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La fiera dei guru della finanza



Pubblicato il 15 maggio 2013 su La Voce di Romagna

di Simone Mariotti

La storia delle previsioni finanziarie è assai buffa e continua a mietere vittime, non di rado illustri, tra coloro che si cimentano nell’impresa. Non che fare analisi sia un male, tutt’altro. Ma l’analisi deve servire a scrutare il mare, a tenere saldo in mano il timone, ma non potrà mai stabilire il momento esatto della prossima onda o del colpo di vento improvviso. E anche su come si tenga il timone in mano non è che ci sia poi grande unità di vedute.
Il primo febbraio scorso, il titolo di un articolo del Sole in cui si interpellavano vari analisti sul rapporto di cambio tra euro e dollaro era: “Gli analisti: ci vorranno 6-12 mesi perché l’euro torni a perdere valore”. Quel giorno il cambio era a circa 1,36 dollari per euro, il massimo per l’euro dell’ultimo anno e mezzo. Esattamente dal giorno dopo, e per due mesi di fila, l’euro iniziò a indebolirsi, arrivando a perdere a fine marzo oltre il 6%.
Altro esempio. A metà aprile, a distanza di 2 giorni l’uno dall’altro, mi arrivano in posta i report di due colossi della gestione finanziaria globale. Estrapolo due frasi a proposito del Giappone di cui in questi ultimi mesi si sta parlando molto per via del radicale cambio di politica monetaria della Banca Centrale e dei suoi effetti sul mercato azionario.
Società A: “…abbiamo inoltre venduto la nostra esposizione azionaria giapponese, poiché il mercato è arrivato a una situazione di ipercomprato”.
Società B: “Questo mese abbiamo migliorato il giudizio sul mercato azionario giapponese, in vista di una continua debolezza dello yen legata alle più aggressive misure di Quantitative Easing, implicitamente accettate dai G20”.
Ma questa prima metà del 2013 ha rovinato i piani ad altri investitori, quelli specializzati sulle materie prime. La “mitica” Goldman Sachs sino all’anno scorso parlava addirittura di un “Superciclo” delle materie prime, ipotizzando cioè una crescita dei prezzi di lungo periodo, con il petrolio in particolare che doveva arrivare a 200$. Oggi Goldman, con buona pace di coloro che solo pochi mesi fa ne hanno seguito le indicazioni “supercicliche”, è ribassista su tutto il comparto delle commodities.
Poche settimane prima che l’oro subisse il suo più grande tracollo in un solo giorno (-9%) degli ultimi 30 anni, l’inventore del popolarissimo ETF sull’oro parlava ancora di rialzi mirabolanti, mentre altre volte le previsioni delle grandi aziende cambiano in funzione del via vai dei loro manager. Così Barclays un mese fa è passata nel giro di una notte dall’essere iper-rialzista sul petrolio a ribassista dopo le dimissioni del suo capo ricerca sulle materie prime.
Tutto questo mondo fantastico di previsioni e strategie operative animerà la vita riminese della settimana prossima con l’apertura dell’IT Forum, quando il Palacongressi ospiterà guru da tutto il mondo, compresi nomi celebri come John Bollinger, oramai un habitué della manifestazione.
Ma come ogni anno, la cosa più interessante saranno gli incontri che si terranno a latere di quello che è il core business del Forum, cioè il trading e le sue teorie illusorie (come la sempreverde analisi tecnica). Sono dibattiti e presentazioni in cui spesso si analizza quel che sta accadendo nelle sale accanto. Un curioso connubio tra gli illusi dei borsini e delle piattaforme di trading on line e coloro che preferiscono più saggiamente osservare dalla sponda del fiume lo scorrere dei cadaveri finanziari. Uno di questi sarà: “La passione per la borsa o per il trading on line rende ricchi?”, con Salvatore Gaziano e Roberta Rossi di Borsa Expert (23/5 ore 11,30 sala Maggi).
Ma il fascinoso mondo del trading serve a far girare i soldi, a generare scambi, a produrre commissioni e a sovrappesare l’importanza delle previsioni, anche se la storia insegna che spesso le previsioni sono rumori di fondo, spesso sbagliate o frutto di analisi superficiali, non di rado riciclate e rivendute. Perché il mercato non si fa imbrigliare facilmente in qualche teoria e il market timing, il tentare di entrare e uscire ad arte dal mercato, e in modo continuo, generalmente non paga. Gli studi al riguardo sono tanti.
L’ultimo è forse quello di Nicola Zanella, responsabile dell’area studi di YouInvest, la prima scuola per insegnare a investire, che assieme a Marco Liera sarà presente all’IT Forum in uno di quegli incontri dove, immagino, si starà seduti sulla sponda del fiume: “Rischi e rendimenti finanziari negli ultimi 100 anni. Cosa insegna la storia a investitori e consulenti” (23/5 ore 13.15, Sala del Ponte).




 
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