Pubblicato il 30 maggio 2007 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Se nelle ultime settimane Pinocchio è stato trascinato
suo malgrado all'interno dei miei articoli non è stato per caso. Ed è
bastato affacciarsi brevemente alla finestra per trovare sotto gli occhi un
pezzo di vita che potesse essere spiegato metaforicamente con una delle avventure
del burattino più celebre della storia.
C'è però un maestro che, con un soffio di quella rara ispirazione
geniale che rende immortali le opere degli artisti che la sanno cogliere, meglio
di chiunque altro ha saputo rileggere il libro di Collodi, e con l'aiuto impagabile
della sua musica ha incantato tre generazioni di adulti che forse non si erano
resi ancora conto che l'universo di Pinocchio di fine Ottocento era più
che mai una allegoria attualissima di un mondo un po' storto in cui stavamo
crescendo; e ancora oggi nulla è cambiato.
Esattamente 30 anni fa, nel maggio del 1977, usciva quella perla musicale che
fu "Burattino senza fili" di Edoardo Bennato.
Forse erano altri tempi quelli in cui Bennato cantava Pinocchio. Ma il ritmo
incalzante di "In prigione, in prigione" (ispirata all'ingiusto arresto
del protagonista) va bene sia se ascoltato negli annui bui del carcere preventivo
eterno come lo era negli anni di piombo, sia oggi, magari di fronte al caso
di Rignano Flaminio, e alla malagiustizia del nostro paese.
"Tu che sei innocente/ tu che non hai fatto niente/ tu che ti lamenti/
perché ti hanno imbrogliato / allora adesso senti:/ tu andrai in prigione/
in prigione in prigione/ proprio tu in prigione/ e che ti serva da lezione".
La politica autoreferenziale è sempre lì, arrogante oggi come
non mai; insieme al mondo dei "pezzi di carta", delle lauree tre per
due, dei crediti formativi per diventare dottori con una manciata lezioni serali;
un mondo dove non conta più quello che sai (e sei) veramente, ma quello
che puoi sbandierare grazie a un timbro su un foglio. Il mondo dei consulenti
globali esistenziali ultraterreni e paragnostici capaci di trasformare la rimozione
di un callo in un'operazione di chirurgia plastica, un sorso ad un bicchiere
di vino in un'esperienza extrasensoriale. E' il nostro mondo, quello di un popolo
bue che continua a guardare in adorazione rincitrullita quei "Dotti, medici
e sapienti" evocati da Bennato, da cui è meglio scappare ("E
nel nome del progresso/ il dibattito sia aperto/ parleranno tutti quanti/ dotti,
medici e sapienti), che finiscono per banalizzare la sostanza di ogni cosa senza
dare stimoli alla vera crescita culturale, specie a quella dei giovani, dichiarati
pazzi se non conformi alle regole del Mangiafuoco di turno. Poi La Fata-Donna
che noi uomini-burattini continuiamo ad umiliare.
Come molti tra i grandissimi, Bennato attraversò un momento di creatività
magica, travolgente, che lo portò ad inanellare in una manciata di anni,
uno dopo l'altro sei capolavori. E tre anni dopo "Burattino senza fili",
Edoardo raggiunse una vetta forse ancora più alta con "Sono solo
canzonette" (1980), ispirato questa volta alla fiaba di Peter Pan. E' un
disco che adoro come pochissimi altri, ma oggi è di scena un burattino
che alla fine è diventato bambino, e che con tale scelta si è
accorto di aver conquistato un mondo nuovo, ma anche di aver rinunciato ad una
parte di sé, e che il mondo da cui veniva era più libero perché
meno codificato dalle solite misere regole di una cultura dominante che tutti,
passivamente, tendiamo a seguire.
E ora, caro Pinocchio, guarda che bambino che sei diventato! Ti lamenti, ma
"è stata tua la colpa". Eri uno diverso, un burattino che si
muoveva senza fili, "e invece adesso i fili ce li hai". E non si torna
indietro. Il grillo parlante lo hai schiacciato, con qualche patema sei sfuggito
al Gatto e la Volpe, ma vuoi sapere altro, vuoi continuare a crescere prima
del tempo, omologarti al resto. Ma anche se vuoi fare domande, se vuoi capire,
crescere sul serio, allora ti diranno: NO! Dovrai aspettare "quando sarai
grande".
"E allora osservi/ gli altri giocare/ è un gioco strano/devi imparare.
Devi stare zitto/ solo ascoltare/ devi leggere più libri/ che puoi, devi
studiare.
E' tutto scritto/ catalogato/ ogni segreto/ ogni peccato".