Il pił grande investimento della storia

Pubblicato il 15 settembre 2010 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

Tornato pochi giorni fa dall'Africa del Sud, ho trovato il mio recente eBook L'ABC… per perdere il vostro denaro, tra i bestseller dei libri elettronici. Un ritorno più piacevole di quando due anni fa, appena seduto sull'aereo che mi avrebbe riportato a casa, lessi la notizia del fallimento della Lehman Brothers. Investimenti, disastri e grandi opportunità, il mondo degli investimenti non annoia. Nelle ultime settimane ho parlato di obbligazioni emergenti e di come, a ben vedere, nonostante i celebri e ripetuti crack ci siano state anche tante opportunità eccellenti. Ma qual è il più grande investimento della storia? Riporto di seguito un brano tratto dal mio "ABC…", la lettera Y per l'esattezza, per scoprire che…
Se foste cresciuti in Irlanda, sicuramente vi sareste imbattuti in un racconto scritto nel '44 da Mary Lavin: The Story of the Widow's Son. È la versione irlandese di una lezione di vita che certamente ha tante altre interpretazioni, e cioè l'idea che qualunque cosa ci capiti, non perdiamo tempo a criticare e a lamentarci della nostra situazione ignorando sistematicamente sia i mancati pericoli (come se l'aver scampato un disastro contasse poco o nulla), sia la ricchezza che effettivamente si ha.
"La storia del figlio della vedova" racconta infatti (dico in breve) di un ragazzo che, di ritorno da scuola, si precipita a tutta birra con la sua bici nel giardino di casa per comunicare alla madre l'ottenimento di una borsa di studio. Trovatosi improvvisamente una gallina in mezzo alla strada si vede costretto a frenare bruscamente. La manovra lo catapulta via dalla bici facendolo finire sul selciato senza vita. La madre, disperata, non trova consolazione, continuando per anni e anni a chiedersi come avesse potuto il suo adorato Packy preoccuparsi dei pochi, miseri scellini di valore di una vecchia gallina invece che della sua incolumità. La Lavin offre al lettore un finale alternativo, che immaginerete. Questa volta la povera gallina diventa carne da brodo. Non l'avesse mai fatto. La vedova, che economicamente non se la passava troppo bene, inizia a insultare il ragazzo e a umiliarlo davanti a tutti per la sua sconsideratezza e per la sua mancanza d'amore e riconoscenza per la madre che tanto si era sacrificata e a cui aveva tolto una delle sue preziose galline.
La morale è applicabile a molte altre situazioni della vita e anche al mondo degli investimenti. Quali sono i più grandi investimenti della storia? Quanti affari pensiamo di esserci lasciati sfuggire? Col senno di poi, un'enormità. Tutti avremmo voluto comprare la Louisiana (che allora era tanto vasta da comprendere quelli che oggi sono i 13 stati del profondo Sud americano) pagando ai francesi 3 centesimi l'acro come riuscirono a fare gli americani nel 1803, o acquistare titoli Microsoft nel 1982, e magari Yahoo! nel 1995. Di tutto ciò non possiamo che essere felici (noi intenzionati a perdere denaro), e poi c'è un numero enormemente maggiore di iniziative naufragate miseramente lungo la strada che ha portato a quei fantastici successi.
Arrivati alla fine, quasi terminati i consigli pratici per perdere denaro, posso dire che un ulteriore buon modo per essere più poveri (in tutti i sensi), è quello di essere perennemente insoddisfatti, di volere sempre allo stesso modo vivi sia il figlio che la gallina. E una specialità per l'insoddisfatto cronico è ricordarsi delle ricchezze mancate, magari senza accorgersi (anzi lamentandosi) di quelle di cui si è usufruito. Per esempio.
Per quanti anni molti si sono lamentati del carovita dovuto all'euro? Tanti non smettono con questa litania anche ora che ci si è resi conto che senza la moneta unica chissà dove sarebbe finita l'Italia durante l'ultima crisi. Chi ne parla in questi termini sta pensando solo alla gallina morta. Volete sapere una curiosità? In un numero di The Economist di fine 2004, c'era un lungo articolo intitolato "Perché non ci ho pensato io?" dove erano elencati gli affari ritenuti i più grandi della storia. Ebbene il migliore di tutti, secondo la redazione del più prestigioso settimanale economico del mondo, è attribuito agli italiani, ed è stato l'essere riusciti a far entrare la nostra malconcia lira nell'euro.
Quindi, sino a ora, il più grande colpaccio finanziario della storia lo abbiamo fatto un po' tutti ed è stato quello di essere semplicemente italiani. Chi l'avrebbe mai detto? Però non temete: abbiamo tutte le carte in regola per rovinare di nuovo ogni cosa usando abilmente il nostro debito pubblico fuori controllo. E la previdenza in questo ci darà una grossa mano.







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