Tutto resta immobile e l'ottimismo vacilla

Pubblicato il 3 novembre 2010 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

sconfortato mi ha detto: "questo è un paese senza speranza".
Riporto interamente il Buongiorno, la rubrica del vicedirettore de La Stampa Massimo Granellini, di giovedì 28 ottobre 2010:

Ogni volta che vedete i roghi di Terzigno, prima di arrabbiarvi pensate a Vincenzo Cenname. Dopo vi arrabbierete molto di più. Cenname è un ingegnere ambientale, eletto sindaco di un Comune di duemila anime della provincia di Caserta, Camigliano. Alle spalle non ha né la destra né la sinistra, ma una laurea. Sulle spalle una testa. E dentro la testa un sogno: trasformare il suo borgo in una Svizzera col sole. Mette le luci a basso impatto energetico al cimitero e i pannolini lavabili all'asilo nido. Si inventa una moneta, l'eco-euro, spendibile solo in paese, con cui ricompensa i bambini che portano a scuola il vetro da riciclare. Giorno dopo giorno, senza alcun aumento dei costi, cattive abitudini inveterate si trasformano in comportamenti virtuosi, mentre la raccolta differenziata raggiunge percentuali scandinave.
E i luoghi comuni sul Sud immutabile e inemendabile? Rottamati dal sogno di un sindaco casertano che ha meno di quarant'anni. Ci si aspetterebbe la fila di notabili alla sua porta: la prego, ingegner Cenname, venga a insegnarci come si fa. Arriva invece una legge assurda che solo in Campania toglie ai Comuni la raccolta dei rifiuti per affidarla a un carrozzone provinciale. Il sindaco si ribella, sostenuto dall'intera popolazione, ma il prefetto segnala il suo caso al ministro Maroni. In dieci giorni il consiglio comunale viene sciolto e Cenname rottamato neanche fosse un mafioso. Da allora sono passati tre mesi, ma non lo sconforto per l'ottusità di uno Stato che per far rispettare una brutta legge ha sporcato quel po' di pulito che c'era.

Il giorno successivo arriva un'altra "perla": "Irregolarità nelle tracce, annullato il concorso da notaio". Su siti e social network si levano i commenti dei candidati: "Vergogna, è l'esame più mafioso della storia". L'Ordine dei notai è nel più totale imbarazzo, così come il Ministro della Giustizia che sottolinea la gravità del fatto.
Già, gravità è una parola leggera perché i notai non sono proprio persone qualunque nel nostro sistema. Sono coloro che nell'ordinamento italiano certificano, detto in modo un po' grossolano, la verità e l'esattezza delle cose, sono i "santoni" della precisione e i garanti della regolarità e della legalità delle principali transazioni della nostra vita. L'irregolarità e la manipolazione di un concorso notarile è credo uno dei più drammatici ritratti di un'Italia rassegnata all'illegalità, o come nel caso del sindaco ingegnere, alla stupidità.
Un altro giorno passava e si apriva, nella semi-indifferenza di giornali e tv, che già hanno scelto Niki come nuovo idolo mediatico, il congresso dei Radicali Italiani, dove l'illegalità italiana si chiama, giustamente, "peste".
La settimana è poi iniziata con l'elezione, dopo quelle di Cile, Argentina e Costa Rica, della quarta donna a capo di uno Stato (il Brasile) nella machissima America Latina.
Le speranze che qualcosa cambi arrivano da lontano, ma anche da vicino, dalla tenacia di un vecchio leader come Pannella, che ha di nuovo dato il suo corpo per provare a ottenere verità e giustizia per cose che nell'era di Ruby Rubacuori sembrano marginali e lontane, come le carceri e la guerra in Irak.
I radicali proposero l'esilio per Saddam, una posizione scomoda tra guerrafondai che dovevano sparare per forza e i pacifisti che volevano lo status quo. Sempre più fonti testimoniano che l'esilio era stato accettato dal regime, che le armi di distruzione di massa non c'erano, che la guerra avrebbe potuto essere evitata solo in quel modo e che, anche con complicità italiana, sono state dette al mondo un sacco di balle. E la piena ricostruzione storica di questa vicenda rappresenterebbe un'enorme boccata d'ossigeno per la salute e la pace del mondo, uno dei massimi esempi di legalità ristabilita. Ma in questa Italia, tutto ciò interessa a pochi, ed è un peccato, ed è forse anche un po' una colpa dei radicali, arroccati su se stessi.
A differenza del mio amico, però, credo sia ancora possibile che altri sindaci trovino la forza di seguire l'esempio di Cenname, che i notai rientrino, perlomeno loro, nella legalità, e che qualcun altro oltre ai radicali inizi a chiedersi, pensando all'Irak, alla lotta di Pannella e a quel che una sua riuscita comporterebbe per la pace, dove siano finiti tutti quei i pacificati che con tanta foga esponevano bandierine colorate quando, allora come oggi, sarebbe stato assai più utile fare altro.







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