Pubblicato l'8 ottobre 2008 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Era il 1977, un periodo buio per l'economia mondiale. La crisi
petrolifera aveva innescato la stagflazione, il sistema valutario mondiale era
andato a picco pochi anni prima, la guerra fredda era in gran spolvero e le
borse non brillavano di certo. Quella italiana sembrava uno yo-yo impazzito,
ma altrove non si stava molto meglio Negli Stati Uniti il Dow Jones chiuse l'anno
a 800 punti, dodici anni prima, tra il 1965 e il '66 era arrivato quasi a 1000.
Dodici anni prima! Per vederlo di nuovo a 1000 si sarebbero dovuti aspettare
altri 5 anni. E nel '77 morì pure Elvis! Forse questo c'entra poco con
l'economia, forse; fatto sta che quelli della Dow Jones hanno pensato di marcare
lo scorrere del tempo sui lori grafici storici indicando anche la sua morte,
tra guerre e trattati economici vari.
Ma nel 1977 Christine McVie scrisse una canzone. Non pretendo che tutti conoscano
questa ragazza inglese allora poco più che trentenne, e forse molti lettori
non hanno troppa familiarità neanche con il suo gruppo, i Fleetwood Mac.
In realtà uno dei loro album, Rumors, del 1977 appunto, è stato
uno dei più grandi successi di tutti i tempi ed è tuttora uno
dei 10, forse 15 dischi più venduti di sempre; ed è uno di quelli
della mia collezione di vinili cui sono più affezionato.
La borsa, la crisi, i fallimenti, la depressione. Che c'entrano Mick Fleetwood
e i suoi quattro compari in tutto ciò?
If you wake up and don't want to smile,
If it takes just a little while,
Open your eyes and look at the day,
You'll see things in a different way.
E' un inglese semplice; comunque dice che se ti svegli di cattivo
umore guarda avanti e vedrai le cose in modo diverso
Don't stop, thinking about tomorrow,
Don't stop, it'll soon be here,
It'll be, better than before,
Yesterday's gone, yesterday's gone.
Non smettere di pensare al domani... Yesterday's gone, yesterday's
gone.
Il resto della canzoncina ve la dovrete ascoltare da soli.
E' una delle loro più riuscite, oramai di culto negli States: "Don't
Stop". Quando Christine la scrisse pensava alla sua vita e a come doveva
ricominciare dopo la fine del suo matrimonio con il bassista del gruppo. Anni
dopo disse che non ci vedeva un significato troppo profondo; semplicemente non
era una pessimista, ma una che guardava avanti. E io mi diverto di più
ad ascoltare la musica dei Fleetwood Mac che gli spot di Tonino Guerra!
Bill Clinton scelse questa canzone per trainare la sua prima vittoria elettorale
su Bush. Gli andò bene. Io faccio girare il disco da qualche giorno.
Per piacere, più che per scaramanzia, perchè ho bene in mente
una cosa: dal quel grigio 1977 il Dow Jones è passato, nonostante tutto,
da 800 a 10.000.
Lunedì è stato il più brutto giorno di borsa degli ultimi
20 anni. Il che vuol dire che venti anni fa c'era di peggio. Venti anni fa c'era
il crollo dell'ottobre 1987: Wall Street perse oltre il 20% in poche ore. Poi,
16 anni fa, ci fu l'uscita della lira dallo SME: l'indice Comit sprofondò
a 354. Undici anni fa l'Asia colo a picco di quasi il 60% nel giro di pochi
mesi. Chi investì nel bel mezzo di quella crisi, ad oggi, con i mercati
asiatici giù del 50% nell'ultimo anno, ha quasi raddoppiato il suo denaro.
Chi si buttò nella crisi italiana dell'autunno '92 oggi, dopo il giorno
più brutto degli ultimi 20 anni, osserva l'indice Comit a 1130. Prima
(non dopo) del crollo dell'87 il Dow Jones era a 2500. Oggi, come detto, è
quattro volte tanto.
OK! Comprare quando tutti scappano è un buon affare. Non lo fa mai nessuno
(infatti tutti scappano), ma è un buon affare. Ma se io resto fermo?
Cioè, se ci sono già dentro?
Nei famosi ultimi venti anni l'indice MSCI EMU, quello che raccoglie i paesi
dell'area euro, è cresciuto di circa il 250%, il che vuol dire più
o meno il 5% annuo composto, a valori di oggi, post crollo. Cioè stando
fermi aggrappati alla barca sia in bonaccia, sia col vento in poppa, sia col
mare tempesta, avremmo visto il mercato crescere del 5% all'anno durante gli
ultimi 7.300 giorni. Se ci fosse venuta voglia di scendere e se così
facendo avessimo perso i 20 giorni migliori, il nostro guadagno sarebbe stato
falcidiato ad un misero 1,2%.
Ci sarà da soffrire, e chi non avrà tempo si farà del male,
ma sono sicuro che nella storia dei mercati finanziari coloro che oggi sono
compratori saranno anche loro inseriti tra gli investitori di maggior successo
di sempre.
Chi è già a bordo deve avere tre cose: una barca senza falle (il
che vuol dire non aver messo tutte le uova in un solo paniere), una buona dose
di pazienza e un disco dei Fleetwood Mac come pillola per il mal di mare.