Aborto. Un dibattito con posizioni poco chiare
Pubblicato il 12 marzo 2008 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Bene! Sono contento del dibattito che sta uscendo sulla legge sull'aborto perché sta emergendo sempre più chiaramente quello che sostenevo assieme a tanti altri che si battevano per abolire la Legge 40 con il referendum di tre anni fa, e cioè che il vero obiettivo degli astensionisti di allora era la legge sull'aborto, più che quella sulla fecondazione assistita.
Il direttore di questo giornale, replicando al mio intervento della scorsa settimana, conferma il sentimento diffuso tra i buoni, un sentimento che scalda il loro cuore: "l'aborto dovrebbe essere proibito e basta".
E' finalmente una posizione onesta, chiara, e quindi da oggi, secondo me, più che rispettabile. Non lo era invece allora, non lo è ancora oggi tra chi si mobilita per la vita negando intendi revisionisti sulla legge.
Oltretutto, dico di nuovo finalmente, non si ha quindi remora ad ammettere l'assoluta contraddittorietà delle due leggi, la 40 e la 194, negata da tutto il fronte astensionista al tempo del referendum, dalla Binetti a Paolo Gambi, con il quale ebbi un divertente duello in punta di penna, che si concluse però con una mia domanda restata senza risposta, e che oggi, grazie al direttore, almeno su questo giornale la trova: vietare la diagnosi per impianto sull'embrione prima, ma poi permettere l'aborto terapeutico non ha senso. Non lo ha dal punto di vista medico (meglio un controllo prima che un'operazione poi) né da quello legislativo (come tanti giuristi imparziali hanno fatto notare), né soprattutto da quello etico: è forse un embrione più importante di un feto? Dissi a Gambi chiudendo amichevolmente il nostro scambio di opinioni: "quindi l'embrione non solo ha più diritti della donna, ma anche più diritti di quello che lui stesso diventerà dopo l'impianto nell'utero! Quale principio etico-giuridico regge tutto ciò? E' una specie di: per grazia temporanea ricevuta?"
E' un processo lungo, ovviamente. Ma lo si doveva iniziare in qualche modo e la Legge 40, nata con la scusa di una regolamentazione che era anche necessaria, è stata il grimaldello ideale.
La cosa che mi consola è che di queste contraddizioni la politica è piena, e la complessità, anche parlamentare, per arrivare ad una abrogazione della Legge 194, rende se non altro tortuosa la sua eliminazione. Ma la strada del "Riparliamone", come ironizza la bravissima Paola Cortellesi (www.riparliamone.it), è stata imboccata. Personalmente non sono troppo preoccupato dell'esito finale, ma la guardia non va abbassata.
Credo che uno dei motivi di questo nuovo polverone "eticista" sollevato dalla Chiesa negli ultimi anni sia anche quello di ridare spolvero ad un clero globalmente sempre più debole.
L'Italia è rimasta uno degli ultimi feudi (l'unico tra i paesi più sviluppati, quindi il più importante - c'è l'Irlanda, ma sono quattro gatti, ed anche lì le ore sono contate) in cui il Vaticano può esercitare quel potere di condizionamento politico sui temi etici che altrove sta progressivamente perdendo, comprese alcune sue storiche roccaforti. Ed ha bisogno di stimoli forti per scaldare gli animi assopiti dei suoi fedelissimi, che altrimenti si perderebbero nella "facilità" del mondo del libero arbitrio individuale. Il Papa ha oramai perso la Spagna; l'Italia non la mollerà facilmente.
Il bello è che con la svolta elettorale di Giuliano Ferrara e la sua forzatura su questi temi, ci si potrà nuovamente contare, e coloro che sinceramente sentiranno come profondo il loro amore per queste politiche "per la vita", avranno tre simboli su cui mettere la croce, quello di Giuliano, appunto, ma anche quello dei centristi di Pierferdinando Casini che, al contrario di Silvio e Walter, si dichiarano apertamente per la vita e la famiglia e contro l'aborto e a favore di tutte le proposte di deriva vaticana. Idem per La Destra di Storace, capitanata dalla grintosa Daniela Santanché, una delle più fiere avversarie del referendum sulla Legge40.
Vedremo come andrà a finire. Auguro sinceramente a tutti e tre di fare un ottimo risultato.








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