Pubblicato il 9 maggio 2007 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
In questi giorni è in corso una strana operazione, o
meglio, più che strana, è rara. Una grossa banca d'affari americana,
la Morgan Stanley ha lanciato un'offerta pubblica di acquisto (OPA) su 250 obbligazioni
strutturate. La rarità consiste nel fatto che si chieda di acquistare
obbligazioni anziché, come solitamente accade, azioni. L'offerta scade
il 17 maggio.
Ma quali sono i titoli che la banca americana chiede di comperare, e perché
lo fa?
Le tipologie in oggetto sono parecchie, anche se in buona parte sono dei "reverse
floater", il cui rendimento è legato inversamente all'andamento
tassi di interesse ufficiali; titoli lunghi che andavano tanto di moda una decina
d'anni fa.
La "festa" era iniziata tra il 1997 e il 1998. I tassi di interesse
in Europa si stavano abbassando e con loro i rendimenti dei titoli tradizionali
come Bot e Btp. Ecco che allora si affacciarono sul mercato dei nuovi titoli
obbligazionari. Avevano un meccanismo un po' complicato, che i più non
si curavano di approfondire, ma offrivano delle stuzzicanti cedolone (8, 10%
e anche più) che per i primi tempi erano fisse e slegate dalla struttura
del titolo. Ma poi? L'amara realtà fu che il rendimento era inversamente
legato all'andamento dei tassi, che dal 1999 iniziarono a salire. Le cedole
future diventarono molto risicate ed il prezzo di questi titoli precipitò
anche del 40%. Non fu un fenomeno di massa stile Bond Argentina o Parmalat,
ma sul finire dello scorso decennio non pochi rimasero scottati.
Perché Morgan Stanley ha deciso di lanciare un'opa su queste obbligazioni?
I motivi sono tre, e capirli è utile per evitare passi falsi futuri al
piccolo risparmiatore.
Primo. Morgan Stanley è una grossa banca d'affari ed è in grado
di valutare bene il funzionamento dei titoli, le prospettive dei tassi alle
quali sono legate ed ha un patrimonio tale che questa operazione rappresenta
un frammento trascurabile delle sue attività. Un po' come se un investitore
che ha 100 mila euro investisse appena qualche centinaio di euro. In parole
povere: Morgan Stanley sa diversificare come si deve.
Seconda ragione. Agendo su così larga scala può fare un buon bottino
dando la possibilità a chi ha questi titoli di liquidare la sua posizione.
Uno dei problemi di questi titoli strani, infatti, è che non sono quotati
e/o sono molto poco liquidi. Vendere prima della scadenza è spesso un
problema e per farlo bisogna rinunciare a qualcosa sul prezzo. Morgan Stanley
non ha fretta, può comperare a sconto e mantenere sino alla fine. Sa
quello che compra e come farlo.
Infine, il momento buono per comprare una parte di quei titoli potrebbe essere
adesso che i tassi oramai sono rialzati quasi del tutto. In passato, in Italia,
ci sono state solo due operazioni simili, da parte della Bei e della Lehman
Brothers ed entrambe furono a inizio 2002, proprio prima che la Banca Centrale
Europea iniziasse a tagliare i tassi, quando questi titoli erano da tempo ai
minimi storici. Oggi siamo in una situazione simile ad allora. E questo MS lo
sa, e sa anche che da sempre gli investitori hanno una certa predilezione nel
liquidare le proprie posizioni ai minimi del mercato ed acquistare ai massimi.
Se siete tra coloro che hanno ancora queste obbligazioni ed avete bisogno di
soldi, forse avete una buona opportunità per fare cassa. Altrimenti,
ma ogni titoli ha storia a se, aspettate.
Ma c'è un'altra cosa che Morgan Stanley sa: che il "campo dei miracoli"
cercato da Pinocchio non esiste. Se un emittente vi alletta con un'obbligazione
le cui prime cedole sono del 10% quando un Bot vi darebbe il 4, perlomeno dovreste
chiedergli: "ed in cambio di questo regalo tu cosa vuoi?". E non è
affatto detto che la sua risposta vi faccia poi dire "no grazie".
Ma se dopo qualche anno le cose dovessero andare male e vi trovaste con solo
3 monete delle 5 iniziali, almeno sapreste cosa è successo, e non inveireste
oramai inutilmente contro il Gatto e la Volpe. Perché è sempre
solo una questione di rischio, e di tempo.