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Pubblicato l'11 agosto 2005 su La Voce di Romagna
di Simone Mariotti
"Sono una donna istruita, laureata con lode in sociologia
e con un master in Special Education. Ho assistito i bambini con problemi di
udito, e ho insegnato lingua inglese sia in una scuola per adulti che in un
community college, fino ad arrivare a dedicarmi a tempo pieno alla riforma delle
politiche sulla droga. Ora sono una scrittrice e un'attivista per la giustizia
sociale. Amo fare esercizio, ballare, cantare, leggere, tenermi informata, mangiare
buon cibo e viaggiare. Sono sposata con un uomo meraviglioso e amo passare il
tempo con la mia famiglia e gli amici. Ho un buon punteggio sulla patente e
non sono mai stata arrestata. Mando avanti una bella casa, ho rapporti di buon
vicinato, e riciclo. Pago le tasse, mi guadagno da vivere onestamente, non ho
debiti e voto regolarmente. A proposito, non sono così diversa dagli
altri consumatori di cannabis".
A parlare è Mikki Norris, californiana, 53 anni, una delle leader americane
del movimento antiproibizionista sulla cannabis. Anni fa ha dato il via alla
Cannabis Consumer Campaign di cui oggi ci parlerà in questa lunga intervista
rilasciata a La Voce. Un compito non facile in un paese, gli Stati Uniti, in
cui vige una delle normative più rigide (e più disastrose) al
riguardo. L'Italia rischia di piombare nello stesso inferno se dovesse essere
approvata la famigerata legge Fini, che da un paio d'anni giace minacciosa nel
limbo del Parlamento.
Buongiorno Mikky. Per cominciare toglici subito un
"dubbio": i consumatori di cannabis sono dei soggetti così
poco raccomandabili come dicono?
Osservo da anni i fumatori di cannabis, e sono colpita dal fatto che sono tra
le persone più intelligenti, talentose, interessanti, divertenti, lavoratrici,
affettuose, dignitose, di successo, oneste che io conosca. Vivono la loro vita
semplicemente come ogni altro. Lavorano, pagano le tasse, si occupano della
famiglia e contribuiscono alla comunità. Poi penso che tutte queste persone
sono considerate dei criminali agli occhi della legge.
Non ha senso. Noi consumatori di cannabis siamo stigmatizzati, chiamati con
nomi come "pothead" (testa di erba) "druggie", "perdenti",
semplicemente perché scegliamo di condividere la pianta di Dio, la cannabis,
la marijuana.
I cosiddetti "drug-test" determinano se qualcuno è adatto o
no per fare un lavoro, partecipare in attività scolastiche, essere un
genitore o stare fuori di prigione, al di là di quelle che sono le sue
qualifiche, la sua storia lavorativa, le referenze e i risultati conseguiti.
In pratica, siamo giudicati dalle nostre urine, dal sudore, dalla saliva, dai
capelli piuttosto che dalle nostre azioni e dal nostro comportamento. Questa
è discriminazione.
Quali sono le conseguenze più spiacevoli?
I consumatori di cannabis, perdono opportunità di lavoro, perdono indennità
e pensioni, la custodia dei loro figli e l'alloggio, e vivono una vita soggetta
ad arresti, persecuzioni e incarcerazioni, in alcuni casi per molti anni. Il
governo ci può sequestrare il nostro denaro, le proprietà e la
libertà per aver coltivato la nostra pianta preferita nel nostro giardino.
Eppure la proibizione non riesce a frenare il consumo
Esatto. Nonostante le queste dure conseguenze, milioni di persone continuano
a consumare cannabis ogni giorno. E' la droga più diffusa dopo alcool
e tabacco. La maggior parte la usa occasionalmente - ai party, prima di una
passeggiata nella natura, quando offerta da un amico. Molti la usano regolarmente
come l'alcool per rilassarsi e distendersi dopo una giornata di lavoro, per
stimolare l'appetito, ascoltare musica o guardando la tv, per stimolare la creatività,
per entrare meglio in contatto con la propria spiritualità o sessualità,
per facilitare l'assunzione di una miriade di alimenti, o semplicemente per
divertirsi. La maggior parte ne fa uso in modo responsabile, senza alcun problema,
a parte, naturalmente, l'essere beccato dalla polizia per semplice possesso,
per coltivazione o per averla venduta a qualcun'altro.
Quanti sono i consumatori americani?
Tutti conoscono un consumatore di cannabis, solo che non lo sano. Si è
stimato che 100 milioni di persone negli Stati Uniti l'anno provata, e 15 milioni
la usano regolarmente. I consumatori di cannabis provengono da ogni ambiente.
Ci sono professionisti, avvocati, presidenti di consigli di amministrazione,
programmatori, insegnanti, studenti, artisti, musicisti, atleti e via dicendo.
Siamo i tuoi amici, vicini, familiari, colleghi, membri eletti di una comunità.
Ma tu puoi non saperlo, perché troppi di noi lo tengono nascosto per
paura.
Che cos'è la Cannabis Consumer Campaign?
E' un progetto educativo pubblico diffuso via internet creato per dissipare
la paura sociale che circonda l'uso della cannabis. Il nostro obiettivo è
quello di far abrogare le leggi sulla marijuana e di sostituirle con un sistema
di regolamenti simile a quello in vigore per l'uso di alcool.
E' una sfida agli stereotipi e ai miti negativi sulla cannabis combattuta attraverso
il sito www.cannabisconsumer.org, in cui si possono trovare le descrizioni,
le immagini, la storia delle persone che hanno incorporato l'uso di cannabis
nella loro vita in modo benefico. Speriamo così di modificare l'atteggiamento
della società per far cadere le motivazioni sostegno della proibizione,
di far capire che criminalizzare tante persone assolutamente normali, non è
altro che un enorme spreco di denaro pubblico e di preziose risorse.
Una parte importante di questa campagna è la richiesta per uguali diritti
per i consumatori di cannabis. Nonostante sia comunemente accettato che l'uso
della cannabis è associato a minori problemi sia all'individuo che alla
società rispetto alla maggior parte delle droghe legali (come tabacco
e alcool) e dei farmaci, il suo inserimento nella Tabella I delle sostanze controllate
(la stessa dell'eroina) porta gravi penalità ai consumatori, e a grandi
disparità rispetto ai bevitori di alcool e ai fumatori di tabacco. Chiediamo
che i consumatori di cannabis non siano considerati dei cittadini di serie B,
e che per la cannabis entri in vigore lo stesso sistema di diritti e regolamenti
valido per l'alcool. Tutto ciò dovrebbe essere parte integrante di una
società liberà.
L'alcool però è vietato ai minori negli
Usa!
Non fraintendetemi. Non sto dicendo tutto questo per stimolare il consumo. Ad
alcune persone non piace o non risponde bene ai suoi effetti. Come per l'alcool,
personalmente credo che i minori non dovrebbero usarla e dovrebbero essere usate
delle risorse per scoraggiarne l'uso, a meno che non sia raccomandato dal medico
per qualche terapia. Tuttavia, dovrebbe essere una scelta legalmente disponibile
per gli adulti che lo vogliano fare in modo responsabile, senza danneggiare
il prossimo ed in un contesto accettabile.
Perché hai creato questo progetto?
Attraverso il mio lavoro con lo Human Right and the Drug War Exhibit Project
(www.hr95.org), ho imparato come in nostro governo colpisca e distrugga gli
individui e le loro famiglie con condanne gravissime anche per il primo consumo,
non offensivo, con pene che vanno dai 10 e 20 anni sino all'ergastolo.
Nel libro Shattered Lives: portraits from America's Drug War (Creative Xpression,
2000), che ho scritto insieme ad altri collaboratori del Human Right, abbiamo
raccontato molte storie orribili di persone vittime delle politiche antidroga
americane. Osservando la Drug War nel contesto della Dichiarazione dei Diritti
dell'Uomo delle Nazioni Unite, abbiamo trovato che gli Usa violano molti dei
suoi articoli, specialmente riguardo alla protezione contro le pene crudeli
e inusuali, la distruzione dell'integrità della famiglia, protezione
contro sequestri e perquisizioni, discriminazioni culturali e razziali, libertà
religiosa, e molte altre ancora.
E tutto ciò si traduce in un grave problema
carcerario, giusto?
Infatti. Nel trattare il "problema droga" con i metodi della giustizia
criminale piuttosto che con quelli della salute pubblica, gli Usa hanno creato
una vasta popolazione carceraria che sta foraggiando quello che potrei definire
un Prison Industrial Complex. Ci sono attualmente circa 450.000 persone in carcere
per reati connessi alla droga (su un totale di 2 milioni di prigionieri) - un
numero più grande dell'intera popolazione carceraria dell'Unione Europea
(solo che l'Europa ha molti milioni di cittadini in più). Circa 750.000
persone sono arrestate ogni anno per marijuana - l'88% per semplice possesso
- che si traducono in multe, galera, parcelle di avvocati, perdite di lavoro
ecc.
La Drug War ha creato casi di tremenda ingiustizia come quello celebre di Jodi
Israel, una giovane madre condannata ad 11 anni per aver consumato marijuana
per insieme al marito, che di anni se ne beccò 29. Il governo rese orfani
i 4 figli della coppia che furono separati in 4 famiglie diverse.
Molti piccoli trasgressori e specialmente le donne spesso vengono sbattuti in
galera con l'accusa di cospirazione solo per essersi trovate nel posto sbagliato
al momento sbagliato o per non essere state informate dal marito o dal proprio
ragazzo di quello che stava accadendo.
Secondo uno studio realizzato dall'economista di Harvard Jeffrey Miron, gli
Stati Uniti spendono circa 7,7 miliardi di dollari ogni anno per arrestare ed
incarcerare persone per reati legati alla marijuana. Dobbiamo alzarci e dire
"basta". Troppe persone vengono incarcerate. Troppi soldi vengono
sprecati in questa politica proibizionista fallimentare. Ci sono un sacco di
altre droghe, meno care e disponibili a tutti più di quanto non lo fossero
all'inizio della proibizione.
I giovani dicono che è più facile ottenere marijuana che alcool,
perché non c'è bisogno della carta d'identità nel mercato
nero. La cannabis è un prodotto che dovrebbe essere controllato, tassato
e regolato. Ha la potenzialità di generare miliardi di dollari per le
casse dello stato, soldi che potrebbero essere impiegati per migliorare i servizi
sociali, l'educazione, la sanità.
Ci puoi dire qualcosa sui Cannabis Consumers? Chi sono?
Ho raccolto circa 1700 profili di consumatori. Contrariamente agli stereotipi
essi provengono da tutti i settori della società, da tutti i background
socioeconomici e religiosi, da tutte le razze ed etnie, da tutti i partiti politici
e di tutte le età. Molti hanno conseguito lauree, masters o altre qualifiche
in una grande varietà di professioni. Ci interessa capire e aiutare gli
altri. Siamo molto ben rappresentati nell'industria informatica, e questo spiega
perché queste aziende hanno smesso di fare i drug-test ai loro dipendenti.
Siamo attivi in ogni settore e lungi dall'essere dei perdenti, noi facciamo
e otteniamo.
Puoi fare qualche esempio?
TIM è un uomo di mezza età ed è un direttore vendite per
un'impresa di assicurazioni. E' un membro dell'Economic Club della sua città,
della Camera di Commercio, della Christ Churc, e fa parte del consiglio di amministrazione
di un'azienda sanitaria. Ama il giardinaggio, lo yoga, la politica, legge e
viaggia.
DAVID ha iniziato a fumare cannabis sin da quando aveva 17 anni, nel 1946. E'
un ex star della televisione ed ha intervistato moltissime celebrità.
Ha vinto diversi premi per la sua oratoria ed ora è uno scrittore. Generalmente
fuma di notte, e usa la cannabis per stimolare la sua creatività, migliorare
l'attività sessuale, per aiutare il sonno, per la sua salute (dolori
alla schiena dovuti ad un incidente occorso in giovinezza, quando gareggiava
in auto, e altri problemi seguiti ad una terapia antitumorale), per scrivere,
rilassarsi, stimolare l'appetito ed apprezzare la musica.
AMANDA è una laureata in scienze sociali in un prestigiosa università.
Dice di se: "Sono una donna intelligente, molto motivata, e di successo
nel mondo accademico. Non ho mai fatto del male a nessuno, ho adottato tre gatti
dal gattile e sono vegetariana. Sono la contabile per la mia Home Owners Association.
Posseggo la mia casa e non ho debiti. Ho una meravigliosa relazione con la mia
famiglia e la adoro. Ho un matrimonio felice e stabile; ho assistito persone
sopravvissute a stupri e i bambini dei sobborghi. Credo nella pace e nella giustizia
sociale. Voto e incoraggio la gente a farlo. Fumo cannabis quasi tutti i giorni.
Ho un disturbo di digestione che mi crea dolori addominali lancinanti. Ho provato
varie terapie mediche senza successo. La Cannabis è a sola medicina che
tiene a bada il dolore. É come lo yoga per la mente, e incrementa la
flessibilità cognitiva e creativa".
AL è un esperto di computer e un consulente/imprenditore. E' un membro
attivo di due comitati dell'Accademia Nazionale delle Scienze, e per 12 anni
è stato parte del consiglio direttivo del San Diego Repertory Theatre.
Ama tutte le forme d'arte, la musica, la filosofia, la politica e la religione.
TONY è un ex ispettore capo di polizia e viene da Hong Kong. Parla tre
lingue europee e due asiatiche. Si interessa di cultura e linguistica, arti
mediche, musica, letteratura. Viaggia e fa immersioni subacquee. Per i suoi
servizi ha ottenuto il Colonial Police Long Service & Good Conduct Medal
(Hong Kong). Ora è un volontario per l'assistenza a disabili, direttore
di alcune riviste commerciali nel settore edilizio e collaboratore freelance
per varie pubblicazioni. Tony racconta: "Inizialmente avevo una visone
anti-droga, ma osservavo che le persone che conoscevo e che usavano cannabis
erano generalmente più intelligenti, sensibili, con maggiori capacità
di espressione rispetto a coloro che non ne facevano uso. Capii che se la propaganda
anti-droga fosse stata vera, era improbabile che lo fosse nonostante il loro
uso. Allora iniziai a considerare la possibilità che tutto ciò
potesse essere "a causa" del loro uso e di conseguenza iniziai a fare
sperimentare la cannabis. Ciò mi convinse che la seconda ipotesi era
quella più probabile e da allora sono stato un consumatore".
Nessuno ha avuto dei problemi per aver dichiarato pubblicamente
l'uso di cannabis?
Fortunatamente no, nonostante sia rischioso uscire allo scoperto nel clima politico
attuale. Alcuni hanno chiesto di essere rimossi durante il cambio tra un lavoro
e un altro per paura che ciò potesse influenzare la possibilità
di essere assunto. Altri che ci hanno contattato hanno avuto problemi in precedenza.
Un'infermiera ha perso l'abilitazione perché risultata positiva al test
del THC (il principio attivo della cannabis), nonostante il suo irreprensibile
passato lavorativo. Il test impedisce ad alcuni anche solo di fare domanda di
lavoro. Altri sono stati licenziati dopo venti anni di lavoro esemplare a causa
di un test a sorpresa sulle urine.
Che opinione hanno di se i cannabis consumers?
Alla domanda "Come la cannabis ha cambiato la tua vita?" è
sorprendente la frequenza di persone che sostengono di essere diventate delle
persone migliori. Dicono che la cannabis li ha resi più tolleranti, pazienti,
più disposti ad accettare i difetti degli altri, più aperti mentalmente,
di un umore migliore, meno depressi e meno arrabbiati. Li aiuta ad affrontare
i problemi da un differente punto di vista. Dà loro la possibilità
di incontrare nuove persone e legare con diversi gruppi di amici. Alcuni dicono
persino che la cannabis li ha resi genitori migliori. Piuttosto che bere alcool
di ritorno dal lavoro stressati e stanchi, desiderosi di essere lasciati soli,
essi fumano un po', diventano più pazienti, giocano con i loro figli
o leggono loro un libro.
Cosa vorresti dire in conclusione?
Se la nostra immagine pubblica sarà basata sulla realtà piuttosto
che sulle menzogne continuamente propinate dai media e dal governo, allora il
raggiungimento del nostro obiettivo sarà più facile. Richiede
coraggio svelarsi la prima volta, ma sarà più agevole se sempre
più persone decideranno di unirsi a noi. Col tempo, speriamo, la società
si guarderà indietro è si renderà conto di quanto siano
ridicole e sadiche le politiche sulla droga che trasformano in criminale chi
assolutamente non lo è.
Staremmo tutti meglio quando riconosceremo la saggezza delle parole di Gesù:
"Non è ciò che entra nella bocca dell'uomo che può
farlo diventare impuro. Piuttosto è ciò che esce dalla bocca:
questo può far diventare impuro l'uomo" (Matteo 15, 11). In altre
parole, giudichiamo le persone dalle loro azioni e dal loro carattere e personalità,
non da ciò che consumano.