Pubblicato il 21 marzo 2007 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Mitica Domus, e ancor più mitici i nostri amministratori.
Geniali, unici, strepitosi. L'ultima trovata di cui si sente vociferare circolando
per le strade dalle parti di piazza Ferrari è la rimozione del vigile
elettronico posto a fianco della Domus. Verità, finzione, pettegolezzo?
Ancora non si sa. Personalmente non la troverei una cattiva idea, dato che considero
i vigili elettronici un espediente meschino e vigliacco di appioppare multe.
Il fatto è che lì il traffico andrebbe proprio chiuso!
E' invece il motivo di cui si mormora che lascia sconcertati: la strepitosa
Domus diverrà un polo d'attrazione globale, ultraterreno, spaziale: anche
gli alieni potranno atterrare sulla piazza, basterà far fuori gli ultimi,
fastidiosissimi alberi rimasti per far largo alle astronavi che certamente giungeranno
all'ambita meta (per vedere i mosaici però l'alieno dovrà recarsi
al museo).
I nostri urbanisti hanno avuto una visione: "We have a dream!", hanno
gridato in coro. I pulmann si fermeranno a due passi dalla casa del chirurgo,
i turisti scenderanno a frotte, spaciugheranno in giro e una volta valicata
la soglia della casamatta in stile "seconda guerra mondiale - primo periodo"
che sta sorgendo da quelle parti (che sia pure radioattiva?), riusciranno magari
a vedere i mattoni della sala d'aspetto del dottore.
I negozianti della zona scalpitano, sbrodolano, sono elettrizzati da questa
opportunità, soprattutto dalla rimozione del vigile elettronico. Attenzione,
non si chiede di rimuovere l'isola pedonale, ma solo i controlli automatici.
Cioè si invoca l'irrinunciabile possibilità di continuare a fregarsene
del divieto, come si è sempre fatto, ed a sfrecciare a tutta birra sul
vecchio selciato di Corso Giovanni XXIII, quello che sta per essere rimesso
a nuovo, in modo tale da per premettere una nuova e più audace "scorrevolezza".
A questo punto un bel casello autostradale in pieno centro ci starebbe proprio
bene, con tanto di corsia di accelerazione (la decelerazione non ci interessa).
Sarebbe una novità, un segno di distinzione unico per Rimini.
In tutte le città del mondo, infatti, vecchie o nuove che siano, artistiche
o meno, si viaggia lungo i fiumi ed i canali che attraversano o bordeggiano
le zone storiche. I turisti vengono scaricati alle porte del centro, li si fa
camminare un po' in un'area car free, evitando che un'autostrada arrivi in piazza
o attraversi il corso principale della città nelle 5 ore centrali della
giornata, come avviene a Rimini. Da noi però c'è un problemino,
creato ad arte dei genialoidi dell'urbanistica riminese.
Il nostro fiume (ex fiume) è impercorribile (Via Bastioni Settentrionali)
in uno dei due sensi di marcia (da mare a monte) e si è costretti a far
passare le auto dal centro, in Corso Giovanni XXIII, o, dopo lunghe peripezie,
su un ponte romano di 2000 anni che ci invidia il mondo, e che noi ovviamente
utilizziamo ancora per il traffico. Magici, magici, magici questi urbanisti!
Questa situazione infatti, non è che sia proprio un'imposizione divina.
Bastava espropriare le tre case lungo la strettoia dei Bastioni prima che le
mettessero a nuovo e farci la strada. Un'inezia di fronte al mega lavoro esprorpiativo
previsto per la pazzia del TRC, ma in questo caso utilissimo. E non è
che ci sia nulla che lo impedisca oggi, bisogna solo pagare di più.
Ma i soldi non sono un problema per il comune. Nella proposta di bilancio che
andrà in votazione ci sono soldi a palate per ogni "delizia".
Per la Domus previsti sull'unghia altri 300.000 euro, utili a sistemare gli
ultimi pezzi di calcestruzzo e vetro (roba che costa parecchio, si sa).
Nella ristrutturazione di via Gibuti a Torre Pedrera, invece, per mettere posto
200 metri di strada pare sia prevista una spesa 500.000 euro, argomento che
ha infiammato anche un recente dibattito alla Casa del Popolo locale (ma veramente
esistono ancora le case del popolo?). Verdetto della discussione: si spende
troppo compagni!
Sono state ordinate delle panchine del costo di 2.500 euro l'una, e persino
dei lampioni in bronzo. Che i nostri amministratori si siano ispirati alle loro
facce?
Noi riminiesi sì che siamo dei cittadini fortunati!