Pubblicato il 17 settembre 2008 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Prima della grande bolla dei Mari del Sud che abbiamo visto
al settimana scorsa, nel giro di 40 anni, tra la fine del '600 ed il 1720, l'Inghilterra
fu in un certo qual senso stravolta, e con lei lo fu il mondo intero, per la
notevole influenza che da quel periodo in poi, per i successivi 200 anni, gli
inglesi avrebbero esercitato sulla politica e sull'economia del pianeta. La
gran parte delle basi del moderno capitalismo vennero gettate in quegli anni
e furono il frutto dell'unione della ricchezza inglese e dell'esperienza finanziaria
olandese giunta in Inghilterra con Guglielmo d'Orange quando, nel 1688, la Gloriosa
Rivoluzione lo portò sul trono britannico.
Il Parlamento inglese, preoccupato per la nascita di un erede maschio al re
cattolico Giacomo II di Stuart, temendo così l'instaurazione stabile
di una dinastia non protestante e filo-francese, invocò l'aiuto dello
Staatholder d'Olanda, Guglielmo D'Orange, che aveva sposato la figlia del re
inglese e che sarebbe divenuto legittimo sovrano d'Inghilterra se non fosse
nato un nuovo erede a Giacomo II. Fu in realtà una rivoluzione del tutto
incruenta che si compì semplicemente con la fuga di re Giacomo in Francia
e con l'ascesa al trono dell'Orange che assunse il nome di Guglielmo III.
La rivoluzione però non fu solo politica, ma anche, e soprattutto, finanziaria.
Fu istituito nel 1690 un luogo ufficiale per il mercato azionario nella via
londinese chiamata Exchange Alley (in realtà gli speculatori furono costretti
a trovare casa in Exchange Alley perché i mercanti non si volevano "sporcare"
con loro al Royal Exchange); si istituirono le garanzie parlamentari per i prestiti
governativi e fu fondata la Banca d'Inghilterra (1694). La creazione di una
maggior liquidità nel mercato azionario, con il proliferare dell'attività
in Exchange Alley, ebbe come conseguenza il sorgere da un lato delle prime piccole
bolle speculative, abbastanza innocue, e dall'altro il crearsi di nuove attività,
come le assicurazioni.
In quegli anni la speculazione fu creata attorno alle concessioni governative
di brevetti per lo sfruttamento di certe invenzioni ritenute estremamente redditizie.
Secondo i dati dell'UK Patent Office, nel periodo tra il 1660 e il 1700 furono
rilasciati 236 brevetti, dei quali un terzo nel solo quinquennio 1688-93. Dietro
ad alcuni vi erano vere intuizioni che avrebbero avuto un grande futuro, come
i primi allarmi antifurto, la latta, la mitragliatrice con il tamburo rotante
a sei colpi prodotta da James Puckle, e persino una specie di biliardino.
Altre volte si trattava di trovate più strampalate, come le società
destinate allo svolgimento del recupero dei beni in profondità marine.
Si riteneva di poter agevolmente dragare i mari del mondo recuperando le favolose
ricchezze che custodivano. Il poliedrico astronomo Edmond Halley (quello che
scoprì la famosa cometa che porta il suo nome) ottenne anche un brevetto
per una struttura da palombaro che avrebbe agevolato le spedizioni sottomarine.
Le campagne pubblicitarie di queste imprese ebbero un ruolo importante per il
loro successo. Si enfatizzavano alcuni dei risultati reali ottenuti in precedenza,
dovuti quasi esclusivamente alla fortuna e al caso più che alla bontà
dell'investimento, promettendo utili sempre molto elevati. In realtà
dopo un po' ci si accorse che più che oro e gioielli le navi pescatrici
recuperavano della ferraglia arrugginita e la bollicina si sgonfiò. Altre
imprese bizzarre ebbero scarso successo come una "società per la
macchina aspira caldo che avrebbe permesso uno spegnimento del fuoco senza precedenti
nel regno".
La ditta di Puckle, in realtà, si rese protagonista anche nella seconda
ondata di invenzioni-bolla, quella del periodo dei Mari del Sud. Uno dei progetti
più simpatici, presentato nel 1718, ma pubblicizzato largamente in piena
bolla, fu quello di una mitragliatrice rivoluzionaria che poteva sparare non
solo le classiche pallottole sferiche, destinate ai nemici cristiani (più
tranquilli), ma anche un nuovo tipo di proiettile di forma cubica, ritenuto
più potente, nel caso il nemico fosse un turco musulmano (evidentemente
più temibile e pericoloso). Un'umorista dell'epoca illustrò un
mazzo di carte da gioco, sbeffeggiando su ogni carta una società-bolla
con un disegno ed una scritta. L'otto di picche era dedicato alla Puckle's Company
e diceva: "Una rara invenzione per annientare la masse degli stupidi del
nostro paese al posto di quelli stranieri: che nessuno tema questa macchina
terrificante, è stato colpito solo chi ne ha acquistato le azioni".
Alla settimana prossima, che vedrà la conclusione del nostro viaggio
nella storia delle bolle speculative ritornate di strettissima attualità
in questi giorni. Ma come abbiamo visto nel corso di questi racconti storici,
non è che rappresentino una grossa novità rispetto al passato.

La carta da gioco dedicata alla Puckle Gun Machine