Il falso mito del passaggio dalla "maria" all'eroina
Pubblicato l'11 agosto 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Continuiamo in questa seconda puntata il nostro viaggio nel mondo della cannabis. Se mercoledì scorso mi sono soffermato sugli aspetti generali della pianta e sui suoi usi medici e industriali, oggi sfatiamo alcuni dei miti legati al suo consumo, in particolare la curiosa teoria (vero terrore di tante persone) che vede nella marijuana un pericoloso stimolo al consumo di droghe pesanti come l'eroina e la cocaina.

Dalla tisana agli psicofarmaci
Nei rari casi in cui si verifica, il passaggio da cannabis verso altre droghe più pesanti, a prima vista quasi naturale, in realtà deriva da ben altro. L'animo, la psiche, i turbamenti di una persona; sono questi gli elementi da indagare; e quando c'è dimezzo la mente, ahimè, la proibizione non serve proprio a nulla. Tra l'altro, lo stesso tipo di passaggio capita con tante altre sostanze comunemente usate, il cui abuso è pericolosissimo, anche se in pochi ne chiederebbero il divieto (per fortuna).
Se siete ansiosi e scoprite che la tisana che prendete da un mese non vi basta e passate a qualche psicofarmaco, la colpa non è dell'infuso precedente. Se il vostro stato d'animo vi spinge a mangiare sempre di più in modo incontrollato sino all'obesità, il problema non andrà certo curato imponendovi una mezza porzione e la colpa non sarà sicuramente della vostra prima doppia porzione. Idem per l'alcolismo. Chi mai inizia scolandosi bottiglie di grappa? Nessuno, ovviamente. Vogliamo allora condannare il primo bicchierino e la prima sbronza tra amici? Ma siccome tutti gli alcolisti hanno cominciato con un cicchettino allora l'alcool va proibito. Non è questo il solito esempio che si fa per la cannabis?
"Tutti gli eroinomani hanno iniziato da lì", dicono schiere di mamme impaurite. Certo, ovvio, nessuno di punto in bianco inizia a bucarsi; esattamente come nessuno da un giorno all'altro si mette a fumare tre pacchetti di sigarette; come per la cannabis, la stragrande maggioranza dei fumatori (anche se la nicotina, al contrario della cannabis, da dipendenza fisica) riesce a contenere i consumi e a non morire di cancro ai polmoni.
Si inizia sempre con poco, con il semplice "uso" di ogni sostanza. Non c'è bisogno di essere psichiatri per capire che gli abusi e le dipendenze psicologiche nascono da altro. Da profondi sconvolgimenti dentro di noi. Le rockstar degli anni sessanta e settanta che facevano largo uso di droghe non sono certo morti di overdose da marijuana. La loro voglia di trasgressione, di nuovo, li ha spinti oltre la cannabis, che evidentemente, come chiunque l'ha sperimentata, non era sufficiente per compiere il "viaggio" che cercavano, che si immaginavano. La marijuana rappresentava semplicemente il primo livello della loro esplorazione (che li ha poi portati verso LSD, cocaina, eroina, allucinogeni), ma non ciò che li ha spinti ad andare avanti.

Guidare fumati
Un'altra irrazionalità porta a dire: ma pensa se la gente si mettesse alla guida dopo aver "fumato"! Scusate, ma se la gente bevesse prima di mettersi al volante? E' vero, dimenticavo, questo accade già: dunque proibiamo l'alcool, vino, birra ecc.? Perché semplicemente non punire in ugual modo la giuda "fumata", che tra l'altro è potenzialmente meno pericolosa dello stato di ebbrezza da alcool?
L'effetto della cannabis, è infatti opposto a quello dell'alcool, che accresce l'euforia. La cannabis rilassa, aumenta la sensibilità, abbassa le inibizioni, spingendo ad un comportamento tutt'altro che violento rispetto a chi ha bevuto un po' troppo. Oltretutto, mentre sotto l'effetto di una sbornia si perde totalmente il controllo, e spesso la memoria delle proprie azioni, per non parlare dei traumi al fisico, ciò non accade mai con la marijuana.
Tantissimi studi, sia su simulatori che dal vivo, hanno dimostrato addirittura come il guidatore sotto l'effetto del Thc (la sostanza psicoattiva della cannabis) tenda ad essere più prudente del solito e a viaggiare a velocità molto più bassa. Una di queste analisi, pubblicata anni fa sul Journal of Forensic Sciences (1984), così terminava: "l'etanolo è la sola sostanza che sembra avere effetti significativamente nocivi sulla sicurezza alla guida. Spostare l'attenzione dai tanti guidatori sotto l'effetto dell'alcool ai pochi che possono essere influenzati da altre droghe sarebbe molto probabilmente controproducente per la sicurezza stradale".
Anche Guido Blumir nel suo libro "Mariuhana, uno scandalo internazionale" (Einaudi, 2002) riporta tra i tanti il resoconto di un rapporto del Ministero dei Trasporti americano: "Di tutte le droghe psicoattive legali o illegali (compresi quindi anche alcool e psicofarmaci) che sono reperibili e che sono usate da persone che poi guidano, la marijuana può essere tra le meno dannose".
Ancora, sempre sul confronto alcool cannabis, un rapporto dell'istituto di medicina della National Academy of Science di Washington (Marijuana and Health, 1982), ufficializzò quello che da sempre era risultato palese a tutti i consumatori, abituali e non, in tutte le civiltà: "Tutte le ricerche hanno smentito che l'uso di marijuana provochi un aumento di aggressività. La marijuana ha un effetto sedativo e può in qualche misura ridurre la possibilità di comportamenti aggressivi verso altre persone". Anche Giancarlo Arnao, medico, nel suo classico "Cannabis: uso e abuso" (Stampa Alternativa, 1993) scriveva: "per l'alcool l'effetto disinibitorio può risolversi nel superamento di regole sostanziali di etica collettiva, e quindi in una incontrollabilità degli impulsi aggressivi e violenti: l'alcool è infatti considerato in assoluto come la sostanza psicoattiva più frequentemente collegata a comportamenti violenti".

Se fumi non ti droghi
Per smontare definitivamente l'idea ridicola che fumare marijuana sia uno stimolo all'uso di droghe pesanti, come gli oppiacei e i derivati della coca (molto di moda anche tra i parlamentari), ci sono due inconfutabili dati che non lasciano dubbi: 1) l'evoluzione storica dei consumi; 2) il caso olandese. Partiamo dal primo.
Il consumatori di eroina in Italia sono passati dai 200.000 di metà anni ottanta ai 300.000 del 2000. Nello stesso periodo il numero di coloro che fanno uso abituale di derivati della cannabis si è moltiplicato di dieci volte sino a toccare i 4 milioni nel 2003. Nel resto d'Europa la situazione non è differente. Da anni i fumatori di marijuana aumentano costantemente (siamo arrivati ad un totale di 14/15 milioni), ma il numero degli eroinomani è rimasto invariato. Un'evoluzione ancora più vistosa nei consumi di cannabis la si è avuta negli USA dove negli ultimi 40 anni a fronte di un numero stazionario di eroinomani, il consumo di cannabis è cresciuto del 2000% (dati Censis-Ministero Affari Sociali-Ministero Sanità Usa; in Blumir, 2002). Se fosse vera la teoria del passaggio avremmo dovuto assistere ad un'esplosione di tossicodipendenti negli ultimi 20 anni, ma così non è stato.
Ancora. Negli Stati Uniti (dati del Federal Bureau of Narcotics e DEA) i consumatori di cannabis che nel 1972 erano 8 milioni, crebbero fino a 15 milioni nel 1976 (+87%). Lasciando un paio d'anni considerati come periodo di latenza per l'ipotetico passaggio, dal 1974 al 1978 i consumatori di eroina addirittura calarono da 570mila a 380mila. Accadde i contrario invece tra il '79 e l'85, quando ad un calo del consumo di marijuana del 20%, e sempre lasciando 2 anni di latenza, tra l'81 e l'87 gli eroinomani aumentarono del 93%. Nessun tipo di correlazione emerse quindi tra l'andamento dei due consumi.
Anche l'Università del Michigan giunse allo stesso risultato, osservando il consumi di eroina e cannabis nel periodo 1975-1989. Infatti, ad una forte oscillazione nel numero di consumatori di cannabis, altalenante tra il 17% e il 37%, quelli di eroina si mantennero quasi identici per tutti il periodo.

Lo "scandalo" Olandese
Ma la prova definitiva ed inequivocabile sull'assurdità della teoria del passaggio ci viene dall'unico Stato del mondo che da quasi trent'anni lascia la possibilità ai suoi cittadini di andare al pub e comperarsi uno spinello con la stessa facilità di una birra, l'Olanda appunto. Diamo allora un'occhiata anche qui all'evoluzione dei consumi.
Nel 1976, al momento della legalizzazione, i 15-16enni consumatori di cannabis rappresentavano circa il 3% della popolazione, nel 1985 erano scesi al 2%. Considerando invece la fascia 17-18 anni si passò dal 10% di consumatori abituali nel '76 al 6% nell'85. La legalizzazione quindi non incrementò l'uso di marijuana nei primi 10 anni.
I dati sono stati confermati dopo ulteriori dieci anni, e l'Olanda brilla ancora per il basso consumo di droga tra gli adolescenti, il 7%, contro il 13% degli Stati Uniti.
Ma l'elemento di analisi più interessante ci viene da un rapporto del governo olandese del 1995 (Drug Policy in the Netherlands. Continuity and Change, 1995, Ministero della Salute). A vent'anni dalla legalizzazione, il che significava due generazioni di giovani, era assolutamente necessario un resoconto sullo stato del consumo di droga per valutare eventuali cambi di direzione. Leggiamone insieme alcuni stralci.
"La visione che ancora qualcuno ha circa un potere della cannabis nello stimolare un bisogno psicologico di verso l'uso di droghe pesanti - la teoria della droga di passaggio - è stata smentita dalla realtà olandese. I giovani che fanno uso di droghe leggere sono perfettamente consci del grande pericolo causato dall'uso di droghe pesanti come l'eroina e non hanno un grande desiderio di provarle. In Olanda, la percentuale di consumatori di droghe leggere che si dirige verso droghe pesanti è relativamente basso. Alla luce di questi risultati la teoria del passaggio deve essere considerata come una dei tanti miti in circolazione sull'uso delle droghe, benché in certe circostanze può essere una di quelle profezie che si auto-avverano: trattando l'uso dei cannabis come se fosse una droga pesante come l'eroina o la cocaina, si rende molto più probabile che il fumatore di cannabis venga in contatto con le droghe pesanti. Inoltre, facendo di tutta un erba un fascio, si mina la credibilità delle informazione fornite ai giovani sulle droghe".

Piccolo inciso personale
Uno degli aspetti più drammaticamente pericolosi del disegno di legge Fini sulle droghe è infatti la cancellazione di ogni distinzione tra droghe pesanti e leggere. In Italia abbiamo visto come 4 milioni di persone fumino o abiano fumato cannabis, e la maggior parte di questi sono giovani. Questi 4 milioni sanno che la cannabis non è assolutamente il mostro descritto dalla legge, e che è meno dannosa dell'alcool. Cosa peseranno allora i più giovani che si sentono dire che l'eroina e la cannabis sono la stessa cosa? Se fossi un genitore sarei terrorizzato di due cose: che mio foglio si mettesse al volante di un'auto ubriaco, e che, visto che il governo gli dice che è la stessa cosa della "maria" (che lui sa non essere pericolosa), decidesse alla leggera di provare anche l'eroina, che tra l'altro gli viene venduta dalla stessa persona che lo rifornisce d'erba. Il genitore olandese è molto più tranquillo: in nessun "coffee shop" suo figlio potrà trovare eroina, e lo Stato lo avverte che con credibilità che le due sostanze sono enormemente differenti.

Ancora dal rapporto olandese
"A prescindere da quanto possano variare le opinioni sulle varie politiche sulle droghe, c'è un vasto consenso sul criterio ultimo per testare l'efficacia o no di un approccio. Questo è ovviamente il numero dei consumatori di droghe pesanti. Diversi esperti stimano in circa 25.000 le persone che in Olanda fanno uso di droghe pesanti, equivalenti allo 0,16% della popolazione. Questa stima è inoltre affidabile, poiché le strutture sanitarie olandesi sono in contatto con un'alta percentuale di tossicodipendenti. Non è invece possibile fare un chiaro paragone con le stime dei tossicodipendenti fatte dagli altri paesi europei, a causa delle incertezze metodologiche, ma è probabile che il numero sia più alto negli altri paesi, dove le strutture sanitarie raggiungono meno tossicodipendenti che in Olanda. A ogni modo, le stime esistenti dimostrano che il numero dei tossicodipendenti su campioni di 100.000 abitanti in Olanda è basso, se paragonato alla media europea di 2,7%, ed è notevolmente più basso rispetto a Francia, Inghilterra, Italia, Spagna, Svizzera e USA. […]. Anche il numero di decessi causati da overdose è basso, e relativamente basso è il numero di malati di AIDS tra i tossicodipendenti".

Una conferma successiva
I dati del olandesi furono confermati 5 anni dopo dal rapporto delle Nazioni Unite 2000 sulla droga, anche se per mascherare i successi dell'Olanda, che continuava a mostrare una minor incidenza di tossicodipendenti rispetto agli altri paese europei, il dato dei Paesi Bassi fu aggregato a quello di Belgio e Lussemburgo, nell'unica voce "Benelux". Fu uno stratagemma da poco, anche perché i dati del rapporto Onu si rifacevano a quelli del European Monitoring Centre for Drugs and Drug Addiction di Lisbona (rapporto 2000), in cui ogni paese aveva una sua statistica separata.
Se consideriamo poi il fatto che gli olandesi sono gli unici in Europa che stano combattendo con successo questa guerra, sono facilmente immaginabili i vantaggi di un'eventuale azione congiunta di legalizzazione sul modello olandese da parte di tutti gli altri paesi. A quasi dieci anni, non solo i dati di quel rapporto sono stati confermati, ma gli olandesi sono anche stati i primi porre in commercio nelle loro farmacie due medicinali a base di cannabis

Riassumendo
La conclusione che si trae da tutti i dati sopra riportati non può essere che unica: il consumo di marijuana non induce a quello di droghe pesanti. Gli olandesi sono oramai arrivati alla terza generazione di consumatori: è forse un periodo insufficiente per trarre conclusioni?
Adulti e ragazzi hanno la cannabis a disposizione, la usano con moderazione ed evidentemente non sono passati all'eroina, altrimenti oggi l'Olanda sarebbe un paese fatto in gran parte di drogati, mentre in realtà ve ne sono meno che altrove. I ragazzi olandesi poi non dialogano con la malavita, come fanno nostri quando decidono di fumare cannabis.
Quindi, o la faccenda del passaggio è una grande balla, o gli olandesi sono un popolo di eletti divini, duri, puri e incorruttibili, capaci, unici al mondo, di resistere alle tentazioni, alla trasgressione (in effetti loro non trasgrediscono affatto fumando!), alla dissolutezza della droga. Se è così, chiedo venia per quello che ho sostenuto, ma voglio che almeno uno tra i tanti preti proibizionisti mi spieghi questa discriminazione fatta dal nostro buon Dio a danno di tutti gli altri popoli, lasciati soli, poveri e corruttibili.







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