Pubblicato il 2 gennaio 2008 su La Voce di Romagna
in prima pagina
di Simone Mariotti
Speriamo che il 2008 sia l'anno in cui a Rimini si smetta di
sognare e si inizi a fare sul serio: che città fantastica verrebbe fuori!
Le cose migliori si pensano ad occhi aperti, e poi si agisce, non si sogna.
E se si ripensasse in chiave moderna ai successi del passato, recuperandone
lo spirito, ma non ostinandosi sull'uguaglianza delle forme… quella sarebbe
una svolta!
Ieri (45 anni fa, ahimé) mio Nonno si inventava un ponte aereo Chicago-Rimini.
Oggi (il mese scorso) chissà se i nipoti americani avranno letto quello
"strano" numero del New York Times dove Rimini primeggiava tra le
stelle? Vedremo, e vedremo se qualche dollaro arriverà. Ma lì
ci siamo, anzi lì ci ha portato soprattutto un privato, Pierpaolo Bernardi,
con il suo duoMo hotel. E quelle sono azioni che per farle bisogna essere lucidi,
altro che sognare. Bisogna pensare, agire, osare e investire, e a lungo, com'è
stato fatto, con un forcing sugli uffici stampa.
Questo è lo spirito rivoluzionario dei pionieri di Rimini, come rivoluzionario
è il design di quell'albergo, uno schiaffo violento che stravolge, piantato
in mezzo alla storia. Ed è incredibile ciò sia sorto in una città
che ha fatto quello che ha fatto col teatro, che ha elevato la fesseria ignorante
del "com'era dov'era" a suo grido di battaglia.
Comunque, tanto per non smentirsi, pare che anche al duoMo (che oggi è
su tutte le riviste di design del mondo) sia stato impedito a suo tempo di sviluppare
la facciata di Ron Arad su tutta l'altezza dello stabile: forse non era in stile
con le altre bellezze della via. Forse rovinava lo stile "Bratislava decadence",
tipico di molte vie del centro; e a guardare i magnifici palazzi che abbracciano
due lati di piazza Ferrari la motivazione potrebbe essere stata questa. Ma anche
alla neo-risorta Domus è stata data una copertura che tenta un richiamo
in stile (molto poco riuscito) col palazzo Diotallevi, poco distante, dove una
domus più sfortunata fu invece sacrificata; per non parlare dell'anfiteatro
seppellito sotto quella "perla" architettonica del palazzo Fabbri.
Ma si può cambiare, non tutto è perduto ancora. "Basta"
smettere di sognare! Perché mentre i riminesi sognano, chi ci governa
regala il territorio ai palazzinari, che con la loro fantasia di calcestruzzo
hanno iniziato a mangiarsi anche l'ultima frontiera del fronte-spiaggia. E dove
prima c'erano solo alberghi (con qualche orripilante, antiquata eccezione),
oggi si fa costruire anche il residenziale. Che morte!
E se la darsena, fosse gestita a dovere (speriamo nei nuovi soci), se la spiaggia
fosse rivoluzionata come rivoluzionaria lo era 150 anni fa, cioè roba
mai vista prima. Perlomeno una parte, perlomeno tra San Giuliano e Piazza Kennedy.
E potremmo dipingere il grattacielo di blu, forse sarebbe meno triste.
La Domus, bella, sì, ma per carità isolatela dalle auto, subito.
Quindi cosa aspettate, cari amministratori, ad espropriare le tre costruzioni
sui bastioni settentrionali, ora, immediatamente, adesso, per spostare lì
il traffico. Dovrebbero essere distribuiti picconi al popolo che dovrebbe accorrere
con anche con la dinamite per buttar giù tutto, ed interrare le auto
in un sottopasso lungo quel pezzo di strada, e creare una grande, assoluta fantastica
isola pedonale - Arco-Duomo(duoMo)-Domus-Ponte-Borgo-Parco. E' roba che costa
poco, pochissimo, niente. E dai ritorni immensi. Con un buco sottoterra di cento
metri si salverebbe il cuore del centro storico (anche senza buco al limite,
non chiedo troppo).
Il duoMo resta un tentativo che rischia di essere il canto del cigno in una
città che invece pensa di fare un ridicolo fosso attorno al castello,
quando con poco potrebbe restare per sempre non solo in quella lista di luoghi
speciali stilata dal NYT, ma anche in tutte le altre, quelle che restano non
solo l'attimo di un giorno e che da tempo ci snobbano.