L'industria del mattone tra crisi e truffe
Pubblicato il 18 luglio 2007 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Spulciando tra le centinaia di articoli che ho archiviato in oltre 10 anni, di storie sui guai che le famiglie italiane hanno dovuto subire a causa del mattone ce ne sono tante. E non si tratta solo di fallimenti immobiliari come ho ricordato la settimana scorsa, sempre all'ordine del giorno, e che anche con la nuova normativa del 2005 non stanno trovando una soluzione.
E così i tanti Pierino Pelacci d'Italia, tanto per citarne uno, che a Ospedaletti (IM) si è trovato la casa, interamente pagata, messa all'asta dal tribunale di Alba a causa del fallimento del costruttore, continueranno ad affollare il nostro paese. Questo almeno sino a che anche le Banche, corresponsabili del disastro, non molleranno la presa ed accetteranno di perdere i loro privilegi.
La legge che era in vigore sino al 2005 infatti dava agli istituti di credito che finanziavano i costruttori lo status di creditori privilegiati, ed in caso di fallimento si rifacevano sul bene a scapito di chi la casa l'aveva pagata, e se la vedeva messa all'asta.
Una vergogna, questa, alla quale è stata messa una pezza con il teorico obbligo di fideiussione previsto dal decreto legislativo del 20 giugno 2005, che il costruttore deve fornire all'acquirente. Ma è una piccola rivoluzione del sistema, con le banche (e le assicurazioni) che oggi per emettere la fideiussione devono fare analisi ben più approfondite sullo stato di salute delle imprese edili. Il risultato è che, come ricordavo la settimana scorsa, tutto per ora è restato lettera morta o quasi, ed in oltre il 90% dei casi la legge non è applicata.
Inoltre, due anni fa, una valanga di richieste di autorizzazione edilizia sono state avanzate prima del 21 luglio 2005, data che segnò lo spartiacque tra il nuovo e il vecchio sistema, di modo che migliaia di costruttori hanno potuto, e possono tuttora, continuare con gli scarsi controlli di prima ancora per un po' di tempo.
Questo per chiudere la faccenda dei fallimenti. Ma c'è molto di più.
Lo dicevo all'inizio, il museo degli orrori immobiliari non ha nulla da invidiare a quello dei vari telepredicatori finanziari alla Mendella, colui che per non farsi mancare nulla, unì finanza e mattoni per la "gioia" di risparmiatori grandi e piccini, più che altro piccini. Ma quella è roba oramai vecchia. Nuovi invece sono i tanti aspiranti venditori della fontana di Trevi che sono andati a scuola da Totò.
Si va da un "dritto" di Monticello Brianza che ha piazzato a decine di famiglie degli immobili che erano già destinati all'asta fallimentare, e gli acquirenti hanno dovuto pagare due volte. Poi un'agenzia immobiliare di Como, lussuosamente posizionata in pieno centro, che ha fatto il classico bidone vendendo a tutti lo stesso appartamento, mentre a Moncalieri c'è chi ha venduto l'appartamento dei genitori, che non solo ancora lo abitavano, ma, particolare rilevante, erano in affitto.
I più brillanti sono stati invece dei signori del nord Italia che hanno fatto tutto nel pieno rispetto della legge. Hanno versato l'anticipo per una casa ai proprietari, avendo l'arguzia di fissare il rogito ad un anno di distanza. Nel frattempo hanno assillato i vecchi proprietari, che ancora la abitavano (particolare fondamentale) con decine di visite ispettive all'immobile, ma in gruppo, delle vere invasioni di barbari molto sporchi e fastidiosi, tanto che alla fine, esasperati, i venditori hanno annullato la transazione, solo che hanno dovuto restituire il doppio della caparra ricevuta, come dice la legge. Secondo le fonti del Sole 24 Ore, è un sistema questo usato decine di volte negli ultimi tempi e che ha sempre funzionato. Occhio!








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