Lo strano catalogo dei tipi "strani"
Pubblicato il 31 ottobre 2007 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

...chi ci ha già rinunciato, e ti ride alle spalle,
forse è ancora più pazzo di te.

(EB, L'isola che non c'è, 1980)

Ma quanti tipi strani ci sono a Rimini? Non voglio essere offensivo né indelicato con loro. Dico "strani" perché spesso "strano" vuol dire anche diverso dalla massa, interessante, a volte sfortunato, altre volte soffrente, altre ancora semplicemente più indietro. Poi c'è pure chi ha fatto qualche fesseria grossa, chi è lì dove è per le proprie "ragionate" (un tempo) scelte di vita. Ma sono una parte di noi anche loro, e non bisogna nascondersi dietro la loro difficoltà per negarlo.
Non so se il proliferare di tanti personaggi curiosi sia un segno di vitalità per una città, che crea tutto ed il suo contrario, o un indice di preoccupazione, per qualcosa che sta andando storto. Il fatto è che se una volta, in una città ancora piccola, il povero Paolino regnava nel suo mondo quasi in solitaria, i suoi eredi negli ultimi anni si sono decisamente moltiplicati.
Uno degli ultimi arrivati è il Podista, un ragazzo che corre per la città, sempre vestito uguale, con berretto tecnico da temperatura polari ma a gambe nude con micro pantaloncini. A volte si incrocia con una sua amica, si scambiano qualche insulto, e proseguono per la loro strada. E' un gran bel personaggio.
Tra le new entry c'è anche la "Donna che salta". Lei predilige la zona del parco Ausa spingendosi anche in centro dalle parti della Rocca. Sempre con la stessa pettinatura. Cammina veloce, si guarda attorno, cercando chissà quale visone, poi ogni tre o quattro passi si ferma e saltella sul posto, poi prosegue.
Oramai un classico è invece l'uomo in camicia nera e mocassini senza calze e sempre in bici. Il suo quartier generale è il parcheggio dell'aera Scarpetti. Lo si trova lì quasi ad ogni ora, sempre a borbottare qualcosa tra sé e a salire e scendere dalla sua bici. Un giorno pioveva, e mi ha chiesto un passaggio in auto per andare a poche centinaia di metri da lì. Lasciò la bici appoggiata al muro, ma era agitatissimo senza il suo mezzo.
Per breve tempo ha avuto un rivale. Un ragazzo arrivato all'improvviso in compagnia di un grosso cane si era messo seduto vicino all'entrata del supermercato Coop che dà sul parcheggio. Per diversi giorni il ragazzo chiedeva a tutti dove fosse l'entrata della Coop, e di tanto in tanto interrogava anche l'altro uomo. Avevano molto in comune, forse troppo per condividere lo stesso territorio!
Anche sul fronte mistico non siamo messi male. Scomparsa qualche anno fa la "signora con le sporte" che pregava sempre la Madonna e sedeva sempre nelle panchine di piazza Cavour, e che tutti chiamavano la "Suora verde", da diverso tempo siamo in compagnia della donna che gira per la città con una gigantografia di Gesù appoggiata sul petto. Ma il nemico pubblico numero uno per la "donna col Gesù" deve probabilmente essere un altro classico riminese: la signora bionda parruccata e truccatissima che sembra uscita dal Rocky Horror, roba da un tubetto di rossetto al giorno, anche lei spesso in bici, che da anni (o decenni!!!), sempre uguale, si mostra in centro con stivaloni e minigonna.
Tra i più anziani ci sono invece tre, oserei dire, miti: il vecchio con parananza, giacca verde e visiera. Lui predilige le vie del centro, specialmente il Corso. E' dignitiosissimo, gira scrutando i bidoni con una sua calma serafica ed elegante ed un paio di volte l'ho visto persino rifiutare l'elemosina, stava bene così. L'altro è una specie di babbo natale inquietante, vestito con giornali e anche lui, come il Podista, sempre a gambe nude, ma a differenza del Podista spesso in bici. Il terzo fuoriclasse, "il saggista", che è sempre stato il mio preferito e spero sia ancora tra noi perché da un po' non lo vedo in giro, è quel signore che per anni ha cercato di vendere ai ragazzi che frequentavano le cantinette del centro, piazzandosi all'inizio della vecchia pescheria, la sua opera principale "La diabolica commedia. Critica ragionata della Divina Commedia": prezzo 2000 lire; pagine: a vista meno di 10 (tra gli altri suoi numerosi lavori c'è anche la "Storia del sangiovese").
Poi ci sono quelli che sono semplicemente incazzati e lo mostrano in tutta la loro fisicità, e tra questi il decano è sicuramente Pini, instancabile nella sua lotta contro la Gecos, e c'è chi da mio compagno di scuola di un tempo è partito per un viaggio da cui non è più tornato, fermandosi dalle parti di piazza Ferrari con uno skateboard ed uno zainetto.
Poi c'è Gnagno, c'è l'urlatore corpulento, ci sono i menestrelli stonati, sempre curiosi, c'è la Gattara, che è stata sfrattata dalla sua casa in centro e il tizio che ha il cane che sembra quello di Infostrada, e che gira sempre per il parco Marecchia ed è sempre, sempre, ad ogni minuto, continuamente al cellulare: temo sia il cane che lo porta in giro.
Sono così. Forse il solo limite che hanno è di non riuscire a comunicare con noi come vorrebbero e hanno scelto un modo loro per farlo. A quasi tutti manca qualche rotella, diciamolo chiaramente senza fare del falso romanticismo clochard-buonista.
Ma, dopo tutto, non è che li si possa biasimare troppo. Non sarà stata solo sfortuna la loro, ma alzi la mano chi riesce sempre a farsi capire o a trovare qualcuno che abbia voglia di ascoltare. E capita che, a volte, la solitudine colpisca, dopo il cuore, anche la mente.









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