Pubblicato il 28 giugno 2006 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Esattamente un anno fa, dopo la disfatta del referendum sulla
fecondazione assistita, chiusi un articolo di autocritica concludendo con le
seguenti parole:
"Non scegliere così in tanti sa molto, troppo di ignavia, di "colui
che per viltade fece il gran rifiuto", di "tanto non me ne frega niente
di niente, fate quello che volete", di voglia di sottomissione, che se
troppo passiva dovrebbe far seriamente pensare anche coloro che l'hanno propugnata,
e che oggi, ubriachi, sono convinti di aver trascinato alla vittoria un battaglione
che in realtà è più piccolo di quello di Pirro."
La parte più sostanziosa di quel fronte che allora si attribuiva potere
assoluto, nonché grandiose capacità di mobilitazione elettorale,
è stato bastonato tre volte di fila: politiche, amministrative fino alla
botta più sonante, quella che la Casa delle "libertà"
(un nome la cui fantasia non finisce mai di stupirmi) ha avuto dagli elettori
del nord che, come tutti gli altri, loro hanno sbattuto in faccia a Bossi e
compagni un bel NO.
Ricordo ancora nel maggio 2005 una trasmissione di Giuliano Ferrara in cui il
direttore de Il Foglio, in una della sue tante uscite insopportabili (ma ne
ha anche tante irresistibili), sbeffeggiava presuntuosamente il radicale Marco
Cappato il quale sosteneva che nei referendum ormai l'astensione fisiologica,
quella che c'è sempre qualunque sia il tipo di quesito, era del 40%.
Aveva ragione Ferrara. Cappato infatti si sbagliava, ma per difetto. Oggi sappiamo
bene a quanto ammonta l'astensionismo fisiologico: 47%.
Esisteva un fronte astensionista nel voto di due giorni fa? Mi sapete nominare
un leader politico che abbia invitato gli italiani a disertare le urne, od un
giornalista che lo abbia fatto? Temo di no.
Altra questione. Non mi si dirà che il voto riguardava un argomento secondario,
roba da poco, o che interessava solo una parte dei cittadini?
La faccio breve, al voto sulla Costituzione, cioè sulla legge fondamentale
e primaria di ogni Stato democratico che si rispetti, si è presentato
poco più di un italiano su due.
Un anno fa Ruini esultava fa dicendosi "piacevolmente stupito della maturità
del popolo italiano". Bene, se il popolo era maturo 12 mesi fa, è
probabile che non sia regredito tutto di un colpo.
Anche io sono tra quelli che hanno votato NO. E continuerò a votare NO
a qualsiasi riforma costituzionale che non la semplifichi, che non la faccia
diventare simile ad una costituzione americana, una costituzione con una manciata
di articoli per intenderci.
Sono molto contento della vittoria del NO perché spero che finalmente
nel centro destra si inizi a far piazza pulita della Lega. Spero che si inizia
a comprendere del totale ed inesorabile fallimento di una forza politica rozza,
che ha usato il desiderio di una parte dei lombardi, dei veneti e dei piemontesi
ricchi, di volere essere ancora più ricchi, unito ad un po' di penoso
razzismo alla Borghezio, per buttar su un po' di deputati e senatori. Il loro
federalismo è stato bocciato anche dal nord. La loro riforma ultra casinista
è stata addirittura umiliata dalle roccaforti meridionali di Forza Italia,
UDC e AN.
Spero che il centro destra inizi a capire che è ora di smetterla di far
macchietta su tutto quello che riguarda la sinistra, di attribuire ai "rossi"
(che certo non amo) ogni colpa, la responsabilità di ogni malefatta,
di fare crociate papiste, moraliste, nauseabonde, di citare un cardinale ogni
tre righe di un qualsiasi discorso, di sparare ancora, ancora, ancora, quasi
ipnotizzati dalla croce, sui cattolici che stanno a sinistra, per poi finire
per accettare e difendere a spada tratta riforme pensate dal cervello sublimato
di Calderoli.
Ragazzi, il popolo italiano era menefreghista un anno fa, e lo è oggi.
Gliene importa poco delle menate cattoliche e bigotte sugli embrioni, così
come di quelle radicali (fino a quando un problema non gli tocca di persona,
ed allora tutti diventano grandi attivisti), e gliene importa ugualmente poco
della Costituzione.
Infine, cari romagnolisti del centro destra, rimandate nel ghetto la Lega e
i suoi disastri, ne acquisterete in credibilità e serietà. Prodi
ha dato la presidenza della Camera a Bertinotti per farlo stare buono, ed è
stato furbo. Voi pretendevate di imporre al Paese i capricci di un gruppo di
persone sgradevoli regalando loro la Costituzione per avere in cambio la possibilità
di un referendum scissionista. Se la Romagna fosse stata la California ci poteva
anche stare; ma visto che non lo è, credo che per dare nuovo slancio
alla spinta autonomista sia opportuno ripensare da capo tutta la strategia politica.