Ci vorrebbe un Velasquez per dipingere i nostri politici

Pubblicato il 27 ottobre 2010 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

Mancano sei mesi più o meno al "rinnovo" di un'amministrazione riminese che regna da oltre 10 anni. Scrivo rinnovo tra virgolette non per ironia, visto che ancora non sappiamo chi saranno i candidati, ma per un dubbio lecito e una paura sentita da tantissimi. E cioè che per l'ennesima volta tutto finisca per essere il solito giro di poltrone e affari, spartite accuratamente tra destra e sinistra affinché nulla cambi.
Lo spettacolo più imbarazzante a dire il vero lo sta offrendo "stranamente" l'opposizione (questa volta le virgolette sono ironiche). Vado a volo d'uccello sui dieci anni trascorsi:

- Il Palas con i problemi che sappiamo.
- La Murri ancora bloccata.
- La Novarese di nuovo in letargo.
- Le altre Colonie sempre più in degrado spettrale.
- Il Piano Strutturale stroncato persino dai costruttori (e questo forse è un segno che è ben fatto), non certo penalizzati in questi anni dalle amministrazioni riminesi, ma anche dai professionisti.
- Il Piano Strategico ben indirizzato sulla rotta che lo sta portando verso il "mare della tranquillità", e un po' in rotta con l'amministrazione per via dei project del lungomare, anch'essi sbandierati come grandi novità, e per fortuna ancora sonnolenti.
- Tre delle nostre banche commissariate nell'ultimo anno, di cui una pesantissima.
- La Fondazione Carim spaccata come mai prima.
- Il pasticcio della Fondazione Fellini
- Il trionfo delle ciclabili inutili.
- I parcheggi interrati mai scavati.
- Il mercato ancora senza soluzione.
- Il ponte di Tiberio ancora l'asse portante della viabilità tra zona nord e sud.
- Una politica del commercio che ha snaturato il centro storico, sempre più ricco di cartelli vendesi e di attività che vendono ciarpame.
- Il TRC al palo, per me fortunatamente, ma non per l'amministrazione che lo riteneva irrinunciabile e in cui vi ha speso valanghe di soldi.
- Il Galli sempre lì com'è e dov'è da mezzo secolo, mentre sta per essere demolito l'unico teatro che abbiamo, sempre con la promessa di pulcinella di rifare subito l'altro.
- Il capodanno che si fa nuovamente minaccioso sulla città.
- I motori immobiliari su di giri da 12 anni mentre a Riccione le opere pubbliche si fanno senza massacrare il territorio.
- L'unica luce che illumina questa valle oscura delle grandi opere mancate è il via libera che, forse, potrebbe arrivare dal "Piano di fattibilità" sulle fogne, seguito alla delibera dello scorso febbraio, guarda caso un provvedimento conquistato sì con il voto della politica, ma su spinta indispensabile del volontariato e di "Basta Merda in Mare".

C'è anche del buono ovviamente, ma il quadro generale non è certo esaltante per un'amministrazione alla fine di un lungo ciclo che a mio avviso è stato tra i peggiori di sempre per lo spreco di opportunità che si è trovata di fronte, e per aver ingessato, forse per sempre, una città che a fine anni novanta avrebbe avuto ancora la possibilità di rinascere: E tutto questo mentre il sindaco e i suoi si dipingono come gli ultimi grandi signori illuminati. Se ci fosse un pittore di corte come lo era Velasquez per la Spagna di Filippo IV, il quadro finale che dipingerebbe sarebbe una versione tamarra delle Meniñas, a celebrare il tramonto dei sogni di grandezza di una classe politica che ha smarrito ogni idea e perso ogni capacità di produrre qualcosa di nuovo, di vero e di vivo.
Davanti a tutto questo, davanti a un PD che si appresta a regalare delle "vere", innovative primarie tra il "nuovo" che avanza di Gnassi e Fabbri, con l'unica speranza di avere un po' di verve sincera dal solito Fabio Pazzaglia, che meriterebbe un monumento per la sua capacitaà di lottare per un cambio deciso di rotta nell'amministrazione, l'"opposizione" (virgolette sempre ironiche) ha ripreso già da mesi a bruciare un candidato dopo l'altro.
Oggi siamo anche allietati dalla discesa in campo di Marco Moretti, che è certamente una persona di esperienza, e la sua candidatura ha pure avuto il plauso di Sanese (altra aria "fresca" sulla politica riminese). Ma se, cosa che dubito, la sua candidatura si concretizzasse davvero, avrebbe il coraggio, direi rivoluzionario, che sarebbe necessario per Rimini? Il coraggio di mettere i bastoni tra le ruote agli l'establishment di governo e di opposizione, oggi così ben amalgamati? Mah, Lombardi e soci non si sono espressi, ma mi sa tanto che ci siamo da capo, e che l'"outing" di Moretti è un regalo che il PDL, già così ben impostato tra una faida e l'altra, non si meritava.
Un regalo, sì, perché non mi meraviglierei, infatti, che la melina offerta da Moretti fosse colta per andare strategicamente avanti ancora un po', giusto il tempo di bruciare anche gli ultimi mesi utili per trovare un candidato vero, per poi vedere il nostro ex sindaco ritirarsi con elegante modestia dicendo "che sarebbe stato onorato..., ma il consenso non è pieno.., avevo in mente un altro progetto..., pronto però a dare comunque il mio contributo...", già ma a chi? Forse a un altro futuro desaparecidos politico alla Bucci, che lascerebbe alla fine tutti contenti, loro, di qua e di là. Come al solito.


Las Meninas, Diego Rodríguez de Silva y Velázquez (1656)
Las Meninas, Diego Rodríguez de Silva y Velázquez (1656)





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