Pubblicato il 5 gennaio 2005 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
A cavallo tra l'anno vecchio e quello nuovo sono andato a recuperare
un testo un po' antiquato, ma notevolissimo, di un grande pensatore economico,
attraverso il quale proverò ad alleggerire la drammatica attualità
questi giorni, sperando che il vincitore dell'estrazione di domani si ricordi
di chi è stato molto più sfortunato di lui.
Come ogni befana, anche quest'anno milioni di famiglie italiane seguiranno lo
show serale di turno, in attesa dell'annuncio dei numeri vincenti della lotteria
Italia.
La passione per le lotterie, in tutte le sue forme e mutazioni, caratterizza
da secoli, e con incredibile trasversalità culturale, tutte le popolazioni
della terra. Ugualmente trasversali sono stati, da sempre, i moniti dei matematici
che avvertivano, così come accade anche per il lotto, che il gioco è
distorto a favore del banco, e di molto. Si sono cimentati anche gli psicologi,
che hanno scritto tanto sulla materia e su come generalmente si sia molto restii
a cambiare i biglietti della lotteria una volta acquistati, come se il nostro
fluido magico avesse trasformato quello stesso biglietto in qualcosa di più
prezioso. Nessun lo ammetterà mai in pubblico, ma tutti pensano sotto
sotto che il suo biglietto avrà più possibilità di vincere
degli altri, anche solo un po' di più (per chi vuole approfondire questo
argomento vi consiglio i seguenti paper specialistici: Bar-Hillel, Neter, "Why
Are People Reluctant to Exchange Lottery Tickets?", Journal of Personality
and Social Psychology, vol. 70, n° 1, 1996, pp. 17-27. - Langer E.J., "The
Illusion of Control", Journal of Personality and Social Psychology, vol.
32, n° 2, 1975, pp. 311-328).
Oltre alla sensazione di poter controllare gli eventi, un altro mito che riguarda
la lotteria è quello secondo cui più sono i biglietti in nostro
possesso, maggiori sono le possibilità di vittoria. In realtà,
nel caso di lotterie come la lotteria Italia, avere più biglietti significa
solo aumentare le possibilità di perdita. Come mai? Come anticipato,
viene in nostro aiuto uno dei grandi padri dell'economia, Adam Smith, un filosofo
che più di 200 anni fa scrisse cose che sarebbero state molto utili non
solo ai patiti di lotteria, ma anche a chi si illudeva pochi anni fa di poter
giocare in borsa senza rischiare, in forza di una sopravvalutata e mistica infallibilità
personale. Il brano che segue è tratto dall'opera principale di Smith,
"La Ricchezza delle Nazioni", pubblicata il 9 marzo 1776.
"Il concetto esagerato che la maggior parte degli uomini
ha delle proprie competenze è un male antico rilevato da filosofi e moralisti
di tutte le epoche. L'assurda presunzione della propria fortuna non è
stata notata con la stessa frequenza. Ma è, se possibile, ancora più
universale. Non c'è essere umano che, trovandosi in discrete condizioni
di salute e di spirito, non la condivida in qualche modo. La possibilità
di guadagnare è sopravvalutata, più o meno esageratamente, da
tutti, e la possibilità di perdere è sottovalutata da gran parte
degli uomini, e praticamente nessuno, che sia in discrete condizioni di salute
e di spirito, la sopravvaluta.
L'universale successo delle lotterie ci mostra che le probabilità di
guadagno sono naturalmente sopravvalutate. Non s'è mai visto né
mai si vedrà una lotteria perfettamente equa; o una lotteria in cui l'intero
guadagno sia compensato dall'intera perdita; infatti l'imprenditore non ne trarrebbe
alcun profitto. Nelle lotterie statali i biglietti non valgono realmente il
prezzo pagato dai sottoscrittori originari, eppure si vendono sul mercato col
venti, trenta e talvolta il quaranta per cento di sovrapprezzo. La vana speranza
di vincere qualche grande premio è la sola causa di questa domanda. La
gente più sobria raramente considera follia pagare una piccola somma
per la probabilità di guadagnare dieci o ventimila sterline, sebbene
sappia che anche questa piccola somma è forse del venti o trenta per
cento superiore al valore della probabilità. In una lotteria in cui nessun
premio supera le venti sterline, sebbene sotto altri aspetti si avvicini di
più ad una lotteria perfettamente equa delle comuni lotterie statali,
non vi sarebbe la stessa richiesta di biglietti. Per avere una maggiore probabilità
su alcuni dei maggiori premi, taluni acquistano diversi biglietti e altri piccole
quote su un numero di biglietti ancora maggiore. Non v'è tuttavia proposizione
matematica più certa di quella che più numerosi sono i biglietti
che si acquistano e più probabile è l'eventualità di perdere.
Acquistando tutti i biglietti della lotteria si perderà certamente; e
quanto maggiore è il numero dei biglietti acquistati, tanto più
vicini si è a questa certezza".
A questo punto non mi resta che augurarvi buona fortuna per
la prossima estrazione!