerà liscio.
Siamo alla fine, i topi stanno abbandonando la nave, e quando il decreto entrerà
in vigore il suo creatore non sarà più al suo posto. Però
il gesto lo avrà fatto, e comunque vada sarà un successo.
Se la sinistra revocherà il provvedimento e se, come purtroppo accadrà,
non farà altre modifiche al sistema proibizionista attuale, resteranno
i disastri di oggi, ed allora si dirà che la legge Fini sarebbe stata
la vera alternativa.
Se resterà in vigore, al governo ci sarà qualcun'altro cui attribuire
le colpe della mancata applicazione, visto che, come in mille altri casi nostrani,
anche questa legge è stata pensata per non potere essere veramente applicata,
scaricando vigliaccamente sulle forze dell'ordine la responsabilità della
ragionevolezza.
La legge deve ricevere l'approvazione della Camera, ma è una formalità.
Intanto, i veri vincitori "morali" di tutta questa storia hanno già
preparato le loro migliori bottiglie, e sono pronti per brindare allo scoppiettante
inizio di questa straordinaria ed inaspettatamente ricca, per loro, campagna
elettorale. Sono i mafiosi, gli spacciatori, i terroristi. Quelli che si arricchiscono
sempre più, e che ancora una volta dovranno ringraziare il popolo occidentale
che nonostante 40 anni di fallimenti, gentilmente persevera con la politica
del proibizionismo.