Think global, e fatti le domande giuste

Pubblicato il 6 aprile 2011 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

Marzo 2011. Una grande banca italiana emette delle obbligazioni garantite anche da mutui (e per questo valutate tripla A) offrendo un rendimento del 4,173%, riservando il collocamento agli investitori istituzionali. Negli stessi giorni, la stessa banca emette anche obbligazioni tradizionali, senza la garanzia aggiuntiva, e a un tasso del 3,02%. Questa emissione viene destinata, non v’è neanche bisogno di dirlo, ai clienti retail. La notizia l’ho appresa dal Sole 24Ore, che citava anche la banca, ma non è il nome che conta, perché si tratta della vecchia pratica delle banche, tante volte denunciata, di rifilare ai propri clienti titoli che, a quelle condizioni, nessun altro comprerebbe. Ma i clienti sono affetti da distorsioni cognitive. Nel nostro caso è l’euristica della disponibilità, che fa si che si sovrastimi la solidità della banca emittente perché, essendo la “nostra”, ci ricopre di informazioni, dirette o indirette, che la fanno sembrare diversa dalle altre, a partire dalla struttura fisica: ne vediamo i muri, parliamo con gli impiegati, ne leggiamo i depliant che la rappresentano. “Tutto questo ben di Dio non può avere seri problemi di solidità finanziaria”, è la conclusione ovvia di quasi tutti.
Nelle ultime tre settimane quattro persone mi hanno chiesto un parere su certe obbligazioni proposte dalla loro banca locale (tre riguardavano lo stesso istituto sul quale in passato mai avrebbero dubitato, e oggi esagerano con i timori). Posti davanti a una mia domanda, la risposta è stata identica per tutti: “Secondo te, un cittadino di un’altra regione/provincia in cui non è presente la nostra banca, comprerebbe, a quel tasso, le obbligazioni emesse da una banca locale riminese di uguale solidità della loro equivalente locale, non quotate, investendo in esse una percentuale di denaro pari a circa il 25% dei suoi risparmi?” Il “no” è stato unanime e deciso, da domanda retorica. “Perché allora dovresti farlo tu?”, ho fatto notare, “a meno che tu ovviamente compreresti quegli stessi titoli ma di una banca, che so, laziale”. Imparando a farsi le domande giuste, anche i cittadini scoprono che trasformarsi in investitori istituzionali non è poi così difficile.
La regola, dunque, è quella di non fare quello che dicono è propongono le banche? No, anche se spesso aiuterebbe. Però si deve fare uno sforzo per non cadere in difese che generano altri errori, con solo l’illusione di averci provato. Giorni fa, intervistato dal Sole (Plus24 del 12 marzo scorso), il presidente di Federconsumatori Rosario Trefilletti suggeriva la solita difesa anti conflitto di interessi, partendo dal presupposto che le banche dovrebbero essere degli enti caritatevoli. Che le banche siano in conflitto è un’ovvietà, com’è un’ovvietà che, in una forma o nell’altra, è in conflitto chiunque faccia un’attività commerciale. Non è da cercare lì la difesa. Infatti Trefiletti offre da una parte una soluzione solo apparentemente prudente, quella cioè di scegliere in via prioritaria investimenti tradizionali come BoT e BTp (chissà se Trefiletti darebbe lo stesso consiglio ai cittadini greci, portoghesi o irlandesi, che per il tipo mercato e il comportamento delle banche potrebbe essere valido anche la?), dall’altra soluzioni paradossali come quella dell’invito al “contrasto di interessi”. Invita cioè a domandare alla propria banca i prodotti offerti dalle altre, cosa che, all’interno del piccolo cartello bancario italiano, porterebbe nel giro di poco a una semplice partita di giro tra collocatori (io ti colloco i tuoi, tu i miei), attraverso la quale magari si venderebbe ancora più spazzatura.
La settimana scorsa ammonivo su un probabile cambio di scenario di lungo periodo che avrà a che fare con l’universo obbligazionario nei prossimi decenni. Non è un’informazione su cui agire subito per impostare quelle scelte che hanno come obiettivo i prossimi tre mesi. Serve invece per valutare una scelta di fondo per il futuro, per perseguire la quale gli strumenti si possono trovare anche nella vostra piccola banca locale. E un pacchetto di obbligazioni e azioni globali (e non solo “occidentali”), comprati anche tramite una piccola Cassa Rurale, per i lustri che verranno avrà un rapporto rendimento/rischio che sarà verosimilmente superiore ai BTp e alle obbligazioni della vostra banca, qualunque essa sia.







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