Pubblicato l'11 febbraio 2009 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Ho osservato in silenzio la vicenda di Eluana e della sua famiglia,
chiedendomi spesso che avrei fatto io se fossi stato al loro posto, anche al
posto di Eluana. Credo che ancora una volta il sistema americano offra la via
più chiara: se dovessi trovami incosciente a vegetare per anni attaccato
a un tubo in mancanza di una mia volontà vorrei che per me decidessero
le persone che mi amano, se ve ne saranno. In caso contrario non mi importerebbe
gran che.
E' un'idea questa che sconvolge il vasto movimento di coloro che orgogliosamente
si definiscono "fanatici della vita". Perché toglie loro una
delle più formidabili opportunità di mostrare la loro suprema
bontà, che un giorno dovrà essere ricompensata.
Ma seppure in silenzio, sono stato continuamente pervaso da un fastidio che
ho anche tentato di rimuovere ignorando la cosa, almeno sino a lunedì,
cercando di evitare il più possibile di restare invischiato nel mare
melmoso della polemica politica, di livello sempre più basso. Nel frattempo
era tornata prepotente nelle nostre vite una furia verbale angosciante, che
spero si plachi.
Se al tempo del referendum sulla Legge40, solo per essere a favore di una semplice
legge sulla "fecondazione assistita" sul modello degli altri paesi
occidentali (tutti incivili?), si veniva descritti come nazista, Rasputin, Frankenstein,
pervertito, fautore dell'eugenetica Mengeliana, svergognato, depravato, vizioso,
assassino, mascalzone, mostro, cannibale (quest'ultima fu una perla di Radio
Maria), oggi addirittura si proclama da varie voci un'epocale "fine della
civiltà" dovuta alla morte di Eluana.
Questi graditi complimenti rivelano credo un grosso disagio angosciante in chi
li sputa, e hanno molto a che vedere con quel millenarismo salvazionista e delirante
che ha caratterizzato buona parte della storia dell'uomo sin dalla sua presa
di coscienza di morte, in cui un'idea dominante, spesso repressiva, si erge
a modello per la salvezza delle anime e dell'immortalità delle stesse.
Il secondo stadio di questo processo ha quasi sempre portato a una violenza
più o meno esplicita, in passato anche assai sanguinaria (e nell'Islam
estremo è ancora così), nei confronti di chi dice no a quell'idea,
ma anche contro se stessi come forma penitenza purificatrice (il cilicio della
Binetti).
Un ritratto in cui ben si inserisce la foga del Brelusconi degli ultimi giorni,
che è passato rapidamente dall'opportunismo politico servil-clericale
alla presunzione di onnipotenza di colui che deve fare tabula rasa tutti gli
ostacoli verso la beatitudine, e soprattutto di uno dei più fastidiosi,
la dialettica. Distruggendo oltretutto con un solo gesto anche una parte di
sé stesso (il suo cilicio politico), mostrando al mondo assieme al suo
sogno di autoritarismo, anche la debolezza di un governo di fantocci ubbidienti
e impauriti che ha immediatamente perso quel po' di autorevolezza che si era
conquistato.
Sulla "fine della civiltà", tra qualche decina di anni antropologi,
filosofi, sociologi e psicologi riusciranno a spiegare perché una tale
violenta iperbolica esagerazione dei termini, dannosa alla stessa causa salvazionista,
perché chiaramente fasulla.
La prima possibile spiegazione è quella che vede l'ipocrisia alla base
di tutto ciò, ma questo vale più che altro per i politici e i
chierici, che devono sfruttare situazioni favorevoli alla loro propaganda, fingendo
di ignorare la realtà e dipingendo quindi un mondo fanciullesco fino
all'evento scatenante. Nel nostro caso la finzione ipocrita sta nelle centinaia
di Eluane che da sempre muoiono allo stesso modo. Lo sanno tutti, e per tale
ragione l'uomo della strada vi guarderà in modo curioso se gli dite che
la nostra civiltà è finita perché un'altra persona è
morta in quel modo. Anzi, in un modo non clandestino, ma rispettando la legge,
perché se papà Englaro fosse stato uno dei tanti italiani, nessuno
di noi avrebbe mai saputo nulla di Eluana, che si sarebbe spenta da anni, con
buona pace della nostra civiltà.
La doppia ipocrisia della politica, di Berlusconi e di Veltroni in primis, che
si sono sempre rifiutati di trattare i temi etici a sangue freddo quando era
il momento di raccogliere voti, è quella di arrivare sempre tardi, a
"figlia morta" in questo caso. I radicali da anni chiedono che si
legiferi sui temi etici, che si discuta in Parlamento, soprattutto in campagna
elettorale, ovunque. Discutere, caro presidente, non decretare in cinque minuti
o approvando leggi durante la notte. L'ipocrisia, quindi, lasciamola alla politica.
Ma gli altri?
Secondo i nuovi millenaristi la legge che da anni vige in Olanda sull'eutanasia
è abominevole, e si fanno cose secondo loro enormemente peggiori del
caso Englaro, come l'omicidio di bambini. Da anni è finita la civiltà
olandese o nordica, dato che le altre legislazioni sono più simili alla
loro che alla nostra?
Quattro anni fa Terri Schiavo fu aiutata a morire nello stesso modo di Eluana
e addirittura contro la volontà dei genitori, oltre che del Papa e dello
stesso gruppo di movimenti di oggi, che adducevano le stesse motivazioni. E'
quindi finita allora la civiltà americana? Che sia questa la vera causa
della crisi globale? E dalle parole di Farrell di ieri apprendiamo che la civiltà
inglese è deceduta nel 1982, in era Thatcher. Se così è,
c'è da chiedersi perché la bandiera USA (paese oltretutto governato
oggi da un "cinico" abortista) e quella inglese siano ancora issate
in testa a questo giornale. Un'altra forma di cilicio per purificare le anime
di chi vi scrive (sicuramente la mia, dato che per le mie posizioni sono destinatario
di tutti gli insulti sopra ricordati)? La stessa terminologia estrema appare
anche con l'aborto, definito il "crimine più grande", il "nuovo
olocausto" ecc. Ma il crimine più grande deve prevedere anche la
pena più grande. Quindi una ragazza che abortisce deve essere sentenziata
con una condanna peggiore, che so, di un omicida seviziatore, di un sequestratore
che taglia parti del corpo ai suoi ostaggi, di chi mette diossina nel latte
per bambini? Tutti crimini minori rispetto a quello che per definizione è
il "più grande".
Forse un po' di equilibrio nelle parole dei salvazionisti, e un'obiettiva valutazione
della realtà e delle sue vere oscenità, gioverebbe a tutti, anche
alle loro cause ideali. E magari comprenderebbero che forse oggi il nostro paese
è un po' meno angosciato, grazie anche alla volontà e al sacrificio
di Beppino Englaro che ha rimosso uno dei nostri cilici, quello che ci impediva
di confrontarci serenamente con la morte.