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Bisogna morire per diventare vivi. Quindi votiamo tutti radicale



Pubblicato il 4 giugno 2009 su Le Ragioni dell’Occidente (supplemento mensile de La Voce di Romagna) a pag. 13

di Simone Mariotti

Perché la sinistra in Italia è alla frutta? Innanzitutto, è bene dire che è alla frutta solo in Italia, e come su tante altre cose, anche nella politica di sinistra il nostro paese da qualche anno ha poco da dire. Il problema della sinistra deriva anche da qui. Sui temi etici, per esempio, tutto il mondo occidentale va sostanzialmente in una direzione unica, dall'aborto, alla ricerca scientifica, alle scelte di fine vita, ma anche vari conservatori esteri sono più liberal rispetto alle non-posizioni ufficiali del nostro PD. Anche su questi temi dunque, si è trovato il modo di dividersi e di scimmiottare la non politica del Cavaliere.
Il problema generale dell'Italia è infatti questo: un popolo di abitudinari che hanno perso qualsiasi stimolo alla lotta e si sono ben adattati al ruolo di camerieri.
E in un mondo così, dove le idee vere, cioè le idee nate dal pensiero individuale, frutto di un'elaborazione intellettuale e non da un dogma, quelle che creano dibattito e dialettica, sono merce rara se non addirittura merce considerata scadente: vince chi paga meglio i camerieri. E non vale solo per Berlusconi.
Rispondendo a Farrell mi invitava a scrivere questo contributo, gli dissi che se la sinistra era alla frutta era un problema grave anche per Berlusconi. Non certo un problema per la soluzione di tutte le sue magagne giudiziarie, ma un problema irrimediabile per l'idea stessa che il Cavaliere vuol lasciare di sé in questo paese, cosa che a lui interessa tantissimo. Bene, Silvio passerà alla storia per essere stato un uomo molto scaltro, un mediocre battutista, e ahimè per lui, uno politicamente inetto, che ha saputo solo usare i suoi denari per circondarsi lacchè timorosi, il tutto per battere una sinistra morente e incapace anche dell'ultimo sussulto. E' un gran risultato per l'ego di Silvio? Una ricca iena che ha la meglio contro un coniglio ferito. Sai che forza!
Lui se la godrà per un po', ma che smacco! Per due volte, appena la sinistra ha dato idea di unità e di un minimo - ma proprio un minimo - di progettualità, pur con coalizioni improbabili, è riuscita a batterlo. Lui ha invece dovuto ringraziare altri camerieri (politici) come Mastella e Bertinotti.
Ed ecco che allora Fini ha buon gioco in questo periodo a smarcarsi, a emergere come fosse l'unico con un po' di palle, capace di dire qualcosa di diverso, di partecipare a un "congresso" svelando di avere, udite udite, delle idee politiche. Ha un gioco facile perchè nella sua lotta per il dopo Berlusconi non ha avversari all'interno, tutti troppo indaffarati a esercitarsi nel portare il maggior numero di vassoi al banchetto del capo.
La sinistra che fa nel frattempo? Ovviamente la più astuta delle mosse: elimina l'unica voce creativa, occidentale, virtuosa perché diversa e intellettualmente indipendente come i Radicali. I maghi del PD, intenti con meticolosità berlusconiana a far fuori la politica dal loro partito, hanno pensato bene di liberarsi subito degli unici che muovevano un po' l'acqua che stava marcendo nello stagno, rinfacciando loro di aver fatto troppo senza chiedere il permesso. Non di aver fatto cose sbagliate, ma di averle semplicemente fatte.
E' un'altra delle mostruosità di una legge elettorale che ha eliminato i collegi individuali, in cui ogni parlamentare era stimolato a fare, pur nella corrente di un progetto comune che può avere tante sfumature diverse, certo, ma che è impossibile categorizzare con millimetrica e bolscevica precisione. Guardate gli Stati Uniti, in cui all'interno dei due grandi partiti sono sempre presenti tutte le posizioni, magari con accenti diversi.
Poi c'è la genialità assoluta della la sinistra più estrema che, oltre a porre veti ai radicali, si presenta pure divisa in più partitini comunisti. Bravissimi!
Se da un lato, dunque, Berlusconi è incapace di comprendere l'idea stessa di politica (e vince contro i deboli); dall'altra anche quando hai un progetto ideale e politico, ti manca il coraggio per fare il passo deciso affinché qualcuno abbia voglia di credere che fai sul serio. Penso soprattutto all'abortita rivoluzioncina liberale di Bersani, l'unico vero abbozzo politico degli ultimi anni, che tale è rimasto per la scarsa "radicalità" dei provvedimenti. E in un mondo alla rovescia come l'Italia ora quei provvedimenti (vedi per esempio le assicurazioni) invece che portati a termine vengono frenati da un governo fortissimo che si dice liberale e che di liberalismo non ha neanche il retrogusto.
Tutti questi buchi della politica italiana sono stati riassunti da Francesco Merlo in un articolo apparso all'indomani della partecipazione di Pannella ad Anno Zero due settimane fa durante il suo sciopero della fame e della sete.
"Pannella è di nuovo l'esatto contrario del potere italiano. Quelli usano la Politica per palestrare i corpi e lui usa il corpo per nobilitare la politica. Quelli consumano la politica per drogare il fisico e Pannella consuma il fisico per salvare la politica. [...] Da cinquant'anni la politica italiana coccola Pannella ogni volta che rischia di perderlo. [...] Pannella sa bene che in Italia bisogna morire per diventare vivi. [...] Non era Pannella che si estenuava e quasi sembrava morire ieri sera in tv, ma era l'anima dell'Italia civile".
Quelli a cui fa comodo che la politica resti morente e quelli che più miseramente sono solo imbecilli, davanti agli scioperi di Pannella continuano a parlare di protesta o persino di ricatto, quando invece, come ripete sempre lui con le più semplici delle parole, la nonviolenza è sempre solo "proposta e speranza".
Votiamo tutti radicale, quindi. Sarà un bene per la sinistra, sperando che trovi la forza di cambiare davvero, e per la destra, che si nobiliterà di un avversario più degno, che la costringerà a costruire qualcosa che le permetta di vivere anche nel dopo Berlusconi, perchè i camerieri di oggi difficilmente troveranno un altro padrone così forte a cui attaccarsi.

Marco Pannella
Emma Bonino




 
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