Pubblicato
il 10 marzo 2009 su La Voce di Romagna in prima pagina
di Simone Mariotti
Uno spettacolo ipertestuale, una serie di link scenici
che sul palcoscenico si aprono uno dopo l'altro dando corpo alle idee
degli spettatori, definiti "spettAutori". Ma non si tratta della collaudata
formula dell'improvvisazione, in cui il pubblico suggerisce una trama.
Questa volta il processo creativo prende il via dal web nei giorni che
precedono la performance.
L'idea del format di Youdrama, (che ha debuttato in prima nazionale sabato
scorso al Teatro del Mare di Riccione e che resterà in scena per i prossimi
tre sabati), è sicuramente interessante. Un sito, www.youdrama.it, raccoglie
i racconti degli spettAutori, la community legge, vota, mentre gli ideatori
dell'opera, una settimana dopo l'altra, tracciano il canovaccio che condurrà
le idee in teatro, amalgamate attraverso un misto di recitazione e improvvisazione.
Da questo punto di vista il lavoro è anche un prodotto dei diversi approcci
teatrali delle tre compagnie che hanno costruito lo spettacolo: Attimatti,
Maan e la Compagnia del Serraglio. E' uno spettacolo in divenire, insomma,
e che non ha repliche, perché ogni serata vedrà in scena gli stessi personaggi,
ma alle prese con storie diverse.
L'operazione è certamente un esperimento,
ma a cui vale pena prestare attenzione. E' un modo di scrutare la società
in evoluzione, in cui una costola del mondo virtuale si stacca (non a
caso nel sito c'è un legame diretto con la community di Facebook) per
finire sul palcoscenico: il luogo più tradizionale del panorama artistico
(e il meno aiutato economicamente) che si nutre dello stimolo giunto dallo
spazio di socializzazione più recente, sempre più in cerca di una sua
dimensione meno impersonale.
E l'ideatore dell'opera, il regista Davide Schinaia, ha avuto il giusto
tempismo per materializzare la sua intuizione che, come l'improvvisazione,
vive per definizione nell'immediato, di un virtuosismo che nasce e muore
regalando al fruitore quel che l'artista non trattiene per se. Anche se
questo non è uno spettacolo di improvvisazione in senso stretto (è più
la produzione che viene continuamente improvvisata).
Dal punto di vista della messa in scena, oltre a sottolineare la bravura
degli attori (una conferma delle scuole teatrali più attive del territorio),
l'unico appunto che può essere fatto è la relativa confusione in cui lo
spettatore cade, preso nel godersi i singoli sketch, nel tentativo di
appropriarsi del filo narrativo che li unisce, come sarebbe nelle intenzioni.
E' un aspetto su cui forse c'è da lavorare un po', ma che poco toglie
a uno spettacolo molto piacevole che fila via senza cali di ritmo, accompagnando
lo "spettAutore" in un ora e mezza che se ne va rapida e allegra. Simpaticissimo
il video introduttivo offerto dalla Banda Osiris. Ripetuti applausi a
scena aperta, e una graditissima partecipazione di Claudia Penoni, la
Kripstak di Zelig. Ma gli ospiti d'onore cambiano ogni settimana.