Fiocco rosa da film nella Notte Rosa
Pubblicato il 3 luglio 2007 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Una donna si aggira per la città. Sanguina, si invoca soccorso, un uomo è vicino a lei, famelico… c'è la luna piena. Non siamo sul set di "Un lupo mannaro americano a Rimini", ma nei pressi dell'ospedale cittadino.
C'è una leggenda metropolitana che affascina molto. Si dice che le fasi lunari influenzino il momento della nascita, e che la luna piena tenda a riempire i reparti di maternità. Ci sono in realtà molti studi fatti un po' ovunque nel mondo, dagli Stati Uniti al Mozambico, ma anche tanti realizzati in Italia che evidenziano come in realtà non ci sia una grande correlazione tra gli eventi
(chi vuole approfondire può leggere Braglia L., "La Luna tra mito e leggenda", Scienza e Paranormale 26-22, 1999; la base dati è costituita da 12.000 parti nel comune di Reggio Emilia dal 1989 al 1996. Risultato è stato nessuna variazione con la fase lunare).
Però, però… la luna è sempre la luna, e ci sono casi che ti lasciano con le spalle al muro. E le evidenze si sommano. Ora ci manca solo che faccia la sua comparsa anche qualche licantropo!
La storia di oggi era iniziata nove mesi fa e si è conclusa, luna o non luna, sabato scorso.
Per quei curiosi calcoli privi di senso compiuto, Camilla sarebbe dovuta nascere il mio stesso giorno, il 19 luglio, ma grazie alla luna piena, pare, ha deciso che la notte rosa non se la voleva perdere.
Carlo e Francesca se ne stavano rilassati, non avendo dato un'occhiata al calendario. Ma nel tardo pomeriggio qualcosa si smuove all'improvviso. Ore 18.50, alcuni inconfondibili segnali avvertono che non è serata per i fuochi d'artificio.
Alle 19.15 la situazione è tesa. La corsa verso l'ospedale è in stile tradizionale. Le acque sono state scolate da un pezzo. In quel momento si sentì un lupo ululare in lontananza.
A questo punto la Fra, solitamente organizzata come un banchiere di Basilea, ma fa un madornale errore di valutazione. Invece che scalare per il pronto soccorso dice a Carlo: "ce la faccio, parcheggiamo".
In quel preciso momento il primo raggio di luna piombò sulla macchina. Carlo, prestante come al solito, sorregge la moglie diretti verso l'ingresso dell'ospedale. Gli eventi però precipitano clamorosamente al sesto passo, quando Francesca fa notare al marito un piccolo particolare: ore 19.27: "Opssss, mi è sbucata una testa tra le gambe". Carlo si rende conto che è il tempo delle decisioni: da una parte la moglie gravida, ancora per poco, dall'altra i medici a pochi metri.
Ma il tempo gioca contro di lui ed ha in squadra dei pezzi da novanta. Passa un minuto scarso e la luna, già alta, fa il suo dovere. Come una delfinetta che sbuca mentre la mamma nuota, Camilla decide di regalare ai genitori 5 minuti di quelli che contano. Francesca è lesta nella presa, Carlo poggia e la piccola plana in braccio al babbo emettendo i primi vagiti sul prato antistante l'Infermi. La voce vibrante di un'altro lupo rompe la quiete.
Ma la storia continua perché ancora di dottori non c'è traccia. Censuriamo le espressioni verbali della mamma (ed anche lo sguardo), che dopo un momento di sgomento convince Carlo che è meglio fare uno scatto "ferino" alla ricerca di un camice bianco. L'ingresso nell'ospedale è trionfale, stile Sandokan che arremba una nave con la scimitarra sguainata.
I minuti però passano, la mamma freme. Ma ancora nulla all'orizzonte. Ma lei non è donna di troppe attese, si guarda attorno e con un colpo d'iniziativa agguanta il toro per le corna. Prende un pezzo del suo vestito, ci avvolge la piccola, ancora attaccata al cordone, e con il prezioso carico, grondante di acqua, sangue e sudore (roba da film di Amedeo Nazzari) si fa strada claudicante verso l'ingresso e conquista la soglia dell'ascensore.
Dietro la porta però ci sono i nostri che alla vista della coppia audace lanciano grida confuse. Ma è ora del taglio… ZAACCC!!! Per lo meno il cordone è stato staccato sotto un tetto.
Mamma e bimba stanno bene, ed il sottoscritto ha due motivi per essere felice. Primo, una coppia di cari amici ha avuto un'altro bambino, il terzo, compensando con ciò la mia attuale scarsa prolificità. Secondo, dato che tra me e lei ci sono 37 anni secchi, credo sarà Camilla a pagare un giorno la mia pensione.








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