Pubblicato l’1 giugno 2011 su La Voce di Romagna
di Simone Mariotti
Credo che mai negli ultimi 17 anni Silvio Berlusconi abbia suscitato tante perplessità come in questo momento tra i suoi elettori. Le sue gesta delle ultime due settimane sono state sotto molti punti di vista incomprensibili, quasi scelte ad hoc per fare un danno a una coalizione che non lo osanna più come lui vorrebbe, ma che al tempo stesso non si sa come farà a sopravvivere alla sua uscita di scena. Eppure le cose non succedono a caso, e gli elettori hanno punito in un modo straordinariamente spietato proprio i simboli più berlusconiani: la “sua” Milano, la “sua” Sardegna (e il risultato di Cagliari, non è meno significativo del bellissimo successo di Pisapia) e la Napoli delle infinite e ricorrenti promesse sui rifiuti. Non so ora che si deve aspettare quella disgraziata città con De Magistris, ma anche nella capitale del sud Berlusconi è stato battuto due volte, e sonoramente.
Battuta anche la Lega, dei cui successi, come più volte ho scritto in passato, non si è mai dovuto temere troppo, perché sempre seguiti da una cronica mancanza di consistenza, sempre destinati a non produrre altro che reazioni di pancia, sempre mal gestite.
E paradossalmente sembrano “sconfitti” anche i grillini, vittime del loro forzato arroccarsi nel dire che son tutti uguali senza distinzioni, e per questo già in parte oscurati dai travolgenti successi delle coalizioni sinistra che, seppur ancora eterogenee (e Bersani, o chi per lui, avrà di che preoccuparsi), hanno già dimostrato di non temere la loro presenza. A Rimini i 5stelle saranno certamente una novità in consiglio, ma partono con le armi spuntate, le stesse che stanno perdendo (se mai le hanno avute) i consiglieri regionali grillini eletti in Emilia-Romagna, e temo che tra qualche tempo qualcuno del Movimento inizierà a chiedersi: “e se avessimo sprecato l’unica occasione vera che avevamo per cambiare qualcosa a Rimini?”. Ma certi treni non passano sempre, e Gnassi è riuscito a salirci al volo, grazie anche agli assist che gli ha offerto il Cavaliere, le cui mosse recenti hanno schifato molti di quegli elettori pronti a fare una croce sul nome di Renzi se non ci fosse stato il simbolo di quel Berlusconi a fianco. Ma non sarebbe bastato lo stesso, perché Gnassi ha vinto, e bene.
Cinque anni fa, dopo la terza elezione di Ravaioli, chiusi un mio articolo riportando una delle “tragedie in due battute” del grande Achille Campanile, uno dei maggiori umoristi italiani del ’900. Oltre ai suoi irresistibili romanzi come Agosto moglie mi non ti conosco e Se la luna mi porta fortuna, il suo nome resta legato anche a delle freddure con cui allietava i lettori dei quotidiani e che lui chiamava, appunto, “Tragedie in due battute”. Una di queste era la seguente, alla quale ho aggiunto io l’ultimo protagonista.
CATTIVO GIUOCO
Personaggi:
Il Tempo
La Giovinezza
L’Amore
La Vita
La Speranza di cambiare qualcosa a Rimini
All’alzarsi del sipario, il Tempo, La Giovinezza, l’Amore, la Vita e la Speranza di cambiare qualcosa a Rimini giocano a Bridge. Sono state distribuite le carte.
Il Tempo: “Passo”
L’Amore: “Passo”
La Giovinezza: “Passo”
La Vita: “Passo”
La Speranza di cambiare qualcosa a Rimini: “Passo”
Buttano via le carte
(Sipario)
Gnassi ha fatto di tutto per smarcarsi dalla vecchia amministrazione puntando sull’idea di voltare pagina, il che vuol dire che cinque anni fa, in effetti, non era cambiato nulla in meglio.
Ieri il direttore del nostro giornale ha scritto che il nocciolo dell’operazione Gnassi è semplice: “cambiare il modo di gestire le cose, facendo credere a qualcuno di contare, per mantenere il solito sistema di potere”. E’ un’affermazione quasi ovvia, ma che si sentirebbero di sottoscrivere anche molti elettori di Gnassi, più spaventati dall’osceno Berlusconi che da Renzi, o sedotti dai soliti inciuci di un centro-destra che si è presentato a queste elezioni in uno stato di demenziale rissa tra bande, che prima tutti i dirigenti locali del PDL-Lega tolgono il disturbo meglio è per tutti. E se Gnassi vorrà davvero lasciare un segno, è bene che tenga conto di questa opinione diffusa.
Voltare pagina sarà la sua mission impossible, e sarò il primo io a essere felice di un suo successo, e gli faccio un sincero in bocca al lupo per questo lavoro non facile.
Ma se vorrà distinguersi sin da subito c’è una cosa che non dovrà ereditare dal passato ed è mantenere quello che ha detto lunedì sera dopo la vittoria, di non cedere cioè al rancore, agli sgambetti e alle coltellate, tipico invece dei leader delle comunità in cui vincono sempre nei confronti di quelli che non ti adulano (proprio alla Berlusconi). E fa certamente crescere di più, ed essere migliori amministratori, avere degli avversari che creano difficoltà, e che non fanno sconti, anche rompendo i coglioni, piuttosto che essere circondati da cortigiani adulanti ai quali hai fatto credere di contare qualcosa.