Pubblicato l'11 marzo 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina
di Simone Mariotti
La storia del significato dei fiori affonda le sue radici nell'antichità
e nella mitologia. E non sempre, nel corso dei secoli, il messaggio portato
attraverso i petali di uno stesso fiore è rimasto immutato. Ad alcune
piante invece è molto facile attribuire un'origine ed un significato
preciso.
Se da 5000 anni il Fiore di Loto in oriente è il simbolo della purezza,
della fertilità e della perfezione della natura; se il Narciso da secoli
non lascia dubbi sul suo significato così come l'Alloro; se il Mirto
dedicato a Venere sin dai tempi dei romani, ha sempre rappresentato l'amore,
né è mai stato messo in discussione il potere afrodisiaco dell'Orchidea,
il significato della rosa è stato molto più ballerino: legata
all'amore dai romani, poi alla gioia, votata all'esaltazione del silenzio, del
segreto e della riservatezza dal medioevo, fino a rappresentare le varie emozioni
del cuore a seconda del suo colore (rosso la passione, giallo la gelosia e l'infedeltà,
bianco la purezza, rosa la dolcezza e l'innocenza). Anche il Tulipano, vero
re degli innamorati e dell'amore perfetto, fiore orientale delle Mille e una
Notte, ha visto intaccata la sua purezza da quando l'Olanda fu scossa dalla
famosa bolla speculativa in cui tutti impazzirono per i suoi petali. Ecco che
allora in occidente il significato del tulipano è anche quello dell'incostanza
(in particolare il tulipano giallo rappresenta l'amore senza speranza). Si tratta
di voci difficili da conciliare, ma in fondo non c'è rischio di sbagliare:
l'amore più duraturo non è forse quello fatto di mille capricci
e vicendevoli inseguimenti?
Nonostante le origini antiche e mitologiche di molti fiori, una prima codificazione
si è avuta solo nel 1819, a Parigi, quando una signora francese sotto
lo pseudonimo di Madame Charlotte de la Tour pubblicò il testo "Le
Language des Fleurs". Tuttavia furono gli inglesi del periodo vittoriano
ad esaltare al massimo il potere comunicativo dei fiori. Durante il lungo regno
della grande Regina inglese, i fiori assunsero un'importanza fondamentale in
ogni aspetto della vita mondana ed erano tanto importanti quanto l'abbigliamento.
Molte fanciulle comunicavano con i fiori quello che le convenzioni sociali non
permettevano loro di fare direttamente; ed anche il profumo di una pianta assumeva
lo stesso significato. Così un fazzoletto conservato tra i petali di
rosa diventava un potenziale messaggio d'amore tanto esplicito quanto un fiore
reciso consegnato alla propria amata. Lo standard più o meno accettato
per la maggior parte dei significati che oggi attribuiamo ai fiori è
rappresentato da un testo pubblicato a Londra nel 1879 e scritto da Miss Corruthers
of Inverness. Tuttavia, il libro che a livello mondiale ebbe più successo
fu un'edizione londinese del 1884 del precedente "The Language of Flowers",
il cui pezzo forte erano però i disegni di Kate Greenaway, celebre autrice
di libri illustrati per bambini.
L'elenco della specie floreali a cui è associato un significato è
sterminato. Io, girovagando qua e la per là rete tra le tante pagine
web dedicate a questa disciplina, ne ho scelti solo alcuni di mio gusto, un
po' particolari, ognuno con un po' di storia da raccontare.
Il Papavero
Il Papavero, che comunemente fiorisce nei campi dell'Asia e dell'Europa, è
un fiore estremamente semplice, da sempre legato a leggende e credenze popolari.
La mitologia greca tramanda il papavero come il fiore della consolazione. Si
narra che Demetra, la Dea dei campi e dei raccolti, abbia riacquistato la serenità
in seguito alla morte della figlia soltanto bevendo infusi di papavero. Gli
inglesi, durante la prima guerra mondiale, usavano ghirlande di papaveri per
celebrare e ricordare i valorosi combattenti morti per la patria, e anche Fabrizio
de Andrè, nei primi versi della sua splendida Guerra di Piero, ci ricorda
questo significato consolatorio: "Dormi sepolto in un campo di grano, non
è la rosa non è il tulipano, che ti fan veglia dall'ombra dei
fossi, ma sono mille papaveri rossi".
La Dalia
Apprezzata e celebrata dal Gothe, i valori comunemente assegnati alla dalia
sono la gratitudine e la precarietà. In Europa, quello delle dalie fu
un successo annunciato. I botanici del Seicento, infatti, ne furono entusiasti
prima ancora di averle potute toccare con mano, grazie ai disegni inviati dagli
esploratori del Nuovo Mondo. Tuttavia, fu solo agli inizi del '700 che il fiore
iniziò de essere coltivato nelle zone del mediterraneo. Ne esistono molte
varietà differenti nelle forme, nel colore, e nel portamento della pianta.
La più antica varietà è stata chiamata Dalia variabilis:
è da questa, probabilmente, ma anche dalle caratteristiche di tutta la
famiglia, che trae origine un significato simbolico di mutevolezza e, dunque,
d'instabilità. Il messaggio che porta questo fiore è quindi: "Sei
volubile, i tuoi sentimenti sono poco coerenti, cambi idea troppo facilmente".
L'Iris
Iride era la messaggera degli Dei, la divinità che, muovendosi sull'arcobaleno,
consentiva il "dialogo" tra l'Olimpo e la Terra. L'iris trae così
il suo nome dalla molteplicità dei suoi colori che ricordano quelli dell'arcobaleno.
Benché splendido e facilmente identificabile, l'iris è incappato
nella singolare sorte di essere continuamente confuso con il giglio. Il giglio
francese, per esempio, altro non è che un iris. La storia narra che Luigi
VII (re di Francia dal 1137), uscito vittorioso da una battaglia, abbia voluto
fare di questo fiore il suo emblema perché il campo su cui si era svolto
il conflitto ne era letteralmente invaso. Il popolo, allora, lo soprannominò
fleure-de-Louis (fiore di Luigi), ma a causa della pronuncia contratta diventò
ben presto fleur-de-lys, cioè fiore di giglio. Lo stesso errore viene
commesso, anche in Italia: il nome botanico del giglio di Firenze, infatti,
è Iris florentina. L'iris non a caso compare nello stemma della città
perché molto diffuso nei campi che la circondano. Nonostante il destino
sfortunato questo fiore trasmette messaggi positivi: va regalato per comunicare
che ci sono novità o buone notizie nell'aria, oppure per fare gli auguri
a chi sta per intraprendere qualcosa di importante. Attenzione però all'iris
giallo, che va regalato in casi molto particolari... il suo significato infatti
è "Ardo di passione per te".
Il Giglio
Il giglio è originario della penisola Balcanica e dell'Asia Minore. La
tradizione vuole che il giglio, in origine, fosse un fiore bianco e candido,
proprio per questo per i cristiani il giglio è simbolo della purezza.
Una leggenda narra, tra l'altro, che Maria abbia scelto il suo sposo proprio
perché lo aveva notato tra la gente con un giglio tra le mani: questo
spiegherebbe perché Giuseppe è spesso raffigurato con un bastone
da cui sbocciano dei gigli bianchi. La mitologia narra che il giglio nacque
da una goccia di latte caduta dal seno di Giunone mentre allattava il piccolo
Ercole. Il significato del giglio è, dunque, quello della purezza e della
castità. Nel linguaggio dei fiori, però, il giglio rappresenta
soprattutto dignità e nobiltà nell'atteggiamento e nell'animo:
regalare un giglio significa dunque sottolineare il nostro apprezzamento per
queste virtù, oppure invitare qualcuno a recuperarle.
La Mimosa
In Inghilterra, nel secolo scorso, le ragazze meno carine erano solite infilare
un fiore d'acacia nell'occhiello della giacca, della camicetta oppure fra i
capelli per esibire la loro ideologia. Diverso significato veniva attribuito
alla mimosa dagli indiani d'America; in base ad una vecchia usanza un ramoscello
d'acacia era donato da ogni giovane alla ragazza che gli aveva infuocato il
cuore. Il loro aspetto delicato nasconde forza e vitalità; per questo
è simbolo di forza e femminilità.
La Camelia
La camelia proviene dalla Cina e dal Giappone. In Europa le camelie furono importate
da G. J. Camel a partire dalla seconda metà del 1700. Tuttavia, questa
splendida pianta raggiunse grande popolarità soltanto un secolo dopo,
quando nel 1848, fu dato alle stampe il celebre romanzo "La signora delle
camelie" di Alexandre Dumas figlio. Il fiore preferito della sfortunata
protagonista ebbe una diffusione improvvisa in tutta Europa: le nobildonne lo
portavano appuntato al cappellino o alla scollatura, mentre gli scapoli irriducibili
lo usavano come "richiamo" infilandolo nel bavero della marsina; Madame
Chanel ha insegnato a portarla sui suoi tailler. Con l'andare del tempo e il
mutare dei costumi, però, l'interesse per la camelia andò scemando.
Fino agli anni Trenta, quando la moda dei giardini romantici non poté
richiamare in voga questo fiore spettacolare. Il significato che gli viene attribuito
nel linguaggio dei fiori è il senso di stima e di ammirazione verso qualcuno:
un simbolismo dovuto al portamento dei petali che, imperturbabilmente fissi
e consistenti, ricordano le persone solide, di spessore, che vanno dritte per
la propria strada. Quelle, cioè, di cui si pensa che avranno grande successo
e ci si aspetta di vederle presto firmare autografi! Nel linguaggio dei fiori
la camelia vuol dire perfetta bellezza e superiorità non esibita; se
regalata è segno di stima. È una dedica importante tra amici,
innamorati e, perché no, anche tra colleghi di lavoro.
La Primula
Della primula si ricorda che fu il fiore preferito dallo statista inglese Benjamin
Disraeli, ed in occasione della sua morte, i conservatori se ne misero una all'occhiello
in ricordo dello scomparso. La primula è uno dei primi fiori che sboccia
appena il clima inizia ad intiepidirsi, anche nei paesi più freddi; proprio
per questo essa è da sempre considerata il simbolo della primavera e
della speranza di rinnovamento che questa stagione porta con sé, e quindi
dona l'augurio di buona fortuna.
Una vecchia leggenda popolare racconta che dal Paradiso San Pietro gettò
le sue chiavi, perché il Signore ne aveva voluto un altro paio; nel punto
in cui esse caddero spuntò la primula, e secondo la tradizione questo
fiorellino assomiglierebbe a quel mazzo di chiavi. Si narra anche che questo
fiore celi un gran segreto, che tuttora incuriosisce i romantici: chi riesce
a toccare la roccia delle fate con un mazzetto di primule, vedrà aprirsi
la strada che lo condurrà al loro regno. Però questo rito magico
deve esser fatto con un numero ben preciso di primule: chi sbagliasse, avrebbe
un destino infausto. Ma quante devono essere le primule del mazzetto? Nessuno
lo sa!
La Lavanda
La lavanda è la tipica erba segnalata da antichi testi per la cura della
malinconia e degli squilibri energetici soprattutto femminili. I fiori venivano
usati dalle giovani spose per profumare e preservare il proprio corredo; inoltre
sembra che l'abitudine di inserire la lavanda nell'armadio avesse un significato
più profondo: le sposine immature e timorose avrebbero affrontato le
prestazioni sessuali del proprio marito, all'epoca dei matrimoni combinati spesso
molto più anziano, in modo più sereno e non traumatico. La lavanda
è amata per la sua fragranza estremamente aromatica che influisce sulla
psiche donando equilibrio e serenità. Nel linguaggio dei fiori, ha un
messaggio malinconico: "Il tuo ricordo è la mia unica felicità".
Tuttavia, è a causa delle numerose di api che la circondano durante la
fioritura, e della cautela con la quale è meglio avvicinarsi ad essa
per coglierne delle ciocche, che deriva l'altro significato associato alla lavanda:
la diffidenza.