Benvenuti nello spazio web di Simone Mariotti

pixel pixel
C'è tanta paura. L'obiettivo è l'aborto



Pubblicato il 1 giugno 2005 su La Voce di Romagna in prima pagina

di Simone Mariotti

Nel 1934 la popolazione della provincia indiana del Bihar visse un'esperienza drammatica. La regione fu sconvolta da un forte terremoto. Dai racconti di uno psicologo di allora, Jamuna Prasad, emerse un dato molto insolito. Voci allarmistiche e terrorizzanti che preannunciavano l'arrivo di grandi sciagure (dallo straripamento del Gange, al diluvio universale, ecc.) emersero in tutte le aree circostanti la zona del terremoto, aree che però non erano state colpite dal sisma e quindi non presentavano nessun effetto visivo dei disastri delle zone più sfortunate, nelle quali invece, tra morte e distruzione, le popolazioni sembravano averne già abbastanza senza la necessità di diffondere ulteriore pessimismo: ed infatti lì tali voci non circolavano. Come mai?
Chi viveva vicino ai popoli colpiti senza però essere vittima diretta del cataclisma, si era venuto a trovare in una situazione di profonda dissonanza tra la paura che provava e la tranquilla realtà che li circondava. Per ridurre tale dissonanza avevano bisogno di creare degli elementi consonanti che giustificassero la paura: le voci allarmistiche facevano al caso loro.
Questo è uno degli esempi classici di quella che lo psicologo americano Leon Festinger chiamò "dissonanza cognitiva", e che il suo collega Aronson definì "uno stato di tensione che si verifica ogni volta che un individuo sostiene due cognizioni (idee, atteggiamenti, credenze, opinioni) che sono tra loro psicologicamente incoerenti. Sostenere due idee che si contraddicono tra loro significa flirtare con l'assurdo, e l'uomo è una creatura che passa l'intera vita tentando di convincersi che la sua esistenza non è assurda".
Questa teoria, applicabile ad un'infinità di contesti nella nostra quotidianità, è una delle spiegazioni più plausibili sulla natura del folle terrore che sta dominando il dibattito sui referendum in programma il 12 e 13 giugno.
Ecco allora come si è arrivati a tutta questa paura! Ecco perché incrementarla deliberatamente con tanti nonsensi, come la moda di attribuire solo negatività al termine "artificiale"! Sì, fecondazione artificiale, e allora? Che c'è di strano? Fecondazione artificiale = donna fecondata = bambino nato = fecondazione bellissima. Bellissima come gli artificialissimi trapianti di fegati, di cuori (anche meccanici, e i by-pass? o i pacemaker?), che fino a l'altro ieri erano addirittura il centro dell'anima, alla faccia della naturalità! Forse gli unici coerenti in tutto ciò sono i Testimoni di Geova, che a votare non ci vanno mai, ne accettano trasfusioni sanguigne o altra roba "artificiale" che salva la vita. Ecco da dove arriva tutta questa paura di dichiarare il vero intento di questa legge, che non è quello limitare la bellissima fecondazione artificiale, ma di scardinare la legge sull'aborto.
Sono le pesanti contraddizioni che la avvolgono a stritolare i cervelli dei suoi difensori; ed allora c'è bisogno di paura, ma tanta paura, per ignorarle.
Come conciliare altrimenti le decine e decine di divieti della Legge40 con la serenità con la quale tutto ciò avviene negli altri paesi europei, con l'idea che forse non sono tutti degli sporchi nazisti? E poi c'è quel dubbio che forse un giorno anche noi o i nostri figli potremmo avere bisogno di una cura scoperta magari in Corea, e a quel punto al diavolo Carlo Casini e compagni, si prende l'aereo e si va.
Come si fa a conciliare il divieto di congelare embrioni sovrannumerari sostenendo che ogni embrione è vita e che se creato va utilizzato, con l'uso della spirale, che funziona indisturbata da 50 anni, permettendo agli embrioni di formarsi naturalmente dentro la donna, per poi venire espulsi rifiutati artificialmente dall'utero. Non è un assassinio? Idem per la pillola del giorno dopo. E che dire degli 80 embrioni su 100 che "naturalmente" vengono "uccisi" dal corpo della donna killer?
Come mai l'embrione conta più del feto, visto che la diagnosi pre-impianto non è permessa, ma quella pre-natale si e tanti saluti al bimbo di tre mesi malformato? Che l'embrione abbia salva la vita, per i primi 90 giorni!
Alcuni di noi saranno "figli di una pugnetta eterologa"? Ma beati loro! Vivranno sicuramente più amati e desiderati di tanti altri, cresceranno vispi e con meno ossessioni dei naturali frutti di "scarsa manualità" (non ho sotto mano il numero del telefono azzurro, ma per ora lo usano solo i "regolari"). E come mai se non per istigare paura di definisce questo tipo di fecondazione "eterologa" che, come ci ha spiegato il prof Flamigni qualche sera fa, significa fecondazione "tra specie diverse" (controllare sul vocabolario!), stile uomo-fenicottera, per rifare il suo esempio.
C'è tanta paura, troppa; e la paura porta all'ira, l'ira all'odio e l'odio non porta mai a nulla di buono, e gli atteggiamenti di fuoco e fiamme infernali che si levano da una chiesa sempre più impaurita creeranno solo tanto, troppo dolore.
E poi, sopra tutte, c'è la contraddizione finale, esaltata ad arte come un'estrema sublimazione del terrore: "non si può decidere con un voto l'inizio della vita".
Niente di tutto ciò; tranquillizzatevi cari fratelli. Casomai si chiederà se le conclusioni a cui sono giunti coloro che hanno una "certa" concezione dell'inizio della vita, debbano essere imposte a tutti in modo coercitivo, ed allora, vista l'importanza della posta in gioco, l'astensione che sfrutta i menefreghisti cronici (spesso opportunisti e generalmente pronti a rinnegare per il proprio vantaggio qualsiasi ideologia) è giuridicamente lecita certo, ma ancora più moralmente insostenibile.






 
Versione stampabile
pixel

 clicca qui - anteprima clicca qui - anteprima

 Invia questo Articolo ad un Amico Invia questo Articolo ad un Amico