Pubblicato il
17 giugno 2009 su La Voce di Romagna in prima pagina
di Simone Mariotti
E dire che anni fa, durante un tavolo di propaganda
referendaria, mi disse: "quello che so è che non morirò democristiano".
E' il buon Maurizio Nanni che incontrai per la prima volta nel 1994 tra
i radicali di Rimini, appunto, sì i radicali. Era un'assemblea serale
alla Sala delle Colonne, e se non sbaglio si trattava della costituzione
di quello che fu il Club Pannella di Rimini. Nanni si iscrisse e restò
con noi per una mezza stagione, e alla prima tornata elettorale utile
era già volato in Forza Italia, quando ancora in quel partito c'era un
abbozzo di area liberale, con Rebuffa e pochi altri, e un Pera che si
avvicinava, ancora non catechizzato. Erano i tempi in cui l'ambizione
liberale iniziale del Cavaliere, durata pochi mesi, si era scontrata con
la dura realtà: o ti democristianizzi o non vai da nessuna parte nel mondo
del poltronificio romano.
Le cose iniziarono lentamente a cambiare, con
la graduale, subdola avanzata nell'area berlusconiana dei rimasugli di
quella che era stata l'ex destra-democristiana. E l'inconsapevole e sprovveduto
Silvio ci cascò come una pera, regalando all'allora CCD di Casini, Mastella
e D'Onofrio qualcosa come 39 parlamentari, per un micro partitino che
come potere elettorale forse a quel tempo non ne valeva 4, tanto che neanche
si presentò nella competizione per la parte proporzionale (vigeva il primo
"mattarellum" elettorale). Fu uno dei più clamorosi casi di coltivazione
della serpe in seno che la politica ricordi.
Si diceva dunque che i democristiani avanzavano. Nanni era preoccupato,
ma deciso. E sul Corso d'Augusto, in visita gentile al nostro tavolo radicale
all'altezza della BNL, pronunciò la fatidica, orgogliosa frase.
Non gliene faccio una colpa, avrà cambiato idea. Pazienza. Campioni così
ci fanno divertire perché non smettono mai di stupire le folle. E se pensiamo
poi che c'è gente come Daniele Capezzone, che sul Berlusca ne ha dette
di tutti i colori per anni è ora ne è il portavoce e che, goduria delle
godurie, firma pure una rubrica che si chiama "Liberamente", lui che non
ha più neanche la libertà di andare a fare pipì se non glielo permette
"papi", allora anche Nanni avrà la mia benedizione nelle sue avventure
future, e attendo di vederlo schierato con la Sudtiroler (credo che quella
ancora gli manchi).
Ora l'indomito Maurizio ci "stupisce davvero" con l'appoggio a Vitali,
di cui ha detto "pestine e cornine" sino a ieri, quando persino parlava
di fogne, che Vitali non sa neanche cosa siano, e di acqua… ah l'acqua,
quanto è buona l'acqua, così ricca di nutrimento!
D'altra parte forse è giusto così, almeno si schiera con qualcuno che
vuole vincere, a prescindere dal resto, da bravo democristiano. Se poi
il premiatissimo e rinomatissimo poltronifico UDC ha bisogno di fare affari
con i compagni, anche lui dovrà fare il "sacrificio" di obbedire. Chiamatelo
scemo!
Tanto di là non c'è da tirar su molto. Il "grintoso" Lombardi invece che
andar giù duro elencando per esempio le cose forti che farebbe e soprattutto
gli "affari sinistri" che potrebbe bloccare ("in tal caso, accidenti,
tocca però esporsi, e magari a qualcuno dei miei fa comodo che resti tutto
così", mumble, mumble, starà pensando), aspetta solo l'arrivo anche lui
del capo, che evidentemente conosce Rimini meglio di lui che ci abita.
E alla fine pare si dovrà accontentare di un lugubre videomessaggio.
Questo giornale sembra metterci della buona volontà per non farlo sfigurare,
cercando di presentare una foto del candidato che sappia meno di naftalina,
e spero che il risultato ci sia. Ma che fatica ragazzi!
Sia chiaro, votare sul simbolo di Berlusconi mi dà lo stesso gusto del
nuotare in mezzo a un fitto branco di meduse australiane ultra urticanti,
se non letali (e dopo lo schifo della prostrazione marchettara a Gheddafi
sarà ancora più dura). Spero solo che il bruciore passi in fretta e che
almeno ne guadagni qualcosa la città, magari una classe politica che alla
prossima tornata abbia il coraggio di rinnovarsi davvero.