Pubblicato il 22 novembre 2008 su Plus24 (Il Sole
24 Ore)
di Simone Mariotti
Alle vostre interessanti 5 proposte per curare il risparmio
gestito, mi sento di aggiungerne una sesta che potrebbe risolvere alla base
molti dei problemi di trasparenza sui costi e stimolare le società e
i collocatori a intraprendere la strada dell'efficienza.
Negli Stati Uniti, non certo un paese socialista, le gare automobilistiche avvengono
con un regolamento diverso rispetto alla Formula 1. Lì si dà più
enfasi al pilota e si impone a tutti di guidare vetture molto simili che devono
avere tutte: motore Honda, telaio Dallara, pneumatici Fireston. Lo spettacolo
non manca, e il pilota e il team che vogliono emergere devono darsi da fare
con le loro capacità individuali.
Ora perche non applicare la stessa filosofia al risparmio gestito? Si stabilisca
per legge quanto debba costare in termini commissioni di gestione e amministrative
un fondo comune (prendendo a modello le società più efficienti
ed indipendenti di oggi), prevedendo un valore per ogni tipologia: azioni, obbligazioni,
liquidità, bilanciati/flessibili.
Imponiamo poi a tutti di retrocedere ai collocatori la stessa percentuale di
modo che la partita si svolga solo sulle reali capacità del gestore,
sulla trasparenza della società di gestione e sul servizio offerto dalla
società di distribuzione e dai suoi uomini, perché non dobbiamo
dimenticare che la cosa più importante resta la scelta su come allocare
le risorse di un risparmiatore (se poi i prodotti efficienti molto meglio, ovvio).
Contino i piloti e i meccanici, insomma, non gli sponsor e gli ingegneri che
devono lavorare invece al servizio di tutto il sistema. Se poi separiamo le
proprietà delle società di gestione e di distribuzione, il gioco
è fatto. La concorrenza farà il resto.