Pubblicato il 17 novembre 2004 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Nulla darà la possibilità di sopravvivenza sulla
terra quanto l'evoluzione verso una dieta vegetariana. Sono diventato vegetariano
per ragioni etiche, oltre che salutistiche. Credo che il vegetarismo possa incidere
in modo favorevole sul destino dell'umanità.
Albert Einstein
E' da pochi giorni terminato a Florianópolis (Brasile)
il 36° congresso di una storica associazioni che opera sulla scena mondiale
da un secolo: l'International Vegetarian Union. Dal 1908, scienziati, nutrizionisti,
animalisti e semplici appassionati, si ritrovano periodicamente per cercare
di far fare a un sempre maggior numero di persone nel mondo quello che Lev Tolstoj
chiamava simbolicamente il "primo gradino" verso una civiltà
superiore. La strada da compiere però è ancora notevole, soprattutto
per indolenza.
Per esempio, la stragrande maggioranza dei medici che sostengono l'assoluta
necessità di un'alimentazione che contenga la carne lo fa, non tanto
per malafede, quanto per una forma di lassismo che li spinge ad accettare qualcosa
che è semplicemente comoda da prendere così com'è. Un po'
come accade per la cannabis (anche se sempre più medici ne stanno riconoscendo
i preziosi benefici). Non si ha voglia di rimescolare le carte, per non parlare
poi di una ridefinizione di un'importante parte del sistema economico (anche
locale) che ruota pesantemente attorno al consumo di carne.
Da parte del grande pubblico c'è poi addirittura una paura inconscia
anche solo di considerare la questione. Un simpatico aneddoto che riguarda la
nostra città è apparso il 16 ottobre scorso in un articolo dell'International
Herald Tribune. Leggiamone uno stralcio:
"MILANO - Un uomo entra in un bar e chiede un panino senza carne. Il cameriere
ne porta uno con prosciutto e formaggio. "Ho detto senza carne" -obietta
l'uomo. Il cameriere risponde: "Non è carne - è prosciutto".
Non è uno scherzo - è una scena di vita vera dall'Italia alla
quale i molti che non mangiano maiale dovranno rispondere. Parla della relazione
viscerale che gli italiani hanno con gli insaccati, incluso il prosciutto, una
relazione così unica che relega il maiale in un gruppo alimentare indefinito,
ma inspiegabilmente di "non carne". […]. "Carmen Somaschi,
presidente dell'AVI - Associazione Vegetariana Italiana, ricorda un contrasto
avuto lo scorso anno perché tutto il pane usato per i panini durante
una manifestazione alla fiera di Rimini aveva lo strutto tra gli ingredienti.
Solo un tipo ne era privo, conosciuto come pane arabo, e quindi chiese che venisse
usato per i panini senza carne. "E vuol sapere come lo hanno farcito?"
chiede. "Con la porchetta!" Per non mangiare carne nelle mense scolastiche,
i bambini vegetariani devono portare un certificato medico "come fossero
malati" continua Somaschi. "Un dottore deve verificare che siano sani
nonostante il fatto che non mangiano carne. E' inammissibile, come se mangiare
una quantità di salame e patatine fritte fosse salutare"."
Ma perché questa paura atavica di restare senza carne?
Perché tanta difficoltà nell'accettare l'enorme abbaglio che ciò
rappresenta, sia dal punto di vista salutistico che, soprattutto, sociale?
Attenzione! Non sto facendo un discorso puramente animalista, che forse, benché
rilevante dal punto di vista etico, va affrontato in separata sede. Sto parlando
semplicemente in termini di sostenibilità, solidarietà, salute
e anche opportunità politico-economica globale, sulla scia della citazione
iniziale di Einstein.
Solo per parlare di acqua per esempio, come ci ricorda il vice-presidente dell'AVI
(www.vegetariani.it), che tra l'altro è un riminese (Onide Venturelli),
"dei 25.000.000 di km cubi d'acqua usati in agricoltura solo la minima
parte serve alla produzione di alimenti per gli umani, dato che la maggior parte
viene utilizzata per allevare gli animali destinati all'alimentazione umana.
Succede così che per produrre la stessa quantità di cibo un allevamento
intensivo preveda un consumo di acqua 70 volte maggiore rispetto a quello necessario
per le coltivazioni, visto che per ottenere una tonnellata di carne bovina occorrono
31.500mc d'acqua, mentre per produrre una tonnellata di cereali ne bastano 450mc.
Senza contare che l'80% dei bambini denutriti vive nei paesi che impiegano gran
parte delle loro produzioni agricole per produrre carne destinata ai paesi più
ricchi; che per ottenere proteine animali occorre un'energia otto volte superiore
a quella necessaria per creare la stessa quantità di proteine vegetali".
Si potrebbero poi citare le deiezioni degli allevamenti, i gas emessi dai bovini,
che tanto incrementano l'effetto serra, i mangimi di origine animale dati agli
erbivori, con le tristi conseguenze sulla salute umana ecc. La storia è
nota.
Meno noto al grande pubblico è che tutto questo accade per qualcosa di
completamente inutile, quando non dannoso, per il nostro organismo.
Lo scorso anno due fonti non sospette, la AMERICAN DIETETIC ASSOCIATION e i
DIETITIANS OF CANADA, hanno prodotto congiuntamente un documento importante
sull'alimentazione vegetariana che iniziava con le seguenti parole:
"L'American Dietetic Association ed i Dietitians of Canada affermano che
le diete vegetariane correttamente bilanciate sono salutari, adeguate dal punto
di vista nutrizionale, e che comportano benefici per la salute nella prevenzione
e nel trattamento di alcune patologie. Circa il 2.5 % degli adulti negli USA
ed il 4% degli adulti in Canada seguono diete vegetariane. Si definisce dieta
vegetariana una dieta che non includa carne, pesce e selvaggina. […] Il
presente documento prende in rassegna i dati scientifici attuali concernenti
i nutrienti chiave per i vegetariani, compresi le proteine, il ferro, lo zinco,
il calcio, la vitamina D, la riboflavina, la vitamina B12, la vitamina A, gli
acidi grassi omega-3 e lo iodio. Una dieta vegetariana, intesa sia come lacto-ovo-vegetariana
che vegana, è in grado di soddisfare le raccomandazioni correnti per
tutti questi nutrienti".
Passando in rassegna i vari stadi dello sviluppo umano, il documento prosegue
ricordando che: "le diete vegane, lacto-vegetariane e lacto-ovo-vegetariane
ben bilanciate sono adeguate a tutti gli stadi del ciclo vitale, inclusi gravidanza
ed allattamento. Le diete vegane, lacto-vegetariane e lacto-ovo-vegetariane
adeguatamente pianificate soddisfano i fabbisogni nutrizionali dei bambini nella
prima e seconda infanzia e degli adolescenti, e promuovono una crescita normale."
(L'intero documento è disponibile al sito www.scienzavegetariana.it).
Un messaggio un po' più allarmante arriva anche dal depliant che la Divisione
di Oncologia della Ausl di Rimini mette a disposizione degli utenti per la prevenzione
del tumore. Tra le "10 buone regole per la prevenzione di alcuni tumori",
dopo i soliti "non fumate", "non eccedete negli alcolici",
"mangiate molta frutta e verdura", ecc. c'è anche: "limitate
l'uso di carne". Sarebbe già molto sia per la nostra salute che
per quella del pianeta.
Eliminare di punto in bianco il consumo di carne dalla tavolo di un normale
cittadino romagnolo allevato a piada e salsiccia sin dall'infanzia, non è
così facile. Dovranno passare generazioni prima che il più grosso
dei luoghi comuni alimentari (la necessità del consumo di carne) venga
digerito ed espulso dal nostro organismo. Attenzione però a non farsi
sorprendere dagli eventi. Sarebbe piuttosto pericoloso non accorgersi che al
di là del mare gli affamati si stanno un po' arrabbiando (quelli che
non muoiono da piccoli) e potrebbero venire a chiederci indietro, senza troppi
complimenti, tutti i cereali che gli abbiamo sottratto per darli ai nostri capi
di bestiame.
Meno male però che c'è la FAO. Il più grande degli enti
inutili globali (non a caso la sede è in Italia) pochi giorni fa ha sfornato
una "brillante" trovata per eliminare la fame nel mondo. I ricchi
possono continuare a mangiare carne. E i poveri? Se non hanno sufficiente cibo,
possono comodamente ricorrere agli insetti, nutrienti ed abbondanti. Sul sapore
qualcuno potrebbe avere qualcosa da ridire, ma se in Botswana e Repubblica Centrafricana
c'è chi li apprezza, anche gli altri 2 miliardi di malnutriti sapranno
sicuramente adeguarsi. E poi pensate: in 100 grammi di bruchi essiccati, ci
sono circa 53 grammi di proteine, circa il 15% di grasso ed il 17% di carboidrati!
Non vorrete mica sprecare tutto questo ben di Dio?