L’importante è aiutare la gente a capire, non una selva di regole

Pubblicato il 5 agosto 2009 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

"I saggi di Wall Street stanno quasi sempre in silenzio. Sono i folli ad avere tutto il campo per se. Nessuno li censura"
John Kenneth Galbraith

Tante volte ho sottolineato l'importanza di un adeguato piano di alfabetizzazione finanziaria come strumento per migliorare la vita dei cittadini più che puntare su una selva di regolamenti.
Anche in questo caso, l'amministrazione Obama è partita subito con il piede giusto con due atti (la creazione della Consumer Financial Protection Agency e il Credit Card Act) che, se ancora insufficienti a colmare le mancanze del sistema, rappresentano la giusta via da seguire rispetto alla pletora di regolamentazioni spesso inapplicabili o inapplicate tipiche dell'Italia. E a volte persino in un certo senso dannose.

E' il caso del regolamento per il collocamento delle obbligazioni societarie senza prospetto. Tramite la banca non le potete acquistare sul mercato secondario se non è trascorso almeno un anno dal collocamento; o meglio, potreste, ma la banca in quel caso si accollerebbe il rischio default, e quindi nella gran parte dei casi, non vende. Dopo un anno invece tutto torna regolare. Perché questa norma?
Dopotutto era corretta, vista l'ignoranza generale della popolazione. Se un bond non ha un prospetto, meglio non farlo collocare subito, meglio evitare nuovi casi Cirio e Parmalat alla fonte. Già, peccato però che i prospetti anche quando ci sono non li legga nessuno, e che i disastri maggiori, come quello dell'Argentina, furono dovuti non a problemi di prospetto, ma di sottovalutazione del rischio. Un emittente con rating AA che colloca un bond senza prospetto creerà meno danni di un BB che fa tutto in regola. Ma il doppia A oggi per un anno la banca non si sentirà di farvelo comperare la BB sì. Oltretutto, con la scusa di non poter collocare il AA, invece che sul BB, dirotterà i denari sulle sue obbligazioni, non sempre la scelta migliore tra le tre.
Tornando ai provvedimenti di Obama, Annamaria Lusardi sul sito lavoce.info il mese scorso ricordava:
"Una maggiore regolamentazione dei prodotti finanziari al dettaglio ed una limitazione dell'insieme dei prodotti disponibili per il consumatore, sia imponendo al settore di fornire prodotti finanziari semplici, "plain vanilla", sia mettendo fuori legge i prodotti bollati come manipolativi e ingannevoli, può servire a limitare il raggio degli errori finanziari che un consumatore può compiere. Ma tali misure non sono sufficienti a promuovere il benessere finanziario nel lungo periodo. I consumatori sono impegnati in un tale numero di transazioni finanziarie così varie e sempre più complesse che non è possibile pensare di circoscrivere e regolare ogni possibile area finanziaria. E non è neanche auspicabile. Invece, ci si dovrebbe preoccupare di dare ai consumatori una conoscenza finanziaria sufficiente a renderli capaci di prendere decisioni adeguate in questo campo. Il piano dell'amministrazione Obama merita apprezzamento perché riconosce l'importanza di promuovere l'educazione finanziaria: il documento della Casa Bianca prevede che la Consumer Financial Protection Agency assuma un "ruolo guida" nell'educare i consumatori alla finanza.
La protezione del consumatore è una strada a due corsie: non richiede solo regolamentazione e supervisione delle attività, richiede anche di assicurarsi che i consumatori abbiano gli strumenti adeguati per affrontare la schiera di scelte finanziarie a loro disponibili. Muoversi nei mercati finanziari di oggi non è molto diverso da circolare nelle strade affollate: mettere ancora più cartelli stradali, aumentare le pattuglie della polizia stradale e limitare il traffico può ridurre gli incidenti stradali, ma se la gente non sa guidare, continuerà a farsi male. La promozione dell'alfabetizzazione finanziaria non deve essere una preoccupazione secondaria, ma una priorità assoluta".
Insomma, meno burocrazia e più cultura. Sabato scorso il Sole 24 Ore nella prima pagina del supplemento finanziario Plus titolava a tutta pagina una cosa che varie volte ho sottolineato su questo giornale:. FALLIMENTO MIFID, fallimento cioè della direttiva europea che si proponeva di tutelare tutto e tutti con una marea di adempimenti burocratici, spesso oltretutto aggirabili con una firmetta, tre le 300 necessarie oramai per ogni cosa, da far mettere al cliente al posto giusto. Insomma, di strada da fare ve n'è ancora molta, e se qualcuno al governo è in ascolto, ogni tanto potrebbe battere un colpo (magari non populista) anche qui, perché tra una badante non regolarizzata e 100mila euro persi in un crak finanziario, che fa vittime inconsapevoli spesso tra i più ignoranti, non credo sia utile pensare solo alla prima.







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