Pubblicato il 4 gennaio 2006 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Una volta si diceva: "se vedete un banchiere svizzero
buttarsi dalla finestra, fatelo subito anche voi, c'è sicuramente qualcosa
da guadagnarci". Se fosse ancora vero dovremmo metterci tutti a comperare
centri commerciali, visto quel che accade a Rimini. Che sia questo il segreto
per investire nel 2006? Sorvoliamo.
Facciamo tutti un fioretto per l'anno nuovo, che se fosse mantenuto aiuterebbe
veramente a far risparmiare un bel po' di soldi a tanti investitori: straccieremo
ogni previsione finanziaria ci capiterà sotto agli occhi da qualunque
fonte venga.
Le mie sono parole al vento, lo so. Da domani schiere di instancabili piccoli
speculatori ricominceranno a chiedere a tutti, dal direttore di banca al promotore
finanziario, passando per il pescivendolo, dove è meglio investire, in
quali titoli, in quali settori, in quali paesi.
Dopo duecento anni di manie finanziarie, di bufale stratosferiche, di premi
nobel che quasi fanno crollare il sistema bancario internazionale per via delle
loro cappelle (abbiamo visto anche questo), la mitica ricerca della "dritta"
in un mercato, quello finanziario, che per definizione non te la può
dare, a meno di insider trading, affascina ancora anche le menti più
brillanti. Le continue conferme dell'inutilità di investire rincorrendo
il mercato non servono, e nuovi pifferai sono sempre alle porte.
Una delle ultime fantasie è quella fornita dalla psicologia sociale.
La cosiddetta finanza comportamentale da qualche tempo fa faville. E' una disciplina
che analizza il comportamento degli individui uscendo dal paradigma classico
dell'efficienza. Sostiene che l'uomo fa scelte finanziarie che non necessariamente
sono razionali e fornisce nuovi approcci alla spiegazione dell'andamento dei
listini. Nel 2002 il massimo esponente di questa scuola, lo psicologo, Daniel
Kahneman, fu addirittura premiato con il Nobel per l'economia. La finanza comportamentale
è senza dubbio affascinante e soprattutto giunge a conclusioni vere.
Qual è allora il problema?
Il problema è che da disciplina nata per spiegare comportamento passato
si è negli anni trasformata in un metodo seguito da alcuni per prevedere
il futuro. Con risultati disastrosi. A fine 2004 nella solita ridda di previsioni,
su Il Sole 24 Ore si leggeva: "Portafoglio in psico-analisi". Seguivano
due elenchi di titoli: quelli da comperare e quelli da vendere per trascorrere
un 2005 coi fiocchi, il tutto grazia alle applicazioni della finanza comportamentale.
Risultato a fine 2005: i titoli consigliati hanno guadagnato mediamente il 6%,
quelli sconsigliati quasi il 10!
Anche ad Edwaed Prescott, appena ricevuto il Nobel 2004 fu chiesto dove era
meglio investire, se in America, Europa od Asia. Rispose "Investirò
tutto il denaro del premio in azioni americane, Wall Street è sottovalutata
del 20%". Che Wall Street fosse sottovalutata era vero (anche se ad oggi
molto meno che del 20%) solo che, come titolava il Sole di metà dicembre
a proposito di borse: "Eurolandia batte Usa 22 a 3", senza contare
che i vincitori assoluti sono stati di gran lunga i paesi emergenti ed il Giappone.
Mi fermo qui. Gli esempi, interminabili, sarebbero tutti simili, e noiosi. Ma
scommetto che appena chiuso il giornale la prima domanda che molti di voi faranno
al proprio interlocutore finanziario sarà: "cosa c'è di buono
oggi se volessi investire dei soldi"?
Ci sono delle cose che si imparano per esperienza, altre che è un piacere
veder fallire per riprovare da capo. Da noi la mamma ci diceva di non fare il
bagno dopo mangiato. Nei paesi nordici ti dicono di non girare senza guanti
perché se ti appoggi a qualcosa non ti stacchi più. Questione
di cultura di base. Con la finanza è uguale. E se le spiegazioni servono
a poco proverò col surrealismo.
Mi è apparsa in sogno Elsa Lanchester (anche se in un versione più
moderna, ma non meno affascinante della leggendaria moglie di Frankenstein)
e mi ha dato un suggerimento: alla prossima richiesta se comprare Italcementi
o STMicroelectronics, se investire in Angola o in Islanda, in cobalto o in basilico,
risponderò metaforicamente alla Luttazzi, con questa notizia dell'ultima
ora che servirà da monito: "Il paese è nella morsa del gelo;
in Veneto -8 gradi. L'altra notte un commercialista di Padova è rimasto
con la lingua attaccato ad una slovena!". Ma sarà proprio vero?