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Volete investire? Imparate queste sigle



Pubblicato il 22 aprile 2004 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Attenzione a non distrarsi! Da un po' di tempo è calato il silenzio sul problema dei fallimenti obbligazionari. Le notizie su Tanzi e Cragnotti non aprono più i telegiornali e da qualche settimana c'è una sorta di calma piatta. Le banche dal canto loro hanno velocizzato l'alzata di scudi. Molte si limitano a vendere solo titoli sicurissimi, altre addirittura proibiscono ai clienti, neanche se lo vogliono, di acquistare titoli considerati speculativi. L'ABI (associazione Bancaria Italiana) dal canto suo ha dato un "fondamentale contributo informativo" annunciando che acquistando Bot, Cct e qualche Btp, non si corrono grossi rischi. Come al solito non si è neanche provato ad istruire un po' il cittadino.
Oggi allora, visto che non è mai opportuno abbassare la guardia in questo terreno, né è efficiente limitarsi ai proclami e divieti del "Sistema", proverò a giocare con la "scala del rating". Il rating è quel sistema di valutazione della solidità finanziaria che assegna ad alcune aziende (le più grosse), e alla maggior parte degli Stati sovrani emittenti di prestiti obbligazionari, un punteggio sotto forma di lettere, con l'aggiunta dei segni + e -. Le agenzie principali che forniscono rating sono tre: Standard&Poor's, Moody's e Fitch's; i loro sistemi sono molto simili. Di seguito farò riferimento a quello di S&P's. Ogni livello, a parte il primo, uguale per tutte le agenzie (AAA), può essere seguito dal + o dal - per migliorare o peggiorare leggermente il voto, esattamente come succedeva a scuola. Tutte e tre le agenzie dividono la classificazione in due parti allo stesso livello: la prima va da AAA a BBB-, che identifica i titoli considerati non speculativi, con cioè basso rischio di fallimento (default). Speculativi e molto più a rischio sono invece definiti quelli valutati dal livello BB+ giù fino a D (chi vuole approfondire l'argomento può far riferimento al mio libro "Liberi si Nasce", in vendita a Rimini - Riminese e Professionista).

AAA
La Noia. Bassi, bassissimi rendimenti, certi, costanti e inamovibili come una suocera che parla sempre e troppo. La vita deve offrirvi sicuramente molto altro se avete scelto di limitarvi solo a questi titoli. Tanto per farvi un esempio, i titoli di Stato italiani sono giudicati più rischiosi di quelli in tripla A nel quale sono invece inseriti quelli americani, tedeschi, francesi, altri. Accade assai poco di interessante da queste parti, quindi si può tranquillamente scendere di un gradino. Se dovesse succedere qualcosa al vostro denaro non avreste molto recriminarvi, perché un default dei paesi in AAA sarebbe l'ultimo dei vostri problemi visto che probabilmente sareste senza lavoro ne prospettive, unicamente impegnato a spaccare vetrine imprecando, con tutto il resto della popolazione, contro un governo di deficienti che ha portato il paese allo sfascio. Ma questo per ora non accadrà.

AA
Per qualche dollaro in più. Se soffrite di cuore, ipertensione, ipocondria, mania di persecuzione con tendenza ad essere un po' più sfigati degli altri non dovete andare più in giù di questo gradino. Vi trovate in compagnia dei nostri cari vecchi Bot, Btp Cct, e siccome chi si accontenta gode, ciò deve bastarvi. La cosa peggiore che potrebbe capitarvi è un declassamento (c'e mediamente un 6-7% di probabilità che accada nel giro di un anno), perché ovviamente il rating dei titoli non è eterno e può variare, e ciò ha una certa influenza sul prezzo, anche se ancora siamo a livelli molto elevati della scala.

A
Una vita da mediano. Ovvero, il giusto mezzo. Sicuri, ma con quel pizzichino di rischio che vi costringe a non fidarvi ciecamente di chi vi ha venduto il titolo. Il che è solo un bene perché vi costringe a buttare un occhio di tanto in tanto ai vostri affari. Sono a questo livello paesi un po' più arretrati dell'Italia, ma con una buona stabilità finanziaria in via di consolidamento come, Grecia, Ungheria, Hong Kong, Quatar, Bahrain, o aziende solide, magari un po' appesantite dai debiti, come Generali, Vodafone, Enel, Volkswagen. Cominciano a manifestarsi i primi rischi veri e propri. Basterà scoprire che la vostra azienda ha un conto segreto in un paradiso fiscale che i vostri titoli si trasformeranno in Fallen Angel, gli angeli caduti che affollano la categoria dei BBB. Ad ogni modo tra il 1980 e il 2001 a livello mondiale sono appena una trentina (su oltre 1000 casi di default) le aziende che, partite dal livello A, hanno finito per fare bancarotta, oltretutto dopo parecchi anni.

BBB
La grande illusione. E' il regno indiscusso della maggior parte dei titoli corporate (aziendali). Generalmente si può stare abbastanza tranquilli sul rimborso del capitale, ma a questi livelli la diversificazione deve essere una regola. Troviamo in questa categoria moltissimi nomi noti e scatta facilissima nell'investitore l'idea fatale del "tanto non fallisce", che ha già creato notevoli disastri. Anche l'orizzonte temporale deve essere chiaro perché il prezzo di un titolo corporate viaggia su delle piccole montagne russe e potrebbe essere molto spiacevole disinvestire prima del tempo. Tra i Paesi troviamo, tanto per avere un termine di paragone, Polonia, Tunisia, Tailandia, Trinidad&Tobago. Un occhio di riguardo va posto al "pavimento" di questa categoria, il livello BBB-, che come Mosé divide in due l'universo dei bonds. E' la cosiddetta Soglia del Pirla. Un solo gradino più in basso e siete già sprofondati nella merda più completa, e quando ve ne accorgete è già troppo tardi. Sotto questo livello, infatti, una caterva di istituzioni (i fondi pensione in primis) non possono più detenere i titoli e, in caso di declassamento, inizieranno a vendere massicciamente facendo crollare i prezzi. C'è una tendenza generale ad essere un po' più generosi prima di abbassare un BBB- a BB+; il che alimenta spesso forti sospetti sulla presenza di qualche bustarella quando si viaggia in questa zona torbida. A proposito: Parmalat "godeva" di una tripla B-!

BB
Qui comincia l'avventura. Finalmente dimostrate di avere un po' di palle nella vita. Poco importa se dopo cinque anni c'è il 10% di probabilità che i vostri soldi prendano il volo. A voi non interessa. Parole come Colombia, Egitto, Russia, Panama (ma anche la FIAT è in doppia B!) non vi fanno paura. Stimolano i vostri sogni, anche erotici. Siete dei dritti, orgogliosi. Fino a che qualcosa non va storto ed allora iniziate ad imprecare furiosamente conto i bancari ladri che vi hanno fatto perdere tutti i soldi, colpevoli di non aver telefonato in tempo al presidente del Guatemala (BB) per avere informazioni aggiornate sul golpe appena scoppiato.

B e CCC
E' quasi meglio un calcio nelle palle. Sono i junk bonds (obbligazioni spazzatura) per eccellenza. Vi addormentate ogni sera con l'ansia di un tremendo risveglio in cui alla radio ascoltate un comunicato, fatto dal carcere, dell'amministratore delegato dell'azienda di cui possedete i titoli, o scoprite che nel paese esotico in cui avete investito è scoppiata una piccola scaramuccia in cui sono morte 5.000 persone. Se però la sfiga non è dalla vostra, i rendimenti sono veramente eccellenti: e vorrei anche vedere! In un paio d'anni falliscono il 30% dei CCC e il 12% dei B. Un anno prima del disastro l'Argentina era a livello B, dove oggi si trovano Brasile, Turchia, Ucraina, Libano. In CCC ci sono invece il Venezuela e l'Ecuador.

CC e C
La tempesta. Se non siete dei multimiliardari con i nervi d'acciaio e lo spirito di Indiana Jones, ma avete lo stesso investito in un titolo CC o C, per dirla con Le Iene "avete proprio fatto una CA, una grande CA-ZZA, una grande, clamorosa, smisurata CAZZATA!" E' praticamente solo questione di tempo, probabilmente di mesi (e se avete le C il vostro è un debito pure subordinato: a voi ci pensano per ultimi in caso di bancarotta). Temo che qualcosa poco simpatico modificherà presto i vostri piani finanziari. Se avete ordinato l'auto dei vostri sogni informatevi anche su un buon piano di finanziamento e preparatevi alle urla di vostra moglie, che nel frattempo si sarà data da fare con uno meno patacca di voi, e che si è ben guardato dall'investire in titoli della Repubblica Domenicana.

D
La zona morta. Chi investe in titoli D (cioè di aziende o Stati già tecnicamente falliti con tentativi di ristrutturazione in corso) lo fa per un unico motivo: è incazzatissimo con coniuge e figli ed a deciso di fargli un bel regalino prima di buttarsi dal balcone. Attenzione: fatelo almeno dal 4 piano, altrimenti c'è una remota possibilità di sopravvivenza. In tal caso vi rendereste conto dell'imperdonabile maronata che avete fatto ad investire in titoli D e la vergogna vi toglierà ogni stimolo vitale, anche quello di un nuovo suicidio. Ma, sperando che tutto "fili liscio", abbiate la premura di lasciare vicino al Testamento anche un cd con l'omonima canzone di De André, farete un "figurone": "Quando la morte mi chiamerà/ forse qualcuno protesterà/ dopo aver letto nel testamento/ quel che gli lascio in eredità/ non maleditemi non serve a niente/ tanto all'inferno ci sarò già".





 
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